2020-12-30
Lo sport italiano galleggia tra nomine e riforme
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Il 2021 è un anno importante per tutto lo sport italiano: tra febbraio e maggio si rieleggono i vertici di Coni e Figc. Incognite su Antonella Bellutti. Gabriele Gravina verso la riconferma.Finché il governo non concederà l'autonomia richiesta dal Coni resta vivo il rischio di una sanzione del Cio e di presentarci alle Olimpiadi di Tokyo senza bandiera e senza inno.Lo speciale contiene due articoli.L'anno che comincia è un anno molto importante per tutto lo sport italiano. Tra febbraio e maggio si rieleggono i vertici di Coni e Figc. Per quanto riguarda il Comitato olimpico sarà un testa a testa tra il presidente in carica Giovanni Malagò e la candidata Antonella Bellutti, ex "pluriatleta", avendo praticato nel corso della sua carriera ben tre discipline diverse - pistard, ciclismo su strada e bob - ed è infatti l'unica atleta italiana ad aver partecipato sia alle Olimpiadi estive che a quelle invernali, ed è anche l'unica ad aver fatto parte della nazionale di tre federazioni diverse. Nella sua carriera ha vinto due ori olimpici ad Atlanta 1996 e a Sydney 2000. «Lo sport vive di logiche di potere, burocrazia ed emarginazione che ho vissuto e anche subito. Metto a disposizione la mia energia e le mie idee libere da pregiudizi» ha affermato la Bellutti, prima donna a candidarsi alla guida del Coni in 106 anni di storia, quando ha annunciato ufficialmente la sua corsa alla presidenza del Comitato olimpico nazionale italiano. L'elezione di presidente, giunta e consiglio nazionale si terrà il 13 maggio a Milano presso le sale del Tennis Club Milano Alberto Bonacossa, ex tennista, pattinatore artistico su ghiaccio e dirigente che ha fatto la storia dello sport italiano nella prima metà del Novecento. Una scelta non casuale e ben ragionata da Malagò. L'attuale numero uno del Coni, infatti, vuole da una parte manifestare un segnale di distacco nei confronti di Roma in quanto città amministrata dal sindaco 5 stelle Virginia Raggi, considerata la responsabile della rinuncia alla candidatura olimpica dell'Italia, e dall'altra sottolineare il valore simbolico della città di Milano in vista dei Giochi invernali che il capoluogo lombardo ospiterà insieme a Cortina nel 2026. Non si votava a Milano dal 27 luglio 1946, anno in cui venne eletto Giulio Onesti. Le dinamiche dell'elezioni sono le seguenti: ci sono i grandi elettori costituiti dai 44 presidenti federali, dai 9 rappresentanti degli atleti, dai 4 tecnici, dai 6 delegati regionali e provinciali e dai 3 delegati delle discipline associate, a cui vanno aggiunti un dirigente delle associazioni benemerite, il presidente uscente, il membro del Cio, Ivo Ferraini, e i 5 rappresentanti degli enti di promozione.In Figc la faccenda è differente. Tutti gli indizi portano alla riconferma di Gabriele Gravina. All'attuale numero uno della Federcalcio è stato riconosciuto da tutti i fronti la brillantezza, seppur tra mille difficoltà, con il quale ha traghettato il sistema calcio nell'annus horribilis della pandemia da coronavirus. Si voterà il 22 febbraio a Roma, presso il Cavalieri Waldorf Astoria. «Deciderò per la mia candidatura se ci saranno componenti che ritengono che questo lavoro fatto dal sottoscritto vada portato avanti. Se dovessi percepire entusiasmo per la continuità sarò ben felice di andare avanti. Se invece dovessi percepire che non c'è condivisione, non sul voto ma sul percorso da me tracciato, non ho nessuna voglia di ricoprire quel ruolo. Metterò sul piatto quanto fatto in due anni. Un lavoro tramite il quale abbiamo recuperato dignità non solo nelle competizioni sportive» ha spiegato Gravina nel corso dell'ultimo consiglio federale. Tra i candidati ci sarà Cosimo Sibilia, presidente della Lega nazionale dilettanti, uscito allo scoperto dopo il consiglio federale della Figc durante il quale Gravina ha annunciato la data dell'elezione: «Per candidarmi alle prossime elezioni della Figc c'è bisogno dell'indicazione dei delegati della Lnd. Noi abbiamo sempre dato segnali di grande responsabilità, sempre in ottica di sistema. E ricordo, che rappresentiamo il 34% del consiglio». Campagna elettorale e giochi di alleanze sono già cominciati con Gravina che, dal canto suo, punta al doppio colpo, visto che pochi giorni dopo l'elezione di Roma, il 2 marzo ci sarà il congresso Uefa, dove l'attuale numero uno della Figc vorrebbe entrare nel cda del massimo organismo calcistico europeo.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="True" data-href="https://www.laverita.info/nomine-sport-2649700138.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="il-rischio-di-andare-alle-olimpiadi-senza-bandiera-e-inno" data-post-id="2649700138" data-published-at="1609435498" data-use-pagination="False"> Il rischio di andare alle Olimpiadi senza bandiera e inno Ansa Se il Coni non riceverà l'autonomia dal governo, alle Olimpiadi c'è il rischio che il Cio sanzioni l'Italia e che gli atleti italiani si presentino senza inno e senza bandiera a Tokyo. Sarebbe un grave danno d'immagine per un sistema, quello dello sport italiano, che sta vivendo un momento storico complicato nel tentativo di uscire dalle secche in cui è finito dopo il dilagarsi della pandemia da coronavirus e che ha un forte bisogno di riforme.In particolare la tanto conclamata riforma dello sport per cui è necessaria in tempi sempre più stretti - il 27 gennaio si riunisce l'esecutivo Cio con ordine del giorno il caso Italia - la stesura di un decreto legge da parte del governo. In queste prime settimane dell'anno il ministro allo Sport Vincenzo Spadafora porterà in Consiglio dei ministri un testo, ma servirà avere il via libera da tutti e tre i partiti che sostengono la maggioranza del governo Conte, Pd, 5 stelle e Italia Viva. Nel testo si parla di come utilizzare i fondi destinati allo sport e quindi di autonomia economica e gestionale del Coni, ma anche della divisione dei compiti tra Coni, Sport e salute, Dipartimento e organismi sportivi come le federazioni.«La situazione è sempre più complessa. Ci sono solo tre strumenti normativi: legge di stabilità, milleproroghe o un decreto legge. Senza legge non c'è nessuna possibilità di non entrare nell'orbita di una sanzione internazionale. Ho avuto un lungo incontro con il presidente Conte, molto preoccupato per la situazione anche per l'impegno preso a Losanna con Bach. Tutti sanno tutto e tutti hanno la responsabilità di quello che può succedere nelle prossime settimane. Rischiamo un danno di immagine clamoroso che ci trascineremo per generazioni» aveva avvertito Malagò in uno degli ultimi consigli del 2020. Il 29 dicembre, Spadafora, ha rilasciato queste dichiarazioni a Speciale Agorà su Rai3: «Malagò e il Cio ritengono che il Coni non abbia pienamente rispettato una serie di cose previste dalla Carta Olimpica: l'autonomia funzionale e quell'indipendenza che i comitati olimpici devono avere. In parte, quello che dice Malagò è vero, noi però la soluzione l'avevamo trovata presentando un decreto che dava una serie di misure per la piena autonomia al Coni, ma le forze di maggioranza non l'hanno approvato. Ripartiremo da quel decreto e vedremo se in Consiglio dei ministri si troverà la convergenza».