2023-02-22
Nomine Rai nel segno dell’austerità. Fuortes sotto la mannaia dell’Agcom
Rischio sanzioni per gli spot occulti di Chiara Ferragni, il bacio omosex di Fedez e la devastazione di Blanco. Giorgia Meloni cerca insospettabili, Matteo Salvini vuole una stretta sui conti dell’azienda. Chi sale e chi scende nel borsino.C’è una cartellina azzurra sulla scrivania di Giorgia Meloni con scritto: Rai. Viene di attualità oggi 22 febbraio perché l’Agcom - autorità per le comunicazioni - deve pronunciarsi sulla pubblicità occulta che Chiara Ferragni avrebbe fatto a sé stessa, a Instagram e ad Amadeus e su due esposti: uno per il bacio omosex tra Rosa Chemical e Fedez, l’altro per la devastazione-esibizione di Blanco sul palco dell’Ariston. Una sanzione sarebbe una bomba a scoppio ritardato piazzata sotto i vertici Rai. Il titolo che si potrebbe dare a questo dossier, frugando tra le teche di Saxa Rubra, è: Almanacco del giorno dopo. E non dopo Sanremo, anche se molti avrebbero voluto la scomunica immediata dei vertici Rai. Certo, se l’Agcom sanziona tutto si accelera. Giorgia Meloni punta su Giampaolo Rossi, ma, a meno di una improbabile legge ad personam, si deve attendere il 2024 per l’approdo ai vertici della Rai dell’ex consigliere di amministrazione in quota Fdi. La Meloni non ha ancora aperto il dossier Rai: ragiona su un orizzonte di legislatura, ma col passo dell’ineluttabilità. Le nomine le decide lei e le raccomandazioni servono a poco. Ha chiesto a Giampaolo Rossi - resta l’uomo Rai di Fratelli d’Italia - una ricognizione dei curricola, soprattutto dei sedicenti amici. La Meloni vuole fare nomine al di sopra di ogni sospetto: chi ha gestito in proprio la poltrona, chi minimamente è sfiorato da un si dice è fuori concorso. Il palazzone di Corso Mazzini pare una tonnara: quelli entrati nella camera della morte sono in preda a una frenesia. Si pensa a fare cassa o a sistemare gli amici prima di doversene andare. Di essere a tempo lo sanno perfettamente Carlo Fuortes, amministratore delegato che piace solo alla gente che piace, la presidente Marinella Soldi (a dispetto del suo cognome in Rai sono proprio quelli che mancano), un po’ stufa di un’azienda che non è un’azienda e, per li rami, i direttori di «genere». Primo della lista è Stefano Coletta e il suo inner circle che ha un perimetro definito tra l’Alpheus (il locale gay più chic della capitale) e via del Nazzareno (sede del Pd). Poi ci sono Antonio Di Bella, guida l’approfondimento e sarà pensionato, Maria Pia Ammirati ex fedelissima di Massimo D’Alema ora a capo della fiction dopo aver esplorato tutto l’universo Rai. Coletta ha sul conto anche l’eccessiva dipendenza dagli agenti. Al loro ultimo giro sono Lucio Presta - gli sarà sicuramente tolto il prossimo Sanremo - e Beppe Caschetto che è l’anfitrione della santa alleanza rossa: tra il milieu de La7, la Rai di sinistra e il riservato dominio di Fabio Fazio destinato a cercarsi un’altra occupazione come molti dei conduttori in quota o in flirt col Pd e i 5S. Matteo Salvini invece ha fretta. Giocando d’anticipo ha posto il tema delle candidature ai vertici delle più rilevanti aziende di Stato: Eni ed Enel su tutte, con una finestra sul Cavallo. La Lega chiede subito la testa di Fuortes, punta soprattutto ai programmi cosiddetti di «territorio». La partita del Tg2 si è chiusa con Nicola Rao al posto di Gennaro Sangiuliano (il ministro dei Beni culturali è uno dei cacciatori di teste Rai per conto della Meloni) con