2024-04-08
Le ’ndrine mettevano le mani sulle grandi opere grazie al Pd
Un cantiere sotto il grattacielo della Regione Piemonte (Ansa)
Palazzo della Regione Piemonte, tratte autostradali, persino il Porto di Genova: così, secondo l’accusa, le ditte in odor di criminalità organizzata legate a esponenti dem infiltravano gli appalti pubblici. Il Gip: «Procedevano malgrado l’interdittiva antimafia», contando sulla sponda di chi avrebbe dovuto vigilare.Il livello di penetrazione in tutti i settori delle imprese controllate dalla famiglia Pasqua, che rischia di portare a una pioggia di misure interdittive a carico di varie società, si può riassumere attraverso un brano dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Luca Fidelio: «Nemmeno l’interdittiva antimafia arrestava la carica intimidatoria dei Pasqua che, con vari stratagemmi, menzogne e pressioni, avvalendosi del potere economico acquisito, di fatto aggiravano il provvedimento prefettizio, continuando ad operare per enti pubblici (lavori di costruzione del Grattacielo Regione Piemonte, Comune di Verolengo, Ospedale San Giovanni Bosco) e per il Porto di Genova». Al San Giovanni Bosco le aziende dei Pasqua hanno lavorato al rifacimento del pronto soccorso, mentre a Genova, oltre alle attività all’ interno del porto, le loro società avrebbero avuto anche un ruolo connesso alla ricostruzione del ponte Morandi. E in una intercettazione brigano anche per organizzare «il futuro impiego dei camion» della loro società «presso un cantiere gestito da Itinera sulla tratta autostradale Milano - Genova» Costruzione di opere pubbliche infiltrate da imprese in odore di ’ndrangheta, quindi, ma non solo. I Pasqua, con i camion delle loro imprese di trasporti, movimentavano anche i container in arrivo e in partenza in uno dei porti più importanti d’Italia, quello di Genova. Scrive infatti il gip: «Nonostante l’intervento dell’interdittiva antimafia, la Mmt (una delle società riconducibili ai Pasqua, ndr) ha continuato ad eseguire trasporti per conto del cliente Truck rail container spa da e per l’area portuale di Genova, quantomeno fino al mese di luglio 2021. Anche l’Autotrasporti Claudio (altra società dei Pasqua, ndr) ha svolto servizi di trasporto da e per l’area portuale di Genova per conto del cliente Servizi trasporti srl nei mesi di maggio e giugno e luglio 2021, reperendo la commessa attraverso il dipendente Rebizzo Fabio, già collaboratore della Truck rail container spa». La presenza dei mezzi delle ditte dei Pasqua nel cantiere del palazzo della Regione Piemonte è riscontrata dalle intercettazioni agli atti dell’inchiesta. Il 4 novembre 2020, un certo Fiorenzo Bosia riferisce a Domenico Claudio Pasqua «di aver parlato con una delle persone preposte ai controlli in ingresso al cantiere ove erano in corso i lavori per la realizzazione del palazzo della Regione Piemonte, ricevendo la disponibilità a far accedere i mezzi della Autotrasporti Claudio». Bosia riassume così a Pasqua la conversazione con l’addetto ai controlli: «Mi fa: «ma se deve solamente venire qualche giorno eh...fai solo trasporto e nient'altro...sì, sì...fallo pure venire...»». Gli inquirenti annotano anche che «gli interlocutori si accordavano dunque sull’impiego dei mezzi della società dei Pasqua per conto della committente Brillada anche in altri cantieri». Il 5 novembre Pasqua e Bosia concordano «il luogo di incontro e le modalità di accesso al cantiere» del palazzo della Regione per la giornata successiva.Bosia suggerisce di far partire i mezzi di entrambe le società dalla sede della Brillada costituendo un’unica colonna: «Ascolta, digli che si trova alle 7 a Borgaro, poi va dietro magari ad uno dei nostri, assieme […] al Palazzo della Regione...qua al Lingotto». Alle 9 del giorno dopo Bosia, allarmato dal fatto che l’autista che è stato mandato non è quello indicato sui documenti, parla con Pasqua: «Claudio, ma non mi hai mandato Ennio...avevo Ennio qua come nominativo