2023-10-08
Nella delega fiscale spunta lo «scudo» che assicura impunità ai funzionari incapaci
Ernesto Maria Ruffini (Ansa)
I dipendenti pubblici non rimborseranno alcun danno allo Stato in caso di colpa grave. Un torto verso Corte dei conti e cittadini.Sono pronto a mettere la mano sul fuoco che il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ovviamente non può seguire tutto, in particolare norme tecniche, e deve affidarsi ai suoi collaboratori e consiglieri, non sa niente della norma, inserita nella delega fiscale (articolo 4, comma 1, numero 4, lettera h), della legge 9 agosto 2023, numero 111, che, con riferimento al personale dell’amministrazione finanziaria, limita «la responsabilità nel giudizio amministrativo contabile dinanzi alla Corte dei conti alle sole condotte dolose». Stabilendo, così, una vera e propria impunità per i funzionari del fisco, che non rimborseranno i danni arrecati allo Stato con «colpa grave».Cambiano, dunque, i governi, dal gialloverde al giallorosso, dal governo tecnico a quello politico di centrodestra, ma incapaci e disonesti trovano sempre, nei palazzi del potere, chi li difende. Aveva cominciato Giuseppe Conte al tempo della pandemia, inserendo nel decreto-legge numero 76 del 2020 l’articolo 21 che ha escluso la responsabilità per «danno erariale», cioè per un pregiudizio recato alla finanza o al patrimonio dello Stato o di un ente pubblico, nei casi di «colpa grave». L’hanno fatta franca, dunque, coloro che hanno comprato milioni di mascherine farlocche, gli inutili e inutilizzati banchi a rotelle e via discorrendo.Eppure il professor Conte, avvocato e docente di diritto civile, sa bene che la colpa grave identifica un profilo soggettivo connotato da notevole illiceità, che si spiega facilmente con le parole di un grande giurista romano, Ulpiano, il quale diceva che culpa lata est non intelligere quod omnes intelligunt. È un latino semplice ma lo traduco, visto il livello della nostra scuola: è colpa grave quella di chi commette un fatto dimostrando di non comprendere ciò che tutti comprendono, cioè con negligenza o imprudenza o imperizia ovvero per mancata osservanza di leggi, regolamenti, ordini o discipline.Di più, a segnalare la gravità della colpa sempre i romani dicevano che culpa lata, la colpa grave, dolo aequiparatur. Cioè l’intensità della colpa è tale che può essere equiparata al dolo, che si configura quando l’azione o l’omissione da cui discende il danno erariale è dall’agente preveduto e voluto come conseguenza della sua azione od omissione.È, dunque, assurdo mandare esenti da responsabilità coloro che, con grave trascuratezza dei loro doveri, hanno arrecato un pregiudizio finanziario o patrimoniale allo Stato o a un ente pubblico con gravissima lesione dell’interesse generale dei cittadini-contribuenti alla corretta gestione della cosa pubblica, considerato che i bilanci sono alimentati dalle imposte che pagano i cittadini. Più esattamente, una parte dei cittadini, considerate le note dimensioni dell’evasione fiscale e il fatto che oltre l’80% delle imposte è corrisposto da lavoratori dipendenti e pensionati.Questa disciplina, in gergo giornalistico «scudo erariale», dettata dal Conte 1, poi conservata fino al governo Draghi, ci si attendeva sarebbe stata eliminata da una maggioranza politica che si è presentata all’elettorato (ossia a gran parte di coloro che pagano le imposte) come argine all’illegalità. Invece, la norma è stata conservata, nonostante i giornali diano quotidianamente notizia di sprechi e corruzione.È noto che questa normativa è stata da parte della politica, giustificata col cosiddetto «timore della firma», in ragione del quale i funzionari sarebbero frenati nell’assumere decisioni dalla preoccupazione di essere chiamati a rispondere dei loro atti dinanzi alla Corte dei conti, e a risarcire l’eventuale danno.Chi conosce le pubbliche amministrazioni sa che questo non è vero, che ogni giorno vengono adottati migliaia di provvedimenti, assistiti da pareri degli uffici legislativi o legali o da controlli preventivi, che tranquillizzano i funzionari. I capaci studiano le pratiche e firmano senza preoccupazione. Quel timore, invece, lo sentono coloro che occupano posti senza avere la specifica preparazione professionale, i tanti modesti cresciuti a seguito di passaggi di funzioni voluti dai sindacati o nominati dalla politica sulla base di quell’articolo 19, comma 6, del decreto legislativo numero 165 del 2001 che, a leggerlo, sembra prevedere il reclutamento di eccellenze mentre nella realtà ha consentito l’arruolamento di portaborse e di modesti funzionari con niente più di una laurea, ma solo perché sul punto la Corte dei conti ha fatto una salutare barriera. Adesso la Corte dei conti, che pure meriterebbe rispetto per essere la più antica magistratura italiana, viene nuovamente privata di una rilevante funzione costituzionale senza rispetto per i cittadini che potranno essere, nella loro qualità di contribuenti, soggetti agli effetti di errori indotti dalla trascuratezza che naturalmente deriva dalla sicurezza di non dover pagare in caso di gravi errori.Di più, la lotta all’evasione fiscale diventerebbe un miraggio. E già adesso, in pratica, la fa solamente la Guardia di Finanza.
Pedro Sánchez (Getty Images)
Alpini e Legionari francesi si addestrano all'uso di un drone (Esercito Italiano)
Oltre 100 militari si sono addestrati per 72 ore continuative nell'area montana compresa tra Artesina, Prato Nevoso e Frabosa, nel Cuneese.
Obiettivo dell'esercitazione l'accrescimento della capacità di operare congiuntamente e di svolgere attività tattiche specifiche dell'arma Genio in ambiente montano e in contesto di combattimento.
In particolare, i guastatori alpini del 32° e i genieri della Legione hanno operato per tre giorni in quota, sul filo dei 2000 metri, a temperature sotto lo zero termico, mettendo alla prova le proprie capacità di vivere, muoversi e combattere in montagna.
La «Joint Sapper» ha dato la possibilità ai militari italiani e francesi di condividere tecniche, tattiche e procedure, incrementando il livello di interoperabilità nel quadro della cooperazione internazionale, nella quale si inserisce la brigata da montagna italo-francese designata con l'acronimo inglese NSBNBC (Not Standing Bi-National Brigade Command).
La NSBNBC è un'unità multinazionale, non permanente ma subito impiegabile, basata sulla Brigata alpina Taurinense e sulla 27^ Brigata di fanteria da montagna francese, le cui componenti dell'arma Genio sono rispettivamente costituite dal 32° Reggimento di Fossano e dal 2° Régiment étranger du Génie.
È uno strumento flessibile, mobile, modulare ed espandibile, che può svolgere missioni in ambito Nazioni Unite, NATO e Unione Europea, potendo costituire anche la forza di schieramento iniziale di un contingente più ampio.
Continua a leggereRiduci
A Dimmi La Verità Stefania Bardelli, leader del Team Vannacci di Varese, fa chiarezza sul rapporto con la Lega e sulle candidature alle elezioni degli esponenti dei team.