2020-01-17
Nel saggio le ragioni del sì al celibato. Chi vuole abolirlo dovrà farci i conti
Il libro è un inno al sacerdozio che, in coerenza con il mandato che Joseph Ratzinger si è assegnato con le dimissioni, accompagna il cammino della Chiesa. Insistere su copertina e firme impedisce di cogliere la portata del testo.La conseguenza più sgradevole della canea sorta sul confezionamento editoriale del libro frutto delle riflessioni di Joseph Ratzinger e Robert Sarah è una: perdersi il contenuto del testo.È un rischio che i lettori francesi non sembrano voler correre, visto il successo che le vendite stanno facendo registrare dalle prime ore: successo forse paradossalmente aiutato dal presunto malinteso sulla doppia firma del volume.Come ampiamente documentato dalla Verità, l'uscita del testo in Italia è subordinata alla pubblicazione - prevista per oggi, salvo imprevisti sempre in agguato - di una nota editoriale condivisa con gli autori che dovrebbe chiudere la querelle: libro a firma di Sarah con un «contributo» di Ratzinger, introduzione e conclusione «lette e condivise» dal Papa emerito. Un dettaglio cui Benedetto avrebbe personalmente acconsentito, e che conferma in toto l'intento di intervenire direttamente nel dibattito voluto da Francesco con il Sinodo dell'Amazzonia. Più che la copertina del libro, pare più interessante il contributo che l'Emerito ha voluto offrire «a tutti i sacerdoti» (così almeno recita la dedica iniziale del testo), un po' con lo stesso spirito con il quale era intervenuto sulla rivista Klerusblatt in merito al dramma degli abusi nella Chiesa, circa nove mesi fa (aprile 2019). A ben vedere, interventi di questo tipo sono perfettamente in linea con l'inedita e tuttora aperta interpretazione che Ratzinger ha dato del suo sconvolgente ministero di Papa emerito. Nell'ultima udienza generale da Pontefice regnante, il 27 febbraio 2013, pronunciò parole storiche: «Ho fatto questo passo nella piena consapevolezza della sua gravità e anche novità, ma con una profonda serenità d'animo. [...] Permettetemi di tornare ancora una volta al 19 aprile 2005. La gravità della decisione è stata proprio anche nel fatto che da quel momento in poi ero impegnato sempre e per sempre dal Signore. [...] Il “sempre" è anche un “per sempre" - non c'è più un ritornare nel privato. La mia decisione di rinunciare all'esercizio attivo del ministero non revoca questo. Non ritorno alla vita privata, a una vita di viaggi, incontri, ricevimenti, conferenze eccetera. Non abbandono la croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore Crocifisso. Non porto più la potestà dell'officio per il governo della Chiesa, ma nel servizio della preghiera resto, per così dire, nel recinto di san Pietro. [...] Ringrazio tutti e ciascuno anche per il rispetto e la comprensione con cui avete accolto questa decisione così importante. Io continuerò ad accompagnare il cammino della Chiesa con la preghiera e la riflessione, con quella dedizione al Signore e alla sua Sposa che ho cercato di vivere fino ad ora ogni giorno e che vorrei vivere sempre».L'accompagnamento del cammino della Chiesa, la preghiera e la riflessione sembrano abbracciare pienamente lo scritto spedito a Sarah per il libro sul celibato. La pressione fortissima, e il caso creatosi sull'equivoco della firma, sono serviti a creare uno scenario in cui alcuni cardinali avrebbero usato il Papa emerito per condurre la loro battaglia contro il Papa regnante. Chiunque abbia letto - i francesi possono già farlo - il testo del saggio di Ratzinger non troverà neppure una virgola di possibile ostilità a Francesco. È quasi sconcertante come dentro la Chiesa si siano levate voci tese, in ultima analisi, a limitare la libertà di espressione di una delle personalità più straordinarie nate nel suo ambito.Del peso e dell'altezza delle parole di Ratzinger è facile accorgersi anche a una prima lettura, parzialmente anticipata su queste colonne martedì scorso. L'offerta che Benedetto XVI fa ai suoi colleghi indubbiamente ha una forte pertinenza con la discussione aperta dal Papa, e con la fase successiva al Sinodo. Si tratta di un invito alla riscoperta, sia su base esegetica (prima parte del saggio) sia per così dire «esperienziale» del fondamento di quella che chiama «necessità del celibato». Dunque, se c'è chi nella Chiesa ritiene tale condizione superata per il sacerdote moderno, questi trova sicuramente la ferma opposizione di uno dei più grandi teologi contemporanei.In effetti, parlare di «opposizione» a qualcosa è surreale, scorrendo le pagine di Dal profondo del nostro cuore. Si tratta quasi di un inno sacro, in cui Ratzinger passa dai Salmi al Deuteronomio fino al Vangelo di Giovanni (capitolo 17: «Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro»), dai quali desume il vero significato dell'ordinazione sacerdotale: mutare l'uomo affinché Cristo lo trasformi e lo agisca. È un testo che, una volta pubblicato in Italia grazie a Cantagalli, a prescindere dai dettagli dalla copertina costituirà probabilmente una consolazione e un dono per decine di migliaia di sacerdoti. Usarlo come arma contundente contro il Papa è possibile solo non avendolo neppure sbirciato. Di certo, chi avesse intenzione di abolire il celibato troverebbe un ostacolo invalicabile nel merito. Forse è per questo che ci si accanisce sul metodo.
Il fiume Nilo Azzurro nei pressi della Grande Diga Etiope della Rinascita (GERD) a Guba, in Etiopia (Getty Images)