2025-03-16
Negli altri sit-in si grida «no Ursula»
Marco Rizzo, capo di Democrazia sovrana popolare (Ansa)
Solo tricolori al raduno di Marco Rizzo: «Gli euroburocrati vogliono più carri armati e meno ospedali». Potere al popolo brucia i vessilli di Bruxelles: «Unione assassina».Roma. Tre manifestazioni, tre schieramenti ideologici diversi. Piazza del Popolo giubilava all’evento organizzato da Repubblica per l’Europa di Frau Ursula von der Leyen, la baronessa tecnocrate che vuole stanziare 800 miliardi di euro per riarmare il Vecchio continente; a Bocca della Verità Marco Rizzo scendeva in piazza con solo bandiere italiane al grido di «Pace e sovranità»; in piazza Barberini, alla contromanifestazione indetta da Potere al popolo, si bruciavano bandiere dell’Europa.Quelli che strillavano l’urgenza della pace nel conflitto russo-ucraino dovevano aver pensato che il trattato andasse firmato alle loro condizioni: poi Donald Trump, passando sopra le chiacchiere dei burocrati del Parlamento europeo, ha deciso di fare a modo suo. Ma a questo punto, la pace dettata alle condizioni del tycoon non va più bene. E quindi? Quindi si va in piazza per fare esattamente quello per cui l’Unione europea doveva evitare: riarmarsi. E sono tutti felicissimi di farlo. Dalle colonne della Repubblica, Michele Serra ha indetto una grande manifestazione pro Europa. E all’adunata si sono presentati tutti i veri «intellettuali» di questo Paese, primo fra tutti Antonio Scurati, che ci spiega come ripudiare la guerra non significhi rinunciare alla lotta.Ma ci sono stati altri che hanno invece espresso il loro dissenso rispetto a questa linea politica. «La nostra manifestazione rappresenta la maggioranza del popolo italiano che vuole la pace e non vuole la guerra. E sappiamo benissimo che quelle spese per i carri armati e per le armi, oltre a produrre il rischio di una guerra termonucleare, sono anche l’idea dello sviluppo contro i popoli», ha dichiarato Rizzo, leader di Democrazia sovrana popolare. «Ogni miliardo di quelli toglie un ospedale, toglie un trasporto pubblico, toglie un aumento per le pensioni, toglie la scuola, la ricerca, lo sviluppo per il nostro Paese». Sull’altro fronte della contromanifestazione, invece, le parole d’ordine della mobilitazione di Potere al popolo erano: «No all’Unione europea che si riarma, no alla difesa comune, la sicurezza è nel ripudio della guerra. L’effetto Serra nuoce alla pace». Quello che ne viene fuori è una sinistra spaccata. La manifestazione europeista convocata da Serra ha raccolto l’adesione di Pd, Avs, Azione, Italia viva, +Europa, sindacati e associazioni. L’Anpi nazionale ha confermato la sua presenza, mentre l’Anpi di Roma e altre sezioni locali hanno scelto di aderire alla contromanifestazione di Piazza Barberini, promossa anche da Rifondazione comunista, Usb e Arci. Le differenze emergono sul tema della deterrenza militare europea: i manifestanti di Barberini accusavano la piazza di Serra di appoggiare una politica bellicista, mentre gli organizzatori di Piazza del Popolo difendevano l’unità europea. «Di fronte agli stravolgimenti negli equilibri tra le due sponde dell’Atlantico, la classe dirigente europea sceglie di indossare l’elmetto: gettando nuova benzina sul conflitto in Ucraina, sulla pelle delle popolazioni locali. Von der Leyen, i governi nazionali e quasi tutti i leader dei principali partiti colgono l’occasione per accelerare la conversione bellica dell’economia, il dirottamento delle risorse destinate alla spesa sociale in favore della spesa militare», sottolineano gli organizzatori del sit-in. E dopo aver bruciato con fumogeni dei poster che raffiguravano il vessillo dell’Unione europea, i manifestanti hanno intonato il coro «Ue assassina» mostrando striscioni che ritraevano Giorgia Meloni e Von der Leyen.