2022-11-11
L’inverno porta (forse) i negoziati di pace
Dopo Erdogan, anche l’Iran apre alla necessità di avviare il tavolo di trattative. Mosca possibilista: «Siamo pronti a discutere» Come gesto di distensione, Washington ha deciso di non fornire droni a Zelensky. Che intanto continua a conquistare terreno.Con l’inverno alle porte, con Mosca che si ritira da Kherson pur tra i sospetti di Kiev e con Erdogan che batte sulle trattative, pensare che un negoziato tra Russia e Ucraina possa aprirsi non è più utopia. D’inverno, si sa, tutto rallenta e in particolare le operazioni belliche, dunque potrebbe essere quello il momento giusto per sedersi e discutere, con la spinta dei mediatori della prima ora (Turchia) e l’aggiunta di nuovi mediatori occidentali. Riguardo a questi ultimi, è ormai palese che diversi funzionari, in Occidente, hanno capito che né l’Ucraina né la Russia saranno in grado di raggiungere interamente i loro obiettivi, per cui ritengono che il momento di riflettere, per entrambe, sia giunto. I rappresentanti delle agenzie di difesa occidentali mettono in dubbio la capacità dell’Ucraina di espellere completamente gli invasori russi dai territori conquistati. «Tutto rallenta in inverno. C’è potenziale per i negoziati, vorremmo vederli accadere», ha detto una delle fonti. Non è un caso se proprio il «grande negoziatore» Erdogan loda ora la decisione della Russia riguardo a Kherson e la definisce «un passo molto positivo». Il presidente turco, durante una conferenza ad Ankara, ha confermato che gli sforzi per la mediazione «vanno avanti ma non possiamo dare una data specifica riguardo a quando potrebbe iniziare un negoziato». E analoga posizione è quella espressa dall’Iran. Mosca, dal canto suo, continua a mostrarsi aperta alle trattative, come già era avvenuto prima della ritirata da Kherson, ma pone una clausola all’Europa. «Per quanto ci riguarda, siamo aperti a discutere le modalità di uscita dalla crisi attuale. Tuttavia, qualsiasi proposta dovrebbe tenere conto della situazione sul campo e avere un valore aggiunto per questo Paese», ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. Anche gli Stati Uniti, che hanno avuto modo di tastare nel corso delle elezioni di Midterm la stanchezza degli elettori rispetto agli aiuti all’Ucraina, sembrano procedere in modo cauto, per non compromettere un eventuale futuro dialogo con Mosca. Gli Stati Uniti non forniranno all’Ucraina droni avanzati, per evitare un’escalation con la Russia. Il Pentagono ha rifiutato la richiesta sulla base della preoccupazione che la fornitura dei droni Grey Eagle MQ-1C potrebbe aggravare il conflitto e segnalare a Mosca che gli Usa stiano fornendo armi che potrebbero prendere di mira posizioni all’interno della Russia. Sul campo, l’Ucraina procede nella controffensiva nella regione Sud, ma continua a nutrire dubbi sulla ritirata dei russi. Le forze di Kiev sono avanzate di 7 chilometri in due direzioni e hanno riconquistato 12 località nella zona di Kherson. Lo ha riferito il comandante in capo delle forze armate di Kiev, Valeriy Zaluzhny, mostrando una mappa con l’avanzata verso la città di Kherson. «Continuiamo a condurre l’operazione offensiva in linea con il nostro piano», ha precisato. Il ministero della Difesa russo ha invece confermato che «è in corso» lo spostamento di unità dell’esercito dalla riva destra a quella sinistra del Dnepr, «in conformità con il piano prestabilito» per il ritiro da Kherson. Le forze militari ucraine hanno intanto liberato la città di Snihurivka, nella regione di Mykolaiv, a nord di Kherson. Snihurivka, snodo delle diverse strade della sponda destra del fiume Dniepr, era stata catturata dalle forze russe poco dopo l’inizio della guerra. Secondo fonti ancora da verificare, i russi avrebbero abbandonato la regione di Mykolaiv. Le truppe ucraine sono entrate anche nella città di Kyselivka, precedentemente occupata dalla Russia, sempre nella regione di Kherson. Kyselivka si trova a circa 15 chilometri a nord-ovest della città di Kherson, lungo la strada principale da Mykolaiv, attualmente in mano all’Ucraina. Kiev sta cercando di riconquistare territori anche ad Est. Le forze ucraine si stanno preparando a superare le fortificazioni difensive lungo la cosiddetta «Linea Wagner», nella parte occupata del Donbass. Il vice capo del dipartimento operativo principale dello stato maggiore delle forze armate ucraine, il generale di brigata Oleksiy Gromov, ha affermato di avere, grazie ai partner internazionali, «i mezzi per superare le barriere di mine ed esplosivi». Nel frattempo, l’attenzione è puntata sulla salvaguardia delle infrastrutture, in particolare la centrale nucleare di Zaporizhzhia e la diga della centrale idroelettrica di Kakhovka. I negoziati tra Russia e Ucraina per creare una zona di protezione intorno alla centrale nucleare sono «molto complicati», secondo il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atmomica (Aiea), Rafael Grossi. «Devo dialogare con due Paesi in guerra che non negoziano tra loro. Sto cercando di convincerli ad accettare il concetto di proteggere questa centrale nucleare», ha detto Grossi. Quanto alla diga di Kakhovka, il 22 ottobre scorso l’Istituto per lo studio della guerra ha riferito che la Russia avrebbe probabilmente cercato di farla saltare per coprire il suo ritiro e «impedire alle forze ucraine di inseguire le forze russe più in profondità nella regione di Kherson occupata dalla Russia». Zelensky ha avvertito che «qualsiasi tentativo da parte delle forze russe di far saltare la diga, inondando il territorio ucraino e lasciando a secco la centrale nucleare di Zaporizhzhia, sarebbe da parte della Russia una dichiarazione di guerra al mondo intero».