già con i documenti e tutto […]. Perché […] però se vengono, mi chiedono «chi è lui?» e cose varie... e non è stato dichiarato... mi dicono «non venire più!»». Intorno alle 17 Bosia chiama di nuovo Pasqua e lo rassicura: Nessun problema. Gli ho detto: «non farti vedere, passa, vai» poi non è passato nessuno per fortuna». Il 6 settembre 2021 gli investigatori del Ros dei carabinieri cristallizzano una volta per tutte che i camion dei Pasqua, in barba all’interdittiva, lavoravano nel cantiere della Regione: «Il servizio di Ocp (Osservazione, controllo, pedinamento, ndr) effettuato permetteva di documentare che effettivamente G.E., a bordo dell’autocarro targato […], si recava dalla sede della Autotrasporti Claudio sas a Torino, via Nizza ove accedeva all’interno del cantiere del grattacielo Regione Piemonte». Per gli investigatori, legato ai Pasqua, in un intreccio che coinvolge anche l’ex componente dell’Orecol Roberto Fantini, sarebbe anche Gian Carlo Bellavia, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo i capi d’accusa Fantini «curava l’inserimento dei mezzi della Autotrasporti Claudio sas, riferibile a Pasqua Giuseppe e Pasqua Domenico Claudio (rispettivamente padre e figlio, ndr), nei lavori di trasporto e movimento terra affidati dalle società Sitalfa spa, Cogefa spa e le altre società ad esse collegate e del Consorzio tra cooperative di produzione e lavoro -Consorzio alfa - società’ cooperativa, gestita da Bellavia Gian Carlo». La figura di Bellavia, che nella ricostruzione della Procura incrocia anche l’esponente del Pd torinese Salvatore Gallo (che si interessa della pratica di una tabaccheria riferibile all’uomo), viene tratteggiata da Pasqua junior al padre, nel corso di una telefonata legata a un pranzo organizzato da Fantini, al quale avrebbe partecipato anche Bellavia. Claudio Pasqua non può essere presente, ma conferma al padre di conoscere Bellavia. «È una brava persona […] si si è una brava persona... pà quello che avevano attaccato (arrestato, ndr) in Germania». Secondo gli inquirenti «La circostanza riferita da Pasqua Domenico Claudio trova riscontro nell’arresto di Bellavia Gian Carlo, avvenuto in Svizzera il 21 maggio 1996, a seguito della rapina di 937.000 Franchi Svizzeri, 855.000.000 Lire italiane e 28.000 Dollari, perpetrata il 28.5.1996 in danno della Vierofin sa sita in Coldrerio, Palazzo Pindo (Cantone del Ticino)». Bellavia, stando alla ricostruzione investigativa, sarebbe stato lo schermo tra società importanti come quelle della famiglia Fantini e altre realtà, legate alla locale di ’ndrangheta di Volpiano, riconducibile a famiglie del calibro degli Agresti di Platì e dei Greco. «Bellavia» si legge nell’ordinanza di custodia cautelare, «in particolare, dopo avere acquisito commesse per l’esecuzione di lavori di manutenzione stradale e realizzazione di opere edili da società sotto la sfera d’influenza della famiglia Fantini, quali Sitalfa spa, Cogefa spa e Società’ immobiliare mattioda costruzioni spa (per brevità Simco spa curava l’inserimento negli stessi lavori di società d’interesse per il locale di Volpiano quali Eredi Greco di Greco Roberto, Vis a vis srl e Vis a vis Italia srl, riconducibili a Violi Gianfranco. Greco Roberto è stato condannato con sentenza irrevocabile per avere fatto parte della ’ndrina distaccata di San Mauro Marchesato (Crotone) operante a Torino». Tra le commesse che Bellavia aveva ottenuto in passato, anche quelle per lavori sulla Torino-Bardonecchia. Bellavia un’intercettazione ambientale di una conversazione con la moglie a bordo dell’Audi Rs Q8 in uso all’uomo, racconta di «di aver iniziato la sua collaborazione» con Teresio Fantini, fondatore della Cogefa e padre di Roberto «in giovane età e di essersi limitato ad eseguire gli ordini che quest’ultimo gli impartiva (» ma poi erano anche i primi tempi...i primi anni non capivo una minchia...»).
Giancarlo Giorgetti (Ansa)
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