2020-07-08
Oltre alla Liguria code chilometriche e traffico in tilt in Abruzzo e Marche
Prosegue il caos a causa delle imposizioni del Mit ad Autostrade. Distribuita acqua sull'A26, ingorghi infernali sull'Adriatica.«Quell'espressione un po' così, che abbiamo noi prima d'andare a Genova», canterebbe Paolo Conte. Gli automobilisti intrappolati nell'inferno delle autostrade liguri, invece, non hanno di sicuro voglia di cantare la loro rabbia e la loro frustrazione. Anche ieri, su A12 e A26, centinaia di vetture sono rimaste incolonnate nel traffico causato dalle riduzioni di carreggiata. Alla base del pastrocchio, la decisione di smontare tutte le lamiere sagomate che ricoprono le pareti interne dei tunnel, per effettuare verifiche approfondite. La misura è stata imposta ad Aspi da un dirigente del Mit, Placido Migliorino, vicino ai 5 stelle, che così si è pure rimangiato una circolare emessa da lui stesso, solo tre giorni prima dell'inasprimento dei controlli. L'uscita di Genova Est doveva essere riaperta alle 6 di mattina di ieri. Tuttavia, l'ispezione nella galleria San Pantaleo s'è protratta più a lungo del previsto e il casello è tornato in funzione poco prima delle 8. Risultato: code, automobilisti che hanno tentato di entrare in autostrada da Genova Ovest, provocando però un incolonnamento di 4 chilometri tra Sampierdarena e il bivio con l'A12. È andata ancora peggio a chi viaggiava sull'A26: lì, i 10 chilometri di coda si sono sciolti soltanto a mezzogiorno. E viste le alte temperature, è stata allertata addirittura la Protezione civile, per la distribuzione di bottigliette d'acqua agli automobilisti fermi sotto al sole. Il traffico si è andato riducendo con il trascorrere delle ore, ma ancora nel pomeriggio si segnalavano ingorghi su entrambe le autostrade. «È molto peggio di quello che è stato il dopo ponte Morandi», ha sospirato Giovanni Mondini, presidente genovese di Confindustria. «Così si perdono clienti o fornitori». È il modello Genova che rischia di ritorcersi contro il capoluogo: «Il caos delle autostrade», teme Mondini, potrebbe rallentare enormemente l'«effetto rimbalzo» che le imprese si aspettavano nella fase 3. Per di più, a ridosso della stagione turistica, che per ovvi motivi già partiva azzoppata. Un grido dall'allarme è arrivato anche dall'Unione delle associazioni delle imprese di autotrasporto: «La situazione della viabilità sulle autostrade liguri è ormai insostenibile».Sullo sfondo di questo disastro, c'è la Consulta: oggi, i giudici sono chiamati a pronunciarsi sul decreto Genova: il Tar regionale ha ipotizzato che l'esclusione della società dei Benetton dalla demolizione e dalla successiva ricostruzione del viadotto sul Polcevera fosse incostituzionale. Le difficoltà sulle tratte gestite da Aspi, tuttavia, non si limitano alla Liguria. Pesanti disagi si registrano ormai da giorni anche su un ampio tratto dell'Autostrada Adriatica, praticamente dal Fermano fino al confine tra Abruzzo e Molise. Questa volta, la miccia l'ha innescata un combinato disposto: sequestro delle barriere dei ponti, decretato dalla Procura di Avellino dopo l'incidente sul viadotto dell'A16, in cui, nel 2013, persero la vita 40 persone; e un'infinita serie di cantieri. Che spesso sono fermi. Alla faccia delle semplificazioni «salvo intese», difatti, il Mit di Paola De Micheli non ha dato il via libera a diversi progetti già depositati da tempo. Uno, addirittura, da tre mesi. In certi casi, il paradosso è che i materiali sono stati depositati nei cantieri, però non possono essere utilizzati. Tant'è che sui social, qualche automobilista esasperato se la prende con i «lavori fantasma». Più diplomaticamente, il sottosegretario alla presidenza della giunta regionale abruzzese, Umberto D'Annuntiis, osserva che in vari cantieri «di sicuro non c'è frenesia». Il copione, alla fine, è quasi lo stesso della Liguria: code chilometriche, tempi di percorrenza biblici, imbottigliamenti di riflesso sulla statale 16, trasportatori furibondi ed esercenti delle turistiche costiere preoccupatissimi di perdere quei preziosi clienti, sui quali contano per salvare la stagione 2020.Nelle Marche, la situazione peggiore è tra Ascoli Piceno e Fermo. La Cna Fita regionale, però, ha ottenuto che Autostrade per l'Italia chiedesse alla Procura di Avellino il dissequestro delle aree in cui si viaggia su una sola corsia per senso di marcia. Sono pure stati approvati due progetti per l'avvio dei lavori nei viadotti Vallescura e Santa Giuliana. Per gli altri - e per il blocco dei pedaggi come compensazione per i disagi - il sindacato degli autotrasportatori ha inviato una sollecitazione al dicastero della De Micheli. Ancora ieri, tuttavia, si registravano incolonnamenti per riduzione di carreggiata tra Pedaso e Porto Sant'Elpidio e tra Porto Sant'Elpidio e Fermo. In Abruzzo, una soluzione sembra più lontana, perché le gallerie sono più strette e sui viadotti manca la corsia d'emergenza. Pertanto, quand'anche si ottenesse il dissequestro dei tratti sottoposti alle restrizioni giudiziarie, non si potrebbero ripristinare le due corsie per senso di marcia. Perciò, questa settimana è iniziata con un lunedì nero, soprattutto tra Pescara e Roseto, mentre ieri le code si sono concentrate nel tratto tra Roseto e Città Sant'Angelo. La questione è finita anche in Regione. D'Annuntiis, alcuni giorni fa, ha scritto al Mit, che però ha risposto di non poter intervenire sui tratti sequestrati. «Dimenticano», ribatte il sottosegretario, «che ci sono in ballo altre due questioni: lavori e pedaggi». Sul tavolo della De Micheli rimangono fermi due progetti che impediscono ad Aspi di presentare una nuova istanza di dissequestro e, quindi, di iniziare a sostituire le barriere sui ponti. Peraltro, le ispezioni all'interno dei tunnel dovrebbero durare almeno fino al 20 luglio. D'Annuntiis ha sollecitato alla società concessionaria l'esenzione dai pedaggi per la tratta San Benedetto del Tronto-Vasto Sud. «Ma finora non ho avuto risposta».
Simona Marchini (Getty Images)