2020-01-20
Oggi si vede se Pd e M5s temono gli italiani
Oggi scopriremo quanta paura abbiano del voto degli italiani sia il Pd sia i 5 stelle. Già, perché nella giunta del Senato per le autorizzazioni a procedere nel pomeriggio si dovrà decidere sulla richiesta di processare Matteo Salvini per aver fatto aspettare in rada un centinaio di migranti.Nell'agosto scorso, invece di srotolare subito un tappeto rosso per accoglierli, l'ex ministro dell'Interno lasciò per tre giorni i presunti profughi a bordo della nave militare che li aveva soccorsi. E per questo ritardo nell'autorizzare lo sbarco, secondo i giudici del Tribunale dei ministri, avrebbe commesso nientepopodimeno che il reato di sequestro di persona plurimo.Tuttavia, se la richiesta della magistratura appare paradossale, ancora di più lo è il comportamento della maggioranza che sostiene il governo. Infatti, mentre nei giorni successivi alla richiesta dei magistrati, sia gli esponenti dei 5 stelle sia quelli del Partito democratico si dimostrarono desiderosi di consegnare al più presto il capo della Lega ai giudici, affinché lo condannassero, ora che è arrivata l'ora di prendere la decisione i suddetti scappano e fanno di tutto per rinviare la decisione della giunta per le autorizzazioni a procedere al mese prossimo. Qualche lettore forse penserà che al momento del dunque sia i grillini sia i piddini ci abbiano ripensato, riconoscendo l'assurdità di un procedimento giudiziario per sequestro di persona quando nessuno è stato trattenuto in cattività. A bordo della Gregoretti, ossia della motonave della Guardia costiera che li aveva raccolti in mare, i cosiddetti profughi non erano né reclusi né in pericolo di vita. Dunque dove sta il rapimento di extracomunitari? Possibile che uno Stato sovrano non possa negare l'ingresso a un gruppo di stranieri, in attesa di deciderne lo smistamento in altri Paesi europei? Domande legittime, che tuttavia non sono alla base di alcun ripensamento dei 5 stelle o del Pd. Se gli esponenti dei due partiti che compongono la maggioranza si sono fatti più cauti, al punto da cercare espedienti per rinviare la decisione sulla richiesta della magistratura nei confronti di Salvini, non è per un ripensamento. Sia i commissari di Grillo sia quelli di Zingaretti continuano a ritenere che sia giusto dire sì alla richiesta dei giudici, probabilmente nella speranza che, condannandolo a una pena detentiva, siano le toghe a liberarli dal capo della Lega. No, se 5 stelle e Pd non hanno più fretta di far processare Salvini non è perché si siano ricreduti e in un soprassalto di dignità si siano vergognati di percorrere la via giudiziaria per eliminare l'avversario. Tutt'altro: sempre più spregiudicati, sono pronti anche all'imbroglio pur di perseguire il loro obiettivo. In pratica, se cercano di rinviare il voto sull'ex ministro è solo per evitare che impatti sulle elezioni in Emilia Romagna e Calabria che si svolgeranno domenica prossima. Consegnare ai giudici il capo della Lega, ossia l'uomo che più si oppone all'invasione migratoria, potrebbe provocare la reazione di quegli elettori stanchi degli eccessi dell'accoglienza sinistrorsa e dunque far aumentare il consenso dei candidati di Salvini per il governo delle due regioni, con quel che ne consegue.Una vittoria del centrodestra, in particolare in Emilia, sarebbe per il governo Conte una scoppola che lo tramortirebbe. Già è assai sorprendente che il Pd, cioè il partito bocciato dagli italiani alle elezioni del 2018, sia riuscito con una capriola a ritornare a Palazzo Chigi. Ma se rimanesse al suo posto anche nel caso perdesse i suoi feudi rossi sarebbe uno schiaffo alla democrazia e alla volontà degli elettori. Dunque, bisogna evitare qualsiasi cosa faccia il gioco di Salvini, anche la sua consegna alla magistratura. Perciò, da manettari che erano, 5 stelle e Pd sono improvvisamente diventati garantisti, inventando ogni escamotage pur di rinviare il voto sulla richiesta di autorizzazione a procedere. Con la scusa che alcuni commissari erano assenti, in missione negli Stati Uniti per imparare a combattere la mafia (a guidare la singolare spedizione l'ex procuratore antimafia Piero Grasso), l'hanno tirata in lungo per giorni, fino a che il presidente del Senato ha sostituito gli assenti, come vuole il buonsenso e la norma. Dopo aver urlato al golpe, 5 stelle e Pd sono però ora di fronte a un bivio. O accettano di votare, e dunque subiscono anche le conseguenze della loro spregiudicatezza politica, o scappano, disertando la riunione pur di non votare a favore del processo. La fuga avrebbe un solo obiettivo: nascondere le proprie responsabilità e sperare che gli elettori non se ne rendano conto. Ma per evitare che i compagni scappino davanti alle loro responsabilità, ieri Salvini ha annunciato di aver chiesto ai commissari leghisti di dire sì alla richiesta dei giudici. Risultato: ora tocca a 5 Stelle e Pd dimostrare di che pasta sono fatti. Se hanno il coraggio delle loro azioni dovranno votare contro Salvini. Se temono il giudizio degli italiani, come è probabile, invece se la daranno a gambe.