2021-12-18
Lo Voi a Roma, al via il valzer dei procuratori
A sinistra Francesco Lo Voi. A destra Michele Prestipino (Ansa)
Battaglia per la guida della Direzione nazionale antimafia dove potrebbe accasarsi Giovanni Melillo: poche chance per Carmelo Zuccaro e Nicola Gratteri. A Napoli possibile l’arrivo di Michele Prestipino, mentre Marcello Viola sarebbe dirottato su Palermo. A Milano in pole Gimmi Amato, amico di Luca Palamara.La Corte suprema di cassazione il 14 dicembre ha depositato una sentenza che ha chiuso le baruffe giudiziarie nella corsa per la Procura di Roma. Gli ermellini hanno respinto l’ultimo ricorso del procuratore uscente Michele Prestipino contro la decisione del Consiglio di Stato che aveva dato ragione al suo contendente Marcello Viola, procuratore generale di Firenze, ritenuto più titolato. Era l’ultimo strascico della querelle legale scaturita dalla nomina di Prestipino del marzo 2020 da parte del Csm. Ma tra i due litiganti, come si sa, il terzo gode e infatti adesso la partita per la guida degli uffici giudiziari della Capitale è stata chiusa a favore del procuratore di Palermo Franco Lo Voi, il nuovo prescelto del Csm nell’ultima tornata di nomine. Il 22 dicembre il Plenum, come risulta dall’ordine del giorno, si occuperà di Roma e ratificherà il voto della commissione (quattro preferenze per Lo Voi e una per Viola). A quel punto il quasi ex procuratore del capoluogo siciliano potrà scartare il suo regalo, probabilmente il più bello della sua vita. Una decisione che potrebbe avere dato il via a una sorta di Risiko (ma sarebbe meglio dire di Tetris, visto che, nel caso di specie, più che di guerre si tratta di incastri) che coinvolge le Procure più importanti d’Italia e che non dovrebbe scontentare (troppo) nessuno dei partecipanti. Il nostro pronostico si basa su fonti di primo piano, ma, come abbiamo imparato, il domino potrebbe non completarsi se una tessera non andrà al suo posto o se, per gli incarichi che stiamo per elencare spunteranno candidature di toghe più titolate di quelle da collocare per motivi diversi, ma tutti stringenti. Partiamo dalla Procura più importante, quella di Roma. Qui tutte le correnti, tranne Autonomia & indipendenza, sembrano aver trovato la quadra puntando su Lo Voi, esponente di Magistratura indipendente, ma nel 2019 sostenuto dal cartello progressista di Area. Due anni fa Luca Palamara & C. provarono a fermare la sua corsa considerandolo il naturale erede del regno di Giuseppe Pignatone, il quale, da Roma, aveva benedetto la nomina del collega a Palermo durante la violentissima disputa con Guido Lo Forte. Lo Voi è considerato un forte accentratore, ma i suoi estimatori sostengono che in Sicilia fosse costretto al one man show dal numero e dalla qualità degli aggiunti, meno numerosi e non tutti dotati della stessa esperienza rispetto a quelli che troverà a Roma. Il sostegno del cartello di Area sembra che abbia alla base proprio la promessa da parte di Lo Voi di non stravolgere assetti ed equilibri (faticosamente raggiunti nel dopo Palamara) della procura di Roma, dove si muove quasi come un vero e proprio viceprocuratore Paolo Ielo, l’aggiunto che coordina le indagini sui reati contro la pubblica amministrazione, settore strategico nella Capitale d’Italia, cuore politico del Paese. Promosso con Pignatone nel 2016, Ielo è stato uno strettissimo collaboratore del successore pro tempore Michele Prestipino che ha concesso ancora più autonomia al collega. Inoltre Ielo da anni gestisce i rapporti con i media, attività che a Palermo era affidata a Lo Voi. Quindi, sino 2024, anno in cui scadrà la delega di Ielo, dovremmo assistere (salvo decisioni diverse di Ielo) a una delicata coabitazione, si vedrà quanto tranquilla. Lo Voi arriva e sa che un altro aggiunto ingombrante sarà Giuseppe Cascini, uno dei kingmaker della sua nomina dentro al Csm. A Roma Lo Voi dovrà guardarsi dal rischio tipico della Roma delle terrazze, ovvero di trovarsi attovagliato con le persone sbagliate o per lo meno sbagliate per la stampa, come accadde all’allora aggiunto Giancarlo Capaldo, impallinato per un pranzo con il ministro Giulio Tremonti. Un assaggio di questo tipo di polemiche Lo Voi lo ha già provato nel 2019, quando partecipò alla cena dell’associazione garantista Fino a prova contraria al fianco di Matteo Salvini, occasione conviviale che i colleghi di Roma, a partire da Ielo e Prestipino avevano disertato, subodorando le possibili polemiche. Ma chi conosce bene Lo Voi assicura che la lezione gli sia servita, essendo l’uomo tutt’altro che sprovveduto. A Milano, invece, il favorito è un vecchio amico di Palamara, Gimmi Amato, già procuratore a Trento e attuale capo degli inquirenti di Bologna. La sua candidatura è considerata più forte di quella dell’aggiunto Maurizio Romanelli (il Csm rischierebbe altri mesi di ricorsi come è successo con Prestipino) e del Pg di Firenze Viola. Quest’ultimo, già penalizzato nella corsa a procuratore di Roma dalle intercettazioni dell’hotel