
Il governo dei Paesi Bassi cade per la mancata riforma del diritto d’asilo chiesta dai populisti. A Berlino, anche Merz combatte con i giudici che bocciano i respingimenti. La questione resta comunque cruciale: espellere i clandestini non deve essere tabù.In Olanda il governo sta cadendo a causa di divergenze sulla politica anti-immigrazione irregolare e incontrollata. In Germania i giudici - sempre loro - stanno mettendo in difficoltà il cancelliere Friedrich Merz sul tema dei respingimenti. Il tema dei migranti è centrale dappertutto. La verità è che questo tipo di immigrazione è da tempo un problema per tutti. In Italia, pensando che sia l’unico Paese in cui esiste il problema, le opposizioni, appena lo nomini, parlano di razzismo e xenofobia.Chissà se un giorno sarà possibile parlarne, numeri alla mano, tenendo conto di tutto quello che sta succedendo negli altri Paesi membri dell’Unione europea? Il cancelliere tedesco ha giocato buona parte della sua campagna elettorale, per provare ad arginare l’ascesa dell’estrema destra tedesca rappresentata da Afd (Alternative für Deutschland), proprio sul tema dell’immigrazione clandestina e incontrollata. Durante i giorni precedenti alle elezioni tedesche ribadì con fermezza che l’immigrazione in Germania era fuori controllo, che si doveva provvedere ai rimpatri (non escludendo i modelli tipo Albania o accordi con Paesi terzi tipo il Regno Unito) e, soprattutto, che i respingimenti andavano fatti alla frontiera e non una volta che gli immigrati avevano varcato i confini tedeschi. Questa, per la Germania, rappresentava una svolta radicale che faceva capire come un candidato moderato della Cdu aveva preso atto della situazione e, soprattutto, aveva recepito il malessere dei cittadini tedeschi nei confronti dell’immigrazione, soprattutto dopo alcuni fatti sanguinosi di attacco a cittadine e cittadini tedeschi inermi che avevano perso la vita o erano stati gravemente feriti a suon di armi da fuoco, macchine che si scagliavano sulla folla e anche all’arma bianca. La tensione che si respirava tra i tedeschi su questo tema era stata considerata dal moderato Merz non più sostenibile e non solo per il dissenso popolare crescente (che poi ha portato Afd al 20% costringendo Merz a creare una coalizione con i socialisti e con non pochi problemi) ma anche per la convinzione che è arrivato il momento di cambiare linea sul tema dell’immigrazione. Non era più il tempo della cancelliera Merkel che, soprattutto nei confronti della Siria, scelse, al contrario di quanto noi abbiamo potuto fare perché siamo un Paese di approdo - il più grande in Europa data la vastità delle nostre coste e la vicinanza, in termini di miglia, dalle coste nordafricane dalle quali partono i migranti -, con accuratezza i siriani di cui aveva bisogno per il mercato del lavoro tedesco. La Merkel mise in atto una vera e propria politica immigratoria selettiva, scelse gli immigrati che decise potessero recare un vantaggio in termini lavorativi al Paese e non praticò la politica dell’accoglienza indiscriminata pur sostenendo - per la verità un po’ farisaicamente - che l’accoglienza era un valore ma, con evidenza, sia pure precisamente, quel valore lo scaricava sulle spalle di altri Paesi dell’Europa, l’Italia in testa. Tant’è vero che, quando si trattò di attuare la famosa redistribuzione dei migranti che arrivavano sulle coste italiane nei Paesi europei, su varie centinaia di migliaia di immigrati la Germania ne accolse solo alcune migliaia, cioè niente.La situazione che si è trovato ad affrontare Merz era ormai molto mutata, con la Germania che si trovava passivamente con un numero crescente di immigrati irregolari, illegali e clandestini. Il modello Merkel non poteva più funzionare, si doveva cambiare impostazione ideologica e anche pratica. Merz fece una proposta che poi ebbe problemi a passare in parlamento a causa dei «suoi» e che ha riproposto una volta al