2025-09-07
I Volenterosi vogliono spedire i profughi ucraini al fronte
Markus Soeder, presidente della Baviera e leader Cdu (Getty Images)
Markus Soeder, numero uno della Csu tedesca: «Mandare soldati a Kiev? Prima tocca ai loro rifugiati in grado di combattere». La proposta-choc svela che il costo politico di impiegare truppe è insostenibile. E anche quello dell’accoglienza.Più che una forza europea da schierare a difesa di Kiev, finora i Volenterosi sono riusciti a mettere insieme un esercito di chiacchiere. Pare che alla fine, dopo mesi di discussioni, si stia affacciando l’intenzione di inviare 16.000 militari. Per avere un’idea di che cosa significhi questa decisione basta riflettere sulla lunghezza del confine che separa l’Ucraina dalla Russia.Si tratta all’incirca di duemila chilometri e dunque i soldati mandati al fronte dai Paesi europei per sostenere Zelensky sarebbero al massimo otto per chilometro, nemmeno uno ogni cento metri. Se poi si fa il confronto con l’esercito di Putin, che sulla linea dei combattimenti è composto da 700.000 uomini, si comprende che finora i Volenterosi hanno scherzato, promettendo aiuti militari che non esistono. Al massimo, la Ue può limitarsi a pagare il conto della guerra, come ha fatto fino a ora, senza dimenticare però che al quarto anno di conflitto anche i fondi cominciano a scarseggiare.Tuttavia, a testimonianza che al di là delle dichiarazioni roboanti nessuno (a parte Macron) in Europa vuole inviare truppe in Ucraina, per lo meno fino a quando non verrà dichiarata la pace, sono arrivate ieri le dichiarazioni di Markus Soeder, ossia del presidente della Baviera, che incidentalmente è anche presidente della Csu, ovvero principale alleato del cancelliere Friedrich Merz. A proposito dell’idea di dispiegare forze tedesche in Ucraina, Soeder ha detto che piuttosto sarebbe il caso di rispedire in patria i rifugiati con passaporto di Kiev che siano abili al combattimento.Lo so che sembra incredibile, perché l’Europa è quella che si vanta di accogliere tutti, in particolare chi scappa da una guerra. Ma il presidente della Csu pare pensare che prima di mandare i soldati tedeschi a difendere una patria che non è loro sia giusto che ci vadano quelli che dalla loro patria sono fuggiti. Quando l’esercito di Putin invase l’Ucraina, a scappare a Ovest furono milioni di persone, al punto che il commissariato Onu che si occupa di profughi calcolò che ad aver lasciato il Paese fossero all’incirca otto milioni di persone. Un milione mezzo avrebbe scelto di fuggire in Russia, ma gli altri si sarebbero spostati nei Paesi europei. Ancora oggi i rifugiati sarebbero più di cinque milioni. Consideriamo pure che la maggioranza sia composta da donne e bambini, ma è altamente probabile che il conto dell’Unhcr comprenda almeno un milione di uomini, molti dei quali in età per essere arruolati. Del resto, non è un mistero che alla chiamata alle armi di Zelensky decine di migliaia di giovani si siano dati alla macchia, preferendo disertare piuttosto che morire.Probabilmente quella di Soeder verrà trattata alla stregua di una boutade, ma in realtà l’idea di rispedire a casa gli ucraini l’avevano già lanciata tempo fa i polacchi. I quali passati i primi anni di accoglienza solidale paiono sopportare sempre meno i nuovi venuti. Un po’ perché agli ucraini è stato concesso un canale privilegiato per esportare nella Ue i loro prodotti, in particolare quelli agricoli, e questo va a scapito degli agricoltori della Polonia e dei Paesi vicini. Ma un po’ anche perché i profughi fuggiti nella Ue sono spesso benestanti e vederli aggirarsi con certi macchinoni non ne favorisce di certo la popolarità, soprattutto se si considera che da quando è iniziata la guerra, a causa delle sanzioni contro la Russia e della fine delle importazioni di gas, le bollette sono aumentate.Insomma, quella del presidente bavarese della Csu può apparire una sparata provocatoria, ma in realtà dimostra due cose. La prima è che, guerra o no, la solidarietà ha un limite. E la seconda che c’è una parte d’Europa che non ha nessuna intenzione di vedere i propri soldati impegnati in un conflitto. Va bene costruire il più grande esercito del continente, come ha detto l’altroieri il ministro degli Esteri tedesco, ma di sicuro non per impiegarlo in quella che potrebbe trasformarsi davvero in una guerra mondiale e non solo a pezzetti, come diceva papa Francesco.P. S. Riflettendo sulle parole di Soeder, che invita a rispedire a Kiev gli ucraini scappati, mi domando che cosa accadrebbe se un alleato di Giorgia Meloni proponesse di rimandare in Sudan - dove è in corso una guerra - i profughi sudanesi. Soprattutto mi chiedo come si concilierebbe tutto ciò con l’accoglienza senza se e senza ma sostenuta dalla magistratura italiana di chiunque sbarchi sulle nostre coste. Una cosa è certa: se anche il partito Cristiano sociale bavarese la pensa così, significa che in Germania, ovvero in uno dei Paesi che più hanno finanziato le Ong che battono il Mediterraneo per portare in Italia i profughi, qualche cosa sta cambiando.
Antonio Decaro (Imagoeconomica)
Il premier indiano Narendra Modi (Getty Images)