2023-04-13
Nessun asso pigliatutto di Fdi. Il centrodestra raggiunge il compromesso sulle nomine
Paolo Scaroni (Getty Images)
Paolo Scaroni e Flavio Cattaneo, graditi a Lega e Cav, al vertice di Enel invece di Stefano Donnarumma. Il comandante Gdf Giuseppe Zafarana all’Eni. Confermato Claudio Descalzi. In Terna il primo ad donna.Altro giorno di passione a Roma. La lista delle nomine per le partecipate di Stato sarebbe dovuta essere pubblicata martedì prima della mezzanotte, complice il viaggio del titolare del Mef, Giancarlo Giorgetti in direzione Stati Uniti. La riunione del pomeriggio non era, infatti, bastata a sbrogliare la matassa dei nomi. Così si è approfittato di una sosta intermedia per una seconda call. In realtà nemmeno la tranche notturna è bastata a individuare le caselle dei presidenti. Si è dovuti arrivare alle 20 di ieri per avere la lista delle big. E le sorprese non sono state poche. Innanzitutto il film - a dire il vero alimentato dalla stampa - della «Meloni pigliatutto» non s’è visto. A cominciare dall’Enel dove andranno in qualità di ad Flavio Cattaneo e di presidente Paolo Scaroni. Nella lista di martedì nessuno dei due era presente. O meglio: Scaroni era stato segnalato per Poste e Cattaneo non era pervenuto. Al suo posto sarebbe dovuto andare Stefano Donnarumma, attuale ad di Terna. Cosa è successo? Molto probabilmente il duo Matteo Salvini e Gianni Letta ha chiuso la partita e il cerchio sulla seconda azienda energetica del Paese. Non è infatti un mistero che con gli attacchi esternati dal deputato leghista Alberto Bagnai lo scorso 23 febbraio e destinati a Claudio Descalzi, il Carroccio aveva voluto tracciare un linea. Come a dire: la conferma del numero uno dell’Eni sarà una casella da attribuire a Fratelli d’Italia e non alla maggioranza intera. Ciò sembra essere avvenuto. Politicamente una vittoria della Lega, per il semplice fatto che il ruolo di Descalzi non è mai stato in discussione e la sua rimozione sarebbe stata un problema per il Cane a sei zampe e quindi per lo Stato. Infine, la nomina di Scaroni ha riportato le scelte di Silvio Berlusconi sul tavolo delle partecipate superando la presunta lettera scarlatta di vicinanza al mondo russo e a Gazprom. Per quanto riguarda Cattaneo, in molti si sarebbero stupiti se fosse rimasto tagliato fuori tanto che sulle sue capacità manageriali nessuno aveva mai obiettato alcunché. Certo, a farne le spese è stato Donnarumma il cui nome non sarebbe nemmeno presente nella lista di Terna. Per la certezza matematica bisogna attendere che Cdp depositi l’elenco, visto che Cassa è la controllante. Ma più di una indiscrezione racconta che l’incarico di ad andrà a Giuseppina di Foggia , attuale ad di Nokia Italia e quindi prima amministratrice delegata di una partecipata pubblica. Mentre nel ruolo di presidente dovrebbe sedere Igor De Biasio . Un bocconiano che oggi siede in Rai grazie a ben 102 voti del centrodestra, in gran parte leghisti. Anche la futura presidente di Poste non dovrebbe dispiacere al mondo del Carroccio, e nemmeno a quello di Forza Italia. Silvia Rovere da oltre 20 anni lavora nel mondo della finanza e del private equity immobiliare. Ambiente torinese vicino a Gian Maria Gros-Pietro, spesso elogiata da Domenico Siniscalco. Per il resto la lista di Poste non ha dato sorprese. Confermato Matteo Del Fante, tra i consiglieri anche Paolo Marchioni e Wanda Ternau, già in Ferrovie ai tempi di Matteo Renzi. Tornando a Eni è importante segnalare la scelta di nominare l’attuale numero uno della Guardia di finanza, Giuseppe Zafarana. Si è scelto, dunque, di non rinnovarlo ulteriormente e di affidargli un ruolo di livello internazionale, con la consapevolezza che adesso si aprirà la successione con punti di vista diversi tra Mef e Palazzo Chigi. Ci sono almeno due settimane per prendere una decisione. Infatti le dimissioni di Zafarana arriveranno non prima di fine mese. Nel frattempo partiranno le pratiche in vista delle assemblee e con esse il tempo per consolidare le scelte e vedere un po’ quali saranno le conseguenze e le reazioni a livello internazionale. Il riferimento è soprattutto a Leonardo, che alla fine risulta essere l’azienda più delicata e al tempo stesso quella i cui nuovi vertici sembrano essere i più controversi. Di Roberto Cingolani abbiamo scritto allo sfinimento, e in ogni caso andrà chiarita presto la linea manageriale che desidererà intraprendere. Anche la nomina del presidente è andata contro l’ipotesi di avvicendare un ex generale della Gdf, Luciano Carta, con un altro. Sarà infatti Stefano Pontecorvo a ricoprire il ruolo. Strano, visto che al tempo del toto ministri il suo nome non aveva ricevuto tutte le spunte verdi pagando fatti molto laterali che riguardavano l’ambasciata del Pakistan e presunti visti irregolari. Scelte forti che sembrano essersi concentrate su due partecipate su cinque.Per il resto, figure di partito ben poche. Fatto salvo Trifone Altieri, detto Nuccio, già testimone di nozze di Raffaele Fitto, prima in Forza Italia e poi nella Lega. Poi da non eletto in Invimit. Dettagli. Il senso complessivo di queste nomine sembra più quello di un bilanciamento dentro la coalizione e di sprint finale della Lega. Adesso ci sarà da vedere come i vari manager collaboreranno tra di loro per rimettere in sesto il Pnrr e, oltre ai cantieri già preventivati, metterne a terra altri in grado di sostituire i progetti inutili per il Paese.
Francesca Albanese (Ansa)
Andrea Sempio. Nel riquadro, l'avvocato Massimo Lovati (Ansa)