2020-11-01
Nuove tasse per spingere a comprare Btp
La legge Finanziaria è funestata dai problemi imposti dal Covid e da quelli ereditati dai precedenti governi. Inevitabile sforare il debito. Servono altri soldi. Ma per convincere gli italiani a sborsare denari su determinati strumenti si rischia l'inferno fiscale.Il rimbalzo del Pil basterà a tenere in piedi i conti. È la frase che il ministro Roberto Gualtieri ripete più spesso. Anche al di là delle evidenze aritmetiche. Probabilmente non è più solo ottimismo destinato alla popolazione, ma un ritornello a uso della maggioranza stessa pronta a spaccarsi per un dpcm, figuriamoci per la discussione di una legge Finanziaria, quella sul 2021, che già ora si trova funestata da decine di problemi imposti dal Covid e da altrettanti ereditati dai precedenti governi. Ieri Gualtieri ha ribadito che il governo è pronto a mettere a bilancio ben 70 miliardi di euro per l'anno nuovo. Di questi 24 sono nuovo deficit, almeno 15 sarebbero frutto dell'anticipo Ue sui fondi del Recovery e i rimanenti 31 eredità della manovra 2020. La stessa portata in Aula dal ministro pd. Il quale non può ignorare quanto ha firmato solo un anno fa. Dei 31 miliardi appostati a fine 2019 per il 2021, addirittura 20 servono esclusivamente per evitare l'innalzamento dell'Iva. Sono le famose clausole di salvaguardia eredità del 2011. Una massa ingente di denaro che non va a nessuno e serve solo a scongiurare un innalzamento dell'imposta sui consumi, cosa che equivarrebbe a una mazzata finale. Degli altri circa 10 miliardi, più o meno 8 erano stati stanziati per i bonus fiscali, per l'edilizia e per il sostegno al reddito. Per la sanità soltanto 895 milioni. E anche chi vuole pensare che i 24 miliardi a deficit della manovra di dicembre bastino a tappare i buchi del Paese, finirà con il rimanere deluso. Basti pensare che i circa 5 miliardi (come si evince dal documento inviato a Bruxelles due settimane fa) destinati alla cassa integrazione erano in gran parte risultato delle minori spese dell'anno in corso. Nel frattempo il lockdown è calato di nuovo sul Paese e il governo ha pensato bene di estendere la Cig Covid dal 15 novembre (assieme al divieto di licenziamento) fino a fine marzo del prossimo anno. Così ha azzerato i risparmi del 2020 e già esaurito lo stanziamento ex novo per il 2021. Risultato? Serviranno altri soldi e altro deficit. Lo stesso discorso varrà infatti per i trasporti, per le infrastrutture e per la sanità. Peccato che ieri, nonostante le dichiarazioni modello «Magico mondo di Amelie», Paolo Gentiloni abbia spento ulteriormente la fiammella della speranza giallorossa a favore del Recovery fund. «Penso che grossomodo i tempi previsti saranno rispettati, nella tarda primavera dell'anno prossimo potrebbe arrivare la prima tranche, il 10% del piano. Se l'Italia fa un piano che comprende anche i prestiti sono circa 20 miliardi», ha detto il commissario Ue agli Affari economici, ricordando che sono già arrivati, intanto, i primi 10 miliardi di Sure e che «sarà il caso di fare richiesta pure del Mes». La cieca ostinazione con cui insiste Gentiloni cozza con le parole pronunciate venerdì dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della giornata del Risparmio. «Questo evento si tiene durante una crisi profonda, che richiede misure urgenti per salvaguardare il presente e, soprattutto, il futuro della nostra società», ha detto. «Il risparmio, tradizionale patrimonio del nostro Paese - la cui tutela è sancita dalla Costituzione - può concorrere alla ripartenza», ha concluso con una certa ambiguità che ha aperto ai peggiori timori sulla tassa patrimoniale. La realtà è che i soldi Ue non arriveranno mai in tempo utile e il Quirinale sa che questa sarà la peggior manovra degli ultimi 20 anni. Servirà più deficit e servirà una garanzia per il nuovo debito. La scorsa estate hanno parlato apertamente dell'utilizzo dei risparmi italiani due figure di spicco della finanza italiana. Il banchiere emerito Giovanni Bazoli e il numero uno di Consob, Paolo Savona. Il primo ha lucidamente ricordato che in tempi difficili si contribuisce mettendo i risparmi nelle obbligazioni di Stato. Poco dopo è partito con successo Btp Futura. Savona si è spinto a chiedere dei bond perpetui o irredimibili. Un progetto hard che consentirebbe maggiore sostenibilità del debito, rendite garantite per gli italiani però a discapito della facilità di scambio. In entrambe i casi i progetti non sarebbero forzosi, ma gli italiani andrebbero spinti in questa direzione. Ecco che forse dietro alle parole di Mattarella potrebbe esserci l'urgenza di avviare percorsi di nuova emissione al di fuori dei mercati tradizionali per ben due motivi. Il primo rendere più sostenibile la prossima legge Finanziaria e il secondo (al momento ancora un tabù) creare un cuscinetto per le aziende in caso di credit crunch delle banche. Le nostre aziende sono iper indebitate e i fondi garantiti di Giuseppe Conte sono solo altro debito. Potrebbero trovarsi vicine al punto di rottura e allora potrebbero aver bisogno dei risparmi degli italiani per ripartire. Il lato pruriginoso sarebbe quello fiscale. È chiaro che per spingere a investire su certi strumenti al governo non rimane altro che alzare le tasse su tutti gli altri e pure sulle imposte di bollo. Scelta non nuova che potrebbe essere messa di nuovo in campo a breve. D'altronde, se dovessero servire 200 miliardi di nuove emissioni, per convincere gli italiani a sborsarli dall'altra parte bisognerà scatenare l'inferno fiscale.