2023-04-26
Non ci siamo liberati di ipocrisie e falsità
La narrazione comunista ha preso il sopravvento sulla realtà storica tanto che oggi quasi nessuno osa ricordare gli orrori commessi anche dai vincitori. Se il nazifascismo è stato sconfitto, lo dobbiamo agli anglo-americani: ma dirlo non conviene.Il 25 Aprile si festeggia la liberazione dell’Italia dal nazifascismo. Sarebbe molto interessante se fosse la festa della libertà, e quindi della verità; dovrebbe essere ricordo dell’eroismo e dei morti, tutti i morti; la commemorazione delle vittime innocenti, tutte le vittime innocenti; dovrebbe contenere il rimpianto per tutte le distruzioni; dovrebbe essere il momento di un’assunzione di responsabilità di tutti i crimini commessi e non un’ignobile fiera di ipocrisia sempre più grave. Nel 25 Aprile viene saltato a pie’ pari il discorso di tutte le responsabilità per il fascismo. Come sottolineava Winston Churchill, Italia è diventata in pochi istanti una nazione di 45 milioni di antifascisti dopo essere stata fino a un attimo prima una nazione di 45 milioni di fascisti. Dato che ho l’onore di appartenere a una famiglia antifascista, dove nessuno ha avuto la tessera del partito, posso dire che trovo leggermente ridicoli gli appassionati antifascisti dell’ultima ora. Manca l’assunzione di responsabilità sui crimini commessi anche dai vincitori. La guerra non è un film della Walt Disney, tutti si incarogniscono in guerra, un ulteriore motivo per non farne mai, e alcuni finiscono per commettere crimini odiosi e orrendi anche se sono dalla parte giusta della barricata. Resistenza tricoloreNel suo libro La Seconda Guerra Mondiale, libro con cui vinse il premio Nobel per la letteratura nel 1953, Churchill dà sulla resistenza italiana un giudizio molto severo: poco più che irrilevante da un punto di vista militare. Se è innegabile che si tratti di un’affermazione eccessiva, era interesse di Churchill levare completamente un qualsiasi merito al popolo italiano, altrettanto vero è che l’Italia è stata liberata dagli anglo-americani, sistematicamente assenti dai festeggiamenti.La resistenza, come la nostra bandiera, ha tre colori. I partigiani verdi sono quelli di Giustizia e libertà, Oriana Fallaci e Primo Levi, poche armi, molti ideali, scarsa capacità militare. I partigiani bianchi erano gli ex militari, i badogliani. Avevano le armi e sapevano usarle. Avevano una struttura militare. Erano in contatto con gli alleati di cui eseguivano gli ordini così da facilitarne le operazioni. Sono quelli che hanno avuto più peso dal punto di vista militare. I partigiani verdi e quelli bianchi hanno fatto una guerra al nazifascismo. Una volta che il nazifascismo è finito, è finita la loro guerra. Sono tornati alle loro occupazioni, hanno ricostruito il Paese. I partigiani rossi erano quelli agli ordini di Stalin. Il loro scopo non era solo il crollo il nazifascismo, ma anche l’instaurarsi di una dittatura comunista. Per loro la guerra non è finita. Sono quelli che hanno fatto le operazioni più discutibili, per non dire inutili, dal punto di vista militare, per esempio Via Rasella, per esempio Sant’Anna di Stazzema, per esempio Marzabotto, che hanno scatenato le peggiori rappresaglie contro civili. mattanza partigianaNel suo terrificante libro Omaggio alla Catalogna lo scrittore e saggista inglese George Orwell ricorda come nella guerra di Spagna, ma anche nella resistenza italiana, i partigiani assassinati dai partigiani comunisti sono più numerosi dei partigiani assassinati dai nazifascisti. In alcuni casi i partigiani di Stalin li hanno consegnati alla Gestapo. Lo ricorda Arthur Koestler nel suo libro Buio a Mezzogiorno. L’episodio più drammatico in Italia è stata la strage di Portius, dove un gruppo di partigiani bianchi, che includeva tra le sue file anche il fratello di Pierpaolo Pasolini, è stato massacrato da un gruppo di partigiani comunisti. I partigiani rossi sono quelli che hanno assassinato Benito Mussolini e la sua compagna Claretta Petacci. Come ho già dichiarato, ho l’onore di appartenere a una famiglia di antifascisti, e proprio per questo insisto che sarebbe stato molto bello che la democrazia del mio Paese fosse nata da un decente processo. Se, inoltre, le colpe di un Benito Mussolini sono molte, non altrettanto si può dire della signora Petacci. Ci sono molti dubbi sul fatto che l’episodio sia stato ulteriormente infangato da uno stupro sulla giovane donna e dal furto dell’oro di Dongo. Se fosse rimasta in vita la signora Petacci non avrebbe certo rifondato il partito fascista, avrebbe arricchito il settimanale Gente di numerose interviste sul tema la mia vita con il Duce, e avrebbe continuato a vivere senza torcere un capello a nessuno. Quei due corpi linciati appesi per i piedi sono qualcosa di immondo, sono qualcosa degno di nazifascisti e indegno di una democrazia. I partigiani rossi