2023-06-01
Omissione dell’Iss sulla lotta al fumo
Nelle «Linee guida» contro il tabagismo, l’Istituto superiore di sanità censura le e-cig come alternativa non pericolosa. Il professor Fabio Beatrice: «Ignorate le ultime ricerche».Nella giornata mondiale contro il tabacco, l’Istituto Superiore di Sanità presenta Le linee guida per il trattamento della dipendenza da tabacco e nicotina. Il testo che aggiorna quello del 2008 è frutto di un lavoro che rappresenta il punto di vista di un panel di esperti dopo un’attenta lettura e interpretazione critica delle evidenze disponibili. Non si può far a meno di notare che nel documento non esiste traccia degli studi scientifici che dimostrano la potenzialità dell’uso di sigarette elettroniche nel trattamento terapeutico. I tecnici consultati decisero di non inserire il topic tra gli argomenti da approfondire perché a parte l’esperienza della Gran Bretagna non c’erano abbastanza studi scientifici sul tema. Tra gli esperti anche il professor Fabio Beatrice, specialista in otorinolaringoiatria nonché tra i massimi esperti nazionali di tabagismo, cessazione e riduzione del rischio da fumo di sigaretta. «A suo tempo io proposi di non ignorare la sigaretta elettronica, ma tutti gli esperti hanno ritenuto che non ci fossero prove sufficienti affinché la si prendesse in considerazione. Queste linee guida escono oggi un po’ fuori dal tempo: negli ultimi 7/8 mesi molti studi hanno stravolto tutto». Numerosi documenti scientifici infatti rilevano una riduzione della tossicità almeno del 95% in meno rispetto alle sigarette tradizionali, che la rende un’alternativa potenzialmente meno rischiosa per i fumatori adulti. Nature a febbraio 2023 scriveva nelle sue conclusioni che le sigarette elettroniche «possono contribuire al nobile obiettivo di aumentare il numero di adulti che smette di fumare». Gli autori (Harvard, King’s College di Londra, Università del Michigan e Università della California) riportano gli studi condotti sia nel Regno Unito che negli Stati Uniti secondo cui «l’uso di sigarette elettroniche è associato ad un aumento di cessazione del fumo del 10-15%». «Trovo imbarazzante che in tutti i comunicati usciti da organismi di tipo scientifico nella giornata mondiale contro il tabacco e la nicotina», spiega Beatrice, «si parli di sigaretta elettronica solo in termini allarmanti e non si faccia invece nessun riferimento agli ultimi studi. È come se gli scienziati non avessero letto e preso atto di quello che è successo negli ultimi 7 mesi nel panorama scientifico italiano».Ancora una volta, anche nella battaglia contro il fumo, ci troviamo indietro rispetto a Francia e Gran Bretagna. Il ministro della Salute francese ha di recente aperto a valutare la vendita di e-cig in farmacia per chi desidera smettere di fumare. Ipotesi per cui non si esclude neppure il rimborso da parte dello Stato. In Gran Bretagna i fumatori sono diminuiti dal 20% nel 2011 al 13% nel 2021 e ci sono riusciti attuando campagne in favore dell’e-cig. «Viene il sospetto che non sia la scienza a muovere tutto», chiarisce il professore che infine aggiunge: «Inoltre c’è confusione perché un conto è occuparsi delle terapie per i fumatori incalliti, altro argomento è occuparsi della prevenzione sui giovani».«L’Ue ha fissato l’obiettivo di ridurre la percentuale di fumatori al 5% entro il 2040. Oggi siamo ancora fermi al 20%», spiega Umberto Roccatti, presidente di nafe Confindustria, «è quindi ora di concentrarsi sul principio di riduzione del rischio. Un approccio già riconosciuto dalle Istituzioni europee nell’ambito del Beca, dove all’articolo 12 la sigaretta elettronica viene indicata come strumento idoneo a raggiungere gli obiettivi prefissati dalla Commissione europea».
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)