2024-03-15
Nella legge sugli imballaggi infilano pure un’altra tassa
Alexander De Croo e Ursula von der Leyen (Ansa)
In barba al Parlamento, annunciate all’ultimo ulteriori modifiche al testo su cui oggi si esprimerà il Coreper. Il costo per la pulizia e il riuso dei contenitori sarà a carico dei sindaci, che troveranno i fondi con le imposte.Che grande pazienza. La legge sugli imballaggi, tanto voluta dalla Commissione ai tempi di Frans Timmermans, più che un percorso a ostacoli è un vero e proprio terreno minato. Dietro a ogni angolo spunta una sorpresa, un blitz. Perché l’obiettivo è ormai chiaro da tempo. Non solo penalizzare il mondo delle bioplastiche e del riciclo per facilitare il riuso e i materiali cartacei a vantaggio dei Paesi del Nord, ma anche approfittare degli ultimi mesi di legislazione per piantare il maggior numero di paletti con le bandierine della transizione green e socialista. Così se la prossima Commissione sarà a maggioranza di centrodestra dovrà impiegare come minimo un paio di anni per sminare il terreno ricevuto in eredità. L’ultimo blitz è di mercoledì pomeriggio, quando su richiesta della presidenza di turno belga, il segretariato della commissione parlamentare Envi (che si occupa di ambiente) ha inviato una mail a tutti i deputati con il ruolo di relatori ombra. Mail spedita quasi fuori tempo massimo per avvisare i rappresentati degli elettori che in modo alquanto anomalo il Consiglio, in evidente accordo con la Commissione, ha previsto modifiche ulteriori rispetto a quanto era già stato deciso in occasione del trilogo della scorsa settimana. Il breve testo, visionato dalla Verità, contiene una lista di articoli e commi con relativi emendamenti e invita i deputati a prenderne visione e darne parere. Il tutto entro la riunione del Coreper che è prevista per oggi intorno a mezzogiorno. L’anomalia contiene due aspetti di fondo. Il primo è politico e il secondo è invece di sostanza, perché se gli emendamenti passeranno alla riunione odierna ai cittadini europei toccherà mettere mano pure al portafogli. Cominciando dal tema politico, è palese il ruolo del Belgio guidato dal premier Alexander De Croo che invece di rappresentare in modo equidistante la posizione degli altri Paesi membri si muove all’unisono con la Commissione. Lo sta facendo in queste ore sul tema packaging. Lo ha fatto recentemente quando si è trattato di valutare le normative di regolamento dei lavoratori impiegati sulle piattaforme digitali e più in generale, come abbiamo rendicontato in occasione della Cop 10 di Panama, lo fa nel sostenere l’asse tra Commissione Ue e Oms finalizzato a sottrarre ai singoli governi sovranità decisionale per tutto ciò che riguarda salute, pandemie, tabacco e a breve pure agroalimentare. Questo trend mira a depotenziare costantemente il Parlamento. La mail di mercoledì inviata ai relatori ombra, al di là dei contenuti, ne è l’ennesima conferma. Il futuro di un settore come quello degli imballaggi è in mano a Consiglio e Commissione. Escludere il Parlamento significa però escludere il voto e un bel pezzo di democrazia. Questo, come abbiamo specificato sopra, indipendentemente dalla bontà degli emendamenti inseriti praticamente di nascosto. Ma anche sulla sostanza ci sono parecchie cose da dire e scrivere. Sondati alcuni dei relatori ombra, ci viene spiegato che gran parte degli interventi spinti dai belgi sono stati accolti perché migliorativi. Una sola modifica proposta dalla presidenza belga è stata bocciata in pieno: quella sul vuoto a rendere (Drs) nelle regioni ad alta intensità transfrontaliera, che avrebbe consentito a uno Stato membro di predisporre punti di riconsegna anche in uno Stato membro adiacente. Il problema resta però come sempre nelle sfumature. La più delicata riguarda i costi. Nonostante la contrarietà della relatrice Frédérique Ries (Renew), è passata infatti l’eliminazione della norma che avrebbe posto in capo ai produttori di imballaggi anche i costi di pulizia per il loro riuso tramite il contributo Epr, che - attenzione - dunque finiscono in capo ai Comuni. Una aggiunta al relativo «considerando» conferma che il costo potrà essere coperto dagli Stati membri. Il «considerando» chiarisce però che questi costi «non dovrebbero superare quelli necessari per fornire tali servizi in modo efficiente dal punto di vista dei costi e dovrebbero essere stabiliti in modo trasparente tra gli attori interessati». Tradotto dal burocratese, quando un imballaggio dovrà essere reimmesso nel mercato, spetterà ai Comuni gestire la raccolta parallela. Le bottiglie dovranno essere stoccate a parte, recuperate e ripulite. Indovinate chi pagherà? Semplice. I cittadini che si troveranno una Tari più cara o una nuova tasse dritta dritta nel portafogli. Di interpretazione più difficile è invece la modifica dell’articolo 22 che fissa una nuova data per allineare le diverse restrizioni oggi in vigore nei vari Paesi membri. La versione precedente era per certi versi più problematica perché creava una frammentazione del mercato interno non avendo una data specifica. Adesso la linea di demarcazione è il 1° gennaio prossimo. Il lato pericoloso dell’emendamento sta nel capire come si dovranno comportare le aziende nei cinque anni precedenti al 2030. Il rischio è che per evitare linee produttive doppie si concentrino sulle nuove norme, di fatto anticipandole. Vedremo che succederà stamattina. Il blitz è per fortuna stato notato da alcuni Paesi. Ad esempio la Germania, che sembra aver ottenuto un piccolo ma sostanziale cambio dell’agenda odierna. La riunione del Coreper era inizialmente alle 10 e senza spazio per il dibattito. È slittata di due ore con messa in discussione dei punti modificati. Ricordiamo che l’ultima tappa sarà a fine aprile in occasione dell’ultima plenaria del Parlamento prima delle Europee e quindi della nuova legislatura. Certo, speriamo che la prossima tornata non sia una costante battaglia per difendere le aziende. Nello storytelling socialdemocratico, serve sempre più Europa perché ci dovrebbe portare civiltà e miglioramenti. Nella realtà è una costante lotta contro l’ideologia e la deindustrializzazione che ne deriva. Non si meraviglino se i cittadini sono stanchi e schifati. Non è colpa loro.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.