si sono macchiati anche di crimini orrendi e odiosi contro ex fascisti, contro il loro parenti e congiunti, contro innocenti, contro sacerdoti, contro seminaristi, contro donne e ragazzine, contro combattenti antifascisti che, una volta instaurata una dittatura comunista, sarebbero stati dissidenti. battaglia senza fineIl giornalista Giampaolo Pansa ha avuto il coraggio di raccontare queste dolenti atroci storie. Una volta finito il nazifascismo, i partigiani rossi sono rimasti in guerra, una guerra permanente che ha sterminato migliaia di desaparecidos nel cosiddetto triangolo rosso e continua a esistere racchiusa nella molto discutibile associazione Anpi, prova vivente dell’affermazione che reduci si nasce e chi nasce reduce non molla la sua posizione per nulla al mondo. L’Anpi macina quattrini dei contribuenti italiani per portare avanti la fantasiosa teoria che il fascismo esista sempre, e che sia sempre pericoloso. Se questo fosse vero, sarebbe la dimostrazione, al di là di ogni ragionevole dubbio, dell’assoluta inutilità dell’Anpi, che evidentemente non è riuscita ad annientarlo. Potremmo scioglierla risparmiare un po’ di quattrini dei contribuenti? La festa della liberazione è una festa dell’ipocrisia perché non ricorda due cose: la prima è che siamo stati liberati degli anglo-americani; e la seconda è che non si è trattato di una liberazione. Tra liberatori c’erano anche i francesi, con truppe marocchine al seguito. Tra i liberatori c’era anche la Brigata ebraica. Qualsiasi cosa pensino l’Anpi e i servizi sociali dello Stato di Israele, la verità storica non cambia: tra i liberatori c’era la Brigata ebraica. Il fatto che la Brigata ebraica sia sistematicamente fischiata e aggredita dimostra che tutta la baraccata del 25 Aprile non ha niente a che fare con la verità storica. Non fu certo una liberazione completa. Fu una liberazione all’80%, se volete, forse meglio il 75%, magari il 60. È stata una liberazione fatta mediante bombardamenti crudeli, non tutti indispensabili all’esito della guerra; è stata in effetti una non liberazione perché è stata seguita un’occupazione del territorio. La Val d’Aosta l’abbiamo salvata combattendo. Il generale Charles De Gaulle aveva deciso di approfittare della vittoria nella seconda guerra mondiale per invadere la Val d’Aosta. Fu fermato il 28 aprile del 1945 da artiglieri della Repubblica Sociale Italiana e da una divisione partigiana che, schierati gli uni accanto agli altri, vicino al confine italo-francese nella Vagrisence, hanno difeso i confini della patria. E soprattutto nel nostro territorio esistono le basi americane, esistono innumerevoli bombe atomiche piazzate su missili, il che ci rende il primo bersaglio in caso di una guerra atomica. L’influenza statunitense si è sempre manifestata in maniera piuttosto pesante sui nostri governi. Quindi gli anglo-americani ci hanno liberato dai nazifascisti, benissimo, ci hanno dato la libertà parziale, sicuramente, e questo è già una bella cosa. Meglio la libertà apparente di una dittatura manifesta. Però noi non siamo liberi. A questo si aggiungono i tre anni di delirio della cosiddetta pandemia. Prove di dittaturaLa nostra libertà, la nostra tanto decantata Costituzione non ci hanno protetto dalla sottrazione delle libertà più elementari, compiute da individui clamorosamente ipocondriaci quando in buona fede e in clamoroso conflitto di interessi quando la buona fede può cominciare a essere messa in dubbio. Ci sono stati imposti sieri genici sperimentali con effetti collaterali spaventosi e solo in parte noti e soprattutto capaci di violare la barriera ematoencefalica.Ha spiegato il custode della Costituzione, dottor Sergio Mattarella, che non possiamo considerarci antinazisti se non mandiamo denaro e armi per continuare all’infinito l’atroce guerra in Ucraina, sostenendo anche tizi che hanno le svastiche tatuate sul petto, o anche da altre parti, e che dedicano i francobolli a Stefano Bandera, glorioso sterminatore di polacchi ed ebrei. Il 25 Aprile dobbiamo rigorosamente ricordare i destinati ad Auschwitz ma non nominare nemmeno quelli sterminati in Ucraina da Einsatzgruppen, letteralmente Unità operative, dette anche squadre della morte, costituite al 70% da ucraini e al 30% da tedeschi; e soprattutto non dobbiamo ricordare per nessun motivo gli ebrei di Galizia e Volonia sterminati dai nazisti ucraini, soli, di Stepan Bandera. Mentre ci informano che Auschwitz è stata liberata dagli ucraini e/o dagli anglo-americani e/o dagli extra terrestri, ci permettiamo sommessamente di indicare la prima fondamentale differenza tra dittature e democrazie vere. Le democrazie imparano dalla storia. Le dittature la riscrivono. Vorrei essere esonerata come contribuente a dover continuare a finanziare l’Anpi. È vero che reduci si nasce, ma esistono anche limiti alla infinita longevità dei veterani nati.