Gentile direttore, una breve precisazione riguardo l'articolo «Il Csm della giustizia tributaria imbavaglia i suoi consiglieri» pubblicato ieri sul suo giornale.
Il Consiglio di presidenza della giustizia tributaria, i cui lavori in seduta plenaria sono pubblici, non ha mai imbavagliato o impedito il corretto svolgimento delle funzioni di alcuno dei propri componenti. Questa settimana il Consiglio, con il solo voto contrario della consigliera Carla Raineri, ha approvato in plenum una delibera finalizzata a dare piena attuazione all'articolo 6 bis della legge 8241/1990, che stabilisce «l'obbligo di astensione e segnalazione dei conflitti d'interessi, anche potenziali», e al codice etico dei componenti del Cptg. Il regolamento interno prevede che ciascun consigliere del Cpgt può partecipare a tutte le commissioni, anche quelle di cui non fa parte. Con questa delibera si è solo inteso evitare che un consigliere partecipi ai lavori della commissione che sta trattando la pratica di un giudice tributario nei confronti del quale, ad esempio, il medesimo consigliere ha in corso un contenzioso. Si tratta di una disposizione di buon senso e che dà piena attuazione al principio generale di imparzialità della pubblica amministrazione.
Il dovere di astensione risiede nella legge: pertanto non c'è alcun «bavaglio» o «opacità». Inutile ricordarle, infine, che il trovarsi in conflitto d'interessi impone, al momento del voto in plenum, l'astensione da parte del consigliere. In caso contrario il consigliere potrebbe incorrere anche in responsabilità disciplinare.
Il Cpgt
Prendiamo atto della replica. Precisando di non aver mai scritto che l'esclusione del consigliere «esterno» sia automatica, ma su input del presidente della commissione. E interpelleremo gli interessati citati sul motivo del voto contrario.
C. Ant.