2019-09-24
Oggi la Ocean Viking ce ne regala altri 182. Il decreto Sicurezza è già stato archiviato
Assegnato il porto di Messina alla nave carica di migranti. E le multe previste per i taxi del mare? Non se ne parla più.Via libera per la Ocean Viking. Il Viminale ha autorizzato la nave, gestita dalle ong Sos Mediterranee e Medici Senza Frontiere, a far sbarcare i 182 migranti che ha a bordo nel porto di Messina. Salvo imprevisti, l'imbarcazione dovrebbe attraccare nella mattinata di oggi. Sembra che la Commissione europea si occuperà della ripartizione dei migranti presenti sulla nave, in base a una richiesta di coordinamento arrivata a Bruxelles nel fine settimana. Stando a quanto si apprende da un portavoce dell'Esecutivo comunitario, cinque Paesi si sarebbero offerti per l'accoglienza. Grande soddisfazione è stata espressa dai volontari, che hanno dichiarato: «Dopo una mattinata tempestosa nel Mediterraneo centrale Sos Mediterranee Italia ha richiesto un porto sicuro per le 182 persone rimaste a bordo della Ocean Viking. Le autorità italiane competenti hanno assegnato Messina come porto sicuro. Siamo sollevati». Di tutt'altro avviso il leader della Lega, Matteo Salvini, che su Facebook ha commentato: «Il governo del tradimento apre le porte a un'altra Ong. Gli italiani non lo dimenticheranno». Prendendo parzialmente spunto dal caso Ocean Viking, è intervenuto ieri a Napoli il comandante della nave Open Arms, Riccardo Gatti, che ha affermato: «I rappresentanti delle istituzioni sembrano più rispettosi dopo mesi in cui erano stati sdoganati discorsi volgari e pretestuosi. Non posso ancora dire che l'atteggiamento del governo sia maggiormente dialogante nei nostri confronti, vedremo. Oggi intanto c'è il summit a Malta, ma abbiamo assistito ancora alla vergognosa attesa in mare della Ocean Viking. Io da anni faccio questo lavoro e ho visto il degrado che si è accentuato, purtroppo sono ancora un po' restio a dirmi fiducioso». La questione della Ocean Viking mette in luce alcune problematiche che rischiano di caratterizzare in modo sempre più profondo il governo Conte bis. In primo luogo, al momento non è molto chiaro se sulla questione verrà applicato il decreto sicurezza bis, che - tra le altre cose - prevedrebbe pesanti sanzioni, oltre alla confisca della nave. Del resto, oltre che di ordine pubblico, il nodo è anche (e forse soprattutto) di carattere politico. Notoriamente quella norma - approvata in via definitiva all'inizio di agosto - rappresentava il cavallo di battaglia della Lega ma, nonostante alcune ragguardevoli defezioni, venne votata anche dal Movimento 5 stelle. Nel corso della crisi di governo e nella formazione della nuova maggioranza giallorossa ha rappresentato uno dei punti maggiormente controversi per i grillini, che andavano ad allearsi con forze politiche - Pd e Leu - da sempre nettamente contrarie al provvedimento. A difendere la norma sono tuttavia stati alcuni esponenti di spicco del Movimento: da Stefano Buffagni allo stesso Luigi Di Maio. Senza poi dimenticare che, pur talvolta con qualche malumore, i grillini abbiano sovente spalleggiato la linea dura di Salvini sui porti, quando erano alleati nel vecchio esecutivo gialloblu. Sarebbe quindi ben strano se adesso accettassero un nuovo corso senza batter ciglio. L'altro elemento da sottolineare è che il governo Conte bis ponga da sempre molta enfasi sul ruolo che gli altri Paesi europei dovrebbero svolgere nell'aiutare l'Italia sul versante migratorio. In questo senso, la maggioranza giallorossa sottolinea costantemente la necessità di intrattenere buoni rapporti con l'asse franco-tedesco, onde evitare che Roma resti isolata. Il punto è che, almeno finora, di risultati se ne sono visti pochi. Non solo perché Parigi mostra un certo scetticismo nell'accogliere i migranti economici (che sono la maggior parte). Ma anche perché il vertice, tenutosi ieri a La Valletta tra i ministri dell'Interno di Italia, Germania, Francia e Malta, non sembra aver prodotto troppo. Se sembrerebbe esserci accordo su una «redistribuzione dei migranti su base obbligatoria», la rotazione dei porti di sbarco resta di natura «volontaria», cioè senza alcun meccanismo automatico (e quindi vincolante). Non si tratta esattamente di una buona notizia per l'Italia, i cui porti rappresentano una delle mete principali delle navi delle Ong. Senza contare che la redistribuzione non riguarderà gli sbarchi autonomi (che sono la maggioranza) ma solo i migranti soccorsi dalle navi. Insomma, quella a cui si assiste è una linea quantomeno poco chiara, da parte dell'esecutivo italiano. Una confusione magistralmente espressa da Giuseppe Conte una decina di giorni fa, quando - trattando del tema migratorio - disse: «Non solo manterremo il rigore, ma saremo ancora più rigorosi sull'immigrazione clandestina rispetto al governo precedente. Anche se saremo umani». Un'affermazione il cui significato francamente sfugge. Non solo perché non è chiaro che cosa voglia dire in termini di operatività concreta. Ma anche perché lascerebbe intendere che il governo precedente sull'immigrazione fosse disumano. Proprio quel governo però che - come l'attuale - portava il nome dello stesso Conte.