soddisfazione di Fdi. C’è il Tg1 e si dice che Monica Maggioni si sia affrettata a mettersi a disposizione di Palazzo Chigi e si copre su Forza Italia. La Meloni avrebbe risposto: non faccio guerra alle donne. Fuori da tutti i giochi è Giuseppe Carboni (ex Tg1) finito nel cono d’ombra come tutti i «grillini». La partita a Mazzini si gioca tra la Lega che con Giancarlo Giorgetti ministro dell’Economia è l’azionista di maggioranza assoluta e Fratelli d’Italia, a Forza Italia andranno molte delle vicedirezioni che vengono praticamente tutte azzerate. Salvini vuole mettere a dieta di soldi la Rai: via il canone dalla bolletta, basta cachet stellari a quelli che poi ti fanno la guerra, maggiore attenzione ai poli produttivi del Nord con potenziamento del centro di produzione di Milano e anche di Torino. Anche Napoli avrebbe una parte di programmi: la stagione delle produzioni esterne sta per finire e il nuovo verbo aziendale è austerità. Milo Infante - conduce ora su Rai 2 Ore 14, vicedirettore ad personam - sarebbe indicato come nuovo direttore del day-time al posto di Simona Sala che tornerebbe alla radio. A Milano si sposterebbero tutte le trasmissioni di territorio affidate alla diretta cura di Infante. L’uomo forte di questa nuova fase è Roberto Sergio, attuale direttore di RadioRai, che si è dissociato fragorosamente dal recente Sanremo. Sarebbe il successore di Coletta. Ma questi giochi si faranno in autunno. Giorgia Meloni ha due priorità: risolvere il «nodo» Giampaolo Rossi e far partire la Commissione parlamentare di vigilanza Rai indispensabile per cominciare la partita a scacchi. Giampaolo Rossi con la legge attuale deve saltare un turno. E questo consiglia prudenza. Se Fuortes salta - e pare che il Quirinale che lo protegge abbia fatto un passo indietro - prima del 2024 e il suo posto viene preso da Rossi che però è già stato consigliere Rai, alla scadenza di questo cda l’uomo della Meloni dovrebbe lasciare perché ai vertici Rai è possibile un solo bis. Quindi bisogna aspettare il 2024, scadenza di questo cda, per procedere a nominare Rossi amministratore delegato e direttore generale della Rai. A meno che una volta insediata la nuova Commissione parlamentare di vigilanza, Giancarlo Giorgetti riunisca l’assemblea dei soci e faccia dimettere tutto il cda. Per Fuortes ci sono due incognite legate a Sanremo niente affatto piacevoli. La prima è l’inchiesta della Corte dei Conti per danno erariale sulla presunta pubblicità occulta dei Ferragnez. La seconda è legata alla riunione di oggi dell’Agcom. Sul tavolo c’è ancora il caso Chiara Ferragni. Su questo in cda il consigliere espressione dei dipendenti Rai, Riccardo Laganà, ha fatto il diavolo a quattro. Il consigliere Agcm Massimiliano Capitanio della Lega (è in corsa per un nuovo incarico in Rai insieme all’ex forzista Andrea Ruggieri indicato per uno dei Tg) è deciso ad arrivare alla sanzione. La seconda grana sempre sul tavolo dell’Agcm sono due esposti: il primo è dell’associazione Pro vita& famiglia per il bacio e la simulazione di rapporto sessuale sempre a Sanremo tra Rosa Chemical e Fedez, il secondo della Lega per l’esibizione-devastazione di Blanco sul palco dell’Ariston. Le sanzioni a carico della Rai potrebbero essere molto pesanti (oltre 600.000 euro per ogni esposto) soprattutto sotto il profilo politico. Se fossero irrogate, Carlo Fuortes si troverebbe improvvisamente senza coperture. Ma la Meloni non ha fretta.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)