Champagne (a lui mai contestate direttamente) in cui veniva citato come candidato di Palamara & C., è dato perdente anche a Milano, dove una Procura da lustri in mano alla sinistra rischierebbe la crisi di nervi nel vedersi assegnare come guida un campione della corrente più conservatrice, quella di Magistratura indipendente. Ecco così che il centrista Amato sembra la mediazione possibile. La Procura di Napoli potrebbe essere, invece, l’unica consolazione accettabile per Prestipino, miseramente e improvvisamente abbandonato da chi lo aveva sostenuto per due anni come procuratore di Roma. Tra le toghe gira voce che il voltafaccia di tanti presunti amici abbia deluso Prestipino al punto da fargli considerare l’ipotesi del prepensionamento. Ma dopo il comprensibile scoramento iniziale, Prestipino, ex promessa della pallanuoto e podista appassionato, avrebbe tirato fuori il vecchio spirito agonistico e potrebbe accettare di accasarsi nella più grande Procura d’Italia in termini di numero di pm. Una soluzione a soli 60 minuti di treno da Roma, scorta permettendo. E in questa corsa, al contrario che in quella per Roma, Prestipino potrà sfoderare i due anni e mezzo da procuratore di Roma , prima come facente funzione e poi come titolare effettivo, seppure sub judice. Ovviamente per completare il puzzle bisognerà che Giovanni Melillo, attuale procuratore di Napoli, come prevedono i bookmakers, si accomodi sulla poltrona di procuratore nazionale Antimafia che a breve sarà lasciata libero dal pensionando Federico Cafiero De Raho. Il posto verrà coperto tra gennaio e febbraio. Come detto, se Lo Voi a Roma ha trovato l’accordo tra Area e Magistratura indipendente, sinistra e destra, la stessa platea, addirittura allargata potrebbe appoggiare Melillo. Infatti per la Dna solitamente si cerca l’unanimità. Che potrebbe trovarsi proprio intorno al nome di procuratore di Napoli. Molto meno probabile la nomina di Carmelo Zuccaro (procuratore di Catania, primo per anzianità) e Nicola Gratteri, procuratore di Catanzaro, che ritiene di avere buone chance, Leone De Castris (Lecce) e Giovanni Russo (soluzione interna). Occorrerà, infine, trovare una casella anche per Viola, persona perbene e senza santi in paradiso, che sembra essere stato escluso da tutto. Questo ex giocatore di basket potrebbe fare canestro a Palermo, un posto che verrà bandito a inizio gennaio. A quanto ci risulta tale soluzione a Viola, siciliano doc e già procuratore di Trapani, sarebbe tutt’altro che sgradita. Qui, però, potrebbe ritrovarsi contro Prestipino, con un curriculum rafforzato dall’esperienza romana. Il procuratore uscente di Roma ha già lavorato a Palermo, ma, secondo i ben informati, non avrebbe in cima ai suoi desiderata il ritorno nel capoluogo siciliano. Altro possibile concorrente con i giusti titoli è Maurizio De Lucia, a capo degli inquirenti di Messina, una Procura distrettuale, che Viola non ha mai guidato, anche se ha presieduto per cinque anni gli uffici inquirenti di Trapani, definita dal Csm, nella motivazione alla delibera di nomina di Viola, un Procura di medie dimensioni, ma «caratterizzata da una specificità davvero peculiare, essendo collocata in un contesto reso particolarmente difficile dalla notoria e radicata presenza di complesse strutture criminali di tipo mafioso». In fondo da questo territorio proviene il capo dei capi della mafia, Matteo Messina Denaro. Ma in qualche modo il Pg di Firenze e Prestipino andranno «indennizzati» per il pasticciaccio di Roma e assegnargli rispettivamente Palermo e Napoli potrebbe essere l’equa soluzione. Quella che consentirebbe di mettere a posto le tessere del mosaico. Ma a far saltare il banco potrebbe essere la variabile Gratteri, se fosse sconfitto nella corsa alla Dna, soprattutto se si candiderà alla guida di Napoli. Va detto che in questi giorni è stato bandito il posto di procuratore di Firenze (scadenza termini per la presentazione delle candidature il 13 febbraio). La città è la patria di Matteo Renzi che avrebbe voluto come suo guardasigilli proprio Gratteri e qui a capo degli inquirenti è rimasto per otto anni un altro magistrato calabrese, Giuseppe Creazzo. Insomma, Gratteri nella capitale del Giglio magico è un’ipotesi suggestiva, anche se un uomo che ha dedicato tutta la carriera a combattere la ‘ndrangheta difficilmente traslocherà in Toscana. L’ultimo ufficio importante che potrebbe liberarsi è quello di procuratore di Bologna, se, come pare, Amato si trasferirà a Milano. Un buon premio di consolazione per eventuali sconfitti eccellenti. Ecco, quindi, squadernata la possibile, prossima nuova mappa del potere giudiziario, una cartina che potrebbe soddisfare quasi tutti i principali candidati e mettere il Csm al riparo da altri imbarazzanti ricorsi. Una specie di Tetris che confermerebbe che nella magistratura, come nel Gattopardo, tutto cambia perché nulla cambi.
(Ansa)
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Carlo Nordio, Matteo Piantedosi, Alfredo Mantovano (Ansa)