governo. In che consiste questa proposta? Nel concedere poteri alle forze dell’ordine che vigilano le zone di confine dalle quali provano a transitare gli immigrati, poteri specifici per il loro controllo e il conseguente respingimento ove non possano dimostrare di essere nelle condizioni di poter essere accolti regolarmente. In altre parole, respingere coloro che non mostrano le caratteristiche di rifugiato. Questo significava e significa conferire un potere straordinario ai singoli Länder e non passare dal potere centrale dello Stato tedesco. Il tribunale amministrativo di Berlino che due giorni fa ha classificato come illegale il respingimento di tre somali verso la Polonia «forse», ha affermato il cancelliere, «ha ristretto ancora una volta il margine di manovra». Lo ha detto intervenendo al Congresso dei Comuni e della Città svoltosi a Berlino. Esattamente come in Italia la magistratura è intervenuta ritenendo illegale la scelta politica di un governo che ha dovuta fare marcia indietro sulla sua linea politica in nome di una decisione che si profila molto arbitraria e «politicamente» discrezionale. Infatti, i controlli che Merz ha disposto alla frontiera, e i relativi respingimenti, seguono una legge che è quella della protezione delle frontiere dall’immigrazione illegale e che non cambia la ratio - il fondamento della scelta normativa, il suo principio e la sua motivazione - se essa è compiuta alla frontiera prima che gli immigrati la oltrepassino o se essa è compiuta quando gli immigrati l’hanno già oltrepassata. È un’osservazione di senso comune che, palesemente, non è stata ritenuta tale dal Tribunale amministrativo di Berlino. Il cancelliere Merz, da ciò che ha detto dopo avere appreso della decisione giuridica, non sembra essersi dato per vinto: «Ma il margine di manovra c’è ancora. Sappiamo che possiamo ancora realizzare dei respingimenti», sottolineando che ciò avverrà «nel quadro del diritto europeo vigente. Ma proteggeremo la sicurezza pubblica e proteggeremo il Paese da sovraccarico… questo è un compito che volgiamo continuare ad affrontare», ha tenuto a rimarcare il cancelliere. Der Kanzler sembra avere le idee chiare. Da notare che, motivando la sua scelta politica, l’ha sostenuta con due argomentazioni fondamentali. Anzitutto la sicurezza pubblica. In Italia continuamente si sente ripetere che il problema dell’immigrazione non è solo un problema di sicurezza pubblica ma di integrazione e a questa affermazione si risponde, da parte del governo, che l’integrazione è possibile con numeri di immigrati più bassi, infatti, la seconda motivazione addotta da Merz è quella di proteggere il paese dal sovraccarico. Ci sono arrivati anche i tedeschi. Chissà se un giorno ci arriveremo anche noi?
Ken Follett @Gareth Iwan Jones
Con «Il cerchio dei giorni» l’autore incanta i lettori con un’epopea sulla costruzione del celeberrimo sito archeologico . Il racconto inizia con Seft, il protagonista, che insieme al padre e ai fratelli arriva alla Grande Pianura, sperando di vedere l’amata Neen.
Ken Follett @Gareth Iwan Jones
Con «Il cerchio dei giorni» l’autore incanta i lettori con un’epopea sulla costruzione del celeberrimo sito archeologico . Il racconto inizia con Seft, il protagonista, che insieme al padre e ai fratelli arriva alla Grande Pianura, sperando di vedere l’amata Neen.
Ken Follett @Gareth Iwan Jones
Con «Il cerchio dei giorni» l’autore incanta i lettori con un’epopea sulla costruzione del celeberrimo sito archeologico . Il racconto inizia con Seft, il protagonista, che insieme al padre e ai fratelli arriva alla Grande Pianura, sperando di vedere l’amata Neen.
Ken Follett @Gareth Iwan Jones
Con «Il cerchio dei giorni» l’autore incanta i lettori con un’epopea sulla costruzione del celeberrimo sito archeologico . Il racconto inizia con Seft, il protagonista, che insieme al padre e ai fratelli arriva alla Grande Pianura, sperando di vedere l’amata Neen.