2021-12-24
Omicron corre: inutili i test per gli arrivi
Secondo i dati Iss, la diffusione della variante è al 28% nel Paese, con picchi del 40% in Lombardia. I numeri però rischiano di essere superiori, nonostante i tamponi a chiunque entri in Italia. Israele rimanda la quarta dose agli under 60: «Ceppo meno grave»La domanda è inevitabile, anche se al pari di molte altre non troverà risposta: perché l’Iss prende decisioni in base a dati non aggiornati? Secondo le analisi dell’Istituto superiore della sanità e i risultati della flash survey, l’indagine sulle varianti in Italia, la diffusione di Omicron sarebbe intorno al 28%. Però in Lombardia rappresenta già il 40% dei nuovi positivi, in altri ambiti territoriali corre più o meno rapida senza che se ne segua il tracciamento in tempo reale, quindi a che cosa servono le stime di prevalenza se poi il quadro epidemiologico è diverso? L’analisi dell’Iss è basata su circa 2.000 tamponi raccolti in 18 Regioni e Province autonome, in cui sono stati considerati come possibili positivi a Omicron quei campioni in cui risultava mancante uno dei tre geni, che normalmente viene ricercato nei test diagnostici molecolari o altri test di screening per escludere la presenza della variante Delta, al momento ancora dominante. Per avere aggiornamenti bisognerà aspettare il «completamento della flash survey, i cui risultati arriveranno il 29 dicembre», fanno sapere dall’Iss, e poi la nuova indagine del 3 gennaio. Intanto i contagi corrono e solo da alcuni bollettini regionali si possono avere idee parziali della rincorsa di Omicron su Delta. In Lombardia la nuova variante colpisce circa il 40% dei positivi al tampone, per fortuna senza conseguenze al momento preoccupanti se consideriamo che dei 337 casi finora scoperti, solo sei sono ricoverati, nessuno si trova in terapia intensiva e nessuno risulta deceduto. Il 79% di questi 337 positivi alla variante sudafricana aveva completato il ciclo vaccinale, il 9% aveva già ricevuto il richiamo. «L’Istituto superiore di sanità sta realizzando un’analisi campionaria per stimare la presenza della Omicron in maniera precisa», ha comunicato la Regione, ma la tempistica non è un fiore all’occhiello dell’apparato che fa capo al ministero della Salute. «Dobbiamo costruire, in prospettiva, una vera e propria intelligence sanitaria con un approccio multidisciplinare che deve rendere più intensa e capillare l’analisi dei dati e la capacità di rilevare e valutare i rischi in fase precoce, ben prima che si amplificano», scriveva ieri in una lettera al Foglio l’assessore regionale alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato. Più che in prospettiva, è un’urgenza mai affrontata che va risolta, altrimenti ci ritroveremo con situazioni Covid ormai fuori controllo della cabina di regia, occupata ad analizzare dati superati. La Lombardia rimane in zona bianca perché i suoi parametri non sono cambiati malgrado l’alto numero di positivi (12.955) evidenziati da un altrettanto elevato utilizzo di tamponi (205.847), però i cittadini, al pari che in altre Regioni, sono esasperati dall’ennesima ondata di norme sui tamponi. Vaccinati con «solo» due dosi, persone che hanno bisogno del green pass semplice per lavorare, genitori con figli al seguito in quarantena perché in classe è saltato fuori un compagno positivo, tutti insieme sono costretti a lunghe code all’aperto per poter ricevere un bastoncino nel naso e, forse, partecipare al sequenziamento di Omicron. Il giorno di Natale ci sveglieremo con la variante sudafricana ormai ovunque, al posto dei regali. Magari sarà più lieve e prenderà il posto della Delta, ma intanto ce l’abbiamo anche in Italia e allora a che cosa è servito obbligare al tampone i connazionali chi rientrano dall’estero? Test per vaccinati e non, quarantena di cinque giorni per coloro che non si sono mai fatti una dose, aveva deciso il ministro Roberto Speranza d’intesa con il collega agli Esteri, Luigi Di Maio, e il premier Mario Draghi. Alla Camera il presidente del Consiglio aveva poi difeso la bontà di una simile scelta in quanto la «variante in Italia è minore allo 0,2%. In altri paesi Ue invece è molto diffusa, ad esempio in Danimarca o in Regno Unito, dove è diffusissima, perciò si è deciso di adottare la stessa pratica per chi arriva oggi in Italia dal Regno Unito: per entrare basta un tampone, non credo ci sia molto da riflettere». Bisognerebbe riflettere, invece, sull’inutilità di questa ulteriore restrizione imposta a vaccinati e non, mentre Omicron supera le frontiere, anzi era già presente sul nostro territorio se solo venissero individuati più casi autoctoni attraverso il sequenziamento della composizione genetica dei campioni virali, con dati che dovrebbero confluire in una rete nazionale. In un coordinamento che a tutt’oggi manca. «È tuttora delegato agli Ircss (gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, ndr) e agli Istituti zooprofilattici che fanno un grande lavoro, ma che hanno forze limitate», ha dichiarato Graziano Pesole, ordinario di biologia molecolare dell’Università di Bari e coordinatore del ramo italiano del progetto di sequenziamento internazionale Elixir, in un ampio servizio sui problemi del tracciamento del virus e delle sue varianti pubblicato dal Sole 24 Ore. Ieri, in tutta Italia si sono effettuati 901.450 i tamponi molecolari e antigenici che hanno permesso di individuare 44.595 nuovi positivi con un tasso del 4,95%. I ricoverati con sintomi sono stati +178, in terapia intensiva i posti letto occupati sono + 13, in isolamento domiciliare risultano +27.109 persone. I deceduti sono +168, i guariti o dimessi +17.117. E intanto, in Israele, il ministero della Sanità ha deciso che ritarderà la quarta dose di vaccino anti-Covid per chi ha meno di 60 anni. Secondo quanto riportato dai media locali, Nachman Ash, direttore generale del ministero, deve ancora approvare la campagna e vuole analizzare meglio i dati provenienti dalla Gran Bretagna che indicano che la variante Omicron causa malattie meno gravi rispetto al ceppo Delta.
Ecco #DimmiLaVerità del 16 ottobre 2025. Ospite il deputato della Lega Davide Bergamini. L'argomento del giorno è: "La follia europea dei tagli all'agricoltura e le azioni messe in campo per scongiurarli".