2020-12-09
Nove mesi di sacrifici andati sprecati
La gestione della crisi sanitaria è stata caratterizzata da inefficienze e lentezze. Un'azione di governo consunta che anziché del futuro si preoccupa dei posti a tavola.Presidente Associazione Guido CarliLa gestione della crisi sanitaria è stata titubante, caratterizzata da inefficienze e lentezze nell'erogazione dei fondi promessi ma soprattutto priva di un obiettivo chiaro verso cui orientare il Paese e attorno cui costruire un vasto consenso per dare un significato ai sacrifici che da nove mesi vengono richiesti agli italiani. Eppure, in luglio e agosto il governo usava toni trionfalistici per descrivere il proprio operato, in un vortice autocelebrativo così potente da indurre il ministro della Salute, Roberto Speranza, a scrivere un libro intitolato Perché guariremo. Dai giorni più duri a una nuova idea di salute. Nel libro veniva spiegato ai cittadini come la sciagurata stagione degli sprechi fosse finita, e una nuova era progressiva si fosse aperta davanti a loro: il governo aveva avviato «una rivoluzione copernicana capace di portare la sanità davvero vicino al cittadino: semplice, efficiente, integrata». In realtà, la gestione della crisi Covid-19 rischia di infliggere il colpo fatale alla società italiana. Forse inebriato dal profumo del proprio successo (lampante solo agli occhi dei suoi stessi membri), il governo congelava la sua azione e il blackout estivo consegnava un Paese impreparato alla seconda ondata del virus. Adesso il Natale è alle porte e i ministri si preoccupano di studiare meticolosamente quante persone potranno sedersi insieme a tavola, mentre il piano per la gestione del Recovery fund è ancora in alto mare, la questione scuola irrisolta, la crisi economica e sociale potenzialmente devastante. Sul fronte europeo, litigi, confusione e ritardi interni alla maggioranza, non fanno altro che aumentare le perplessità a Bruxelles e nelle altre capitali europee nei confronti dell'Italia, offuscandone ulteriormente la già non fulgida autorevolezza.Nove mesi di sacrifici sembrano andati sprecati. Le restrizioni delle libertà non hanno dato risultati concreti, la crisi è stata strumentalizzata da alcune componenti della maggioranza per affievolire il ruolo del Parlamento, attenuare la dialettica democratica - smorzando la voce dell'opposizione -, esaltare la propria bramosia di controllo. Tuttavia, la frattura politica e sociale dell'Italia rischia di aggravarsi oltre le aspettative dei partiti dell'attuale maggioranza. In questo scenario, proprio il ruolo dell'opposizione diventa cruciale per preservare la fiducia dei cittadini nello Stato. Lasciano dunque ben sperare alcune significative dichiarazioni - e azioni - dei due principali leader dell'opposizione, che devono essere ispirate alla fermezza e alla saggezza. I tentennamenti del governo potrebbero avere esiti diversi qualora si crei una piena unità d'intenti, cementata da una comune e chiara visione degli obiettivi da perseguire, tra i due principali partiti del centrodestra. Questi due partiti avrebbero tutto l'interesse a promuovere l'emersione di una voce liberaldemocratica al proprio interno - o con loro strettamente e strategicamente alleata - per dare una credibile, seria e solida alternativa politica agli elettori italiani. Nell'attuale frangente, in cui dobbiamo cominciare a tracciare la strada per un futuro diverso, il ruolo dell'opposizione diventa decisivo e può risultare più importante della stessa - ormai consunta - azione di governo. Il futuro dell'Italia dipende soprattutto da quanto accadrà nei prossimi mesi nel perimetro esterno alla maggioranza parlamentare. I segnali che si percepiscono dai vertici e dalla base di Lega e Fratelli d'Italia inducono a essere fiduciosi.
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