2023-06-21
A Roma han nascosto la tomba del bimbo vittima di via Rasella
Un' immagine d'epoca dell'attentato di via Rasella, avvenuto il 23 marzo 1944 (Ansa)
La scoperta nella ristampa del libro sull’attentato dei Gap in cui fu ucciso Piero. Al Verano indicazioni fuorvianti e nomi cambiati.Ciao Piero, finalmente. Hanno nascosto anche questa, è la prima cosa che mi verrebbe da dire. Ma ho rinunciato ad arrivare a qualsiasi conclusione. Magari saranno «solo» altre sviste, altri errori, altre omissioni in aggiunta alla montagna che sovrasta queste vicende. Di certo non è facile trovare il luogo dove riposa il bambino di Via Rasella. Strana la vita quando incrocia la morte, vi si confonde un po’. Nell’aprile del ’96 ho incontrato Giovanni Zuccheretti e mi ha raccontato per la prima volta nell’intervista uscita sul Tempo il 24 aprile di Piero, il fratello gemello, smembrato dalla bomba dei Gap a Via Rasella. Da allora Piero è diventato una presenza fissa nella mia vita. Giovanni mi aveva descritto la tomba, i particolari, il busto che lo ricorda come se la sua esistenza fosse rimasta rinchiusa nella pietra, quasi a proteggerla dagli insulti del tempo e degli uomini, e mi invitò ad andare a vedere con i miei occhi. Ma me ne sono scordato, preso a seguire i tanti fili che da Via Rasella si dipartono e vanno lontano, fino a noi. Solo adesso, dopo quasi trent’anni, una mattina all’improvviso mi sono ritrovato davanti al cimitero nella parte monumentale del Verano. Non so neanche bene perché. [...] Ma se cercate la tomba di Piero o Pietro Zuccheretti non la troverete, o almeno non è facile trovarla. Come se anche il suo sepolcro fosse stato nascosto da questo generale, enorme paravento dell’amnesia. Venite con me.Il vecchio cimitero di Roma è una città. La parte monumentale, quella che potremmo definire dei vip, è una grande bellezza struggente. Agli sportelli dedicati chiedo dove è sepolto Pietro Zuccheretti, data di morte 23 marzo 1944. Servizio e impiegati efficienti. I vecchi registri scritti con l’inchiostro sono stati scannerizzati. La risposta è rapida: Pietro Zuccheretti è senza dubbio sepolto nel riquadro 147, presso la tomba numero 5 della famiglia Cecconi. Ma per cominciare il riquadro 147 è doppio. Ce ne sono - lo scoprirò tra poco - due. Speculari, uno nella parte più nuova, uno nella parte più antica, ed è solo il primo - come dire? - passo falso.Al primo riquadro 147 dove vengo indirizzato, nell’area più recente, c’è la tomba Cecconi ma di Piero nessuna traccia. Boh, strano. L’ufficio è ormai chiuso. Mi accorgo però che nella piantina di questa città dei morti e dei vivi (ci passano le navette interne per trasportare parenti dei defunti e visitatori, macchine autorizzate, i mezzi della manutenzione, una volta anche gli autobus), dalla parte opposta c’è un secondo riquadro 147, nella zona più vecchia, «Basso Pincetto». Ci siamo. E invece no. Trovo un’altra sorpresa. Al numero 5 c’è effettivamente la tomba degli Zuccheretti: la lapide è un rincorrersi di «Zuccheretti». Ma nessuno di nome Piero o Pietro. Non è possibile, mi ripeto: e invece sì, so che in questa storia tutto è possibile. Soprattutto le sparizioni più eclatanti.Se la ricerca poi ha avuto un esito positivo lo devo ad un addetto allo sportello con il pubblico, particolarmente attento. Con un’attenzione che è l’opposto della routine ha un’intuizione. Nei vecchi registri c’è una nota. Ma scritta sotto a Pietro Zuccheretti, sembra riferita al nome del defunto successivo: «salma traslata dal 05/07/49 al sarcofago …». A quale sarcofago? Sembra di leggere qualcosa come «Onello», il cognome, e poi «Riquadro ecc.». La seconda intuizione è mia. Non dico nulla, ma è la pista giusta. Non è una «O» ma una «A». Perché mi ricordo che «Anello» altro non è che il cognome del nonno materno di Piero.Ora sì, la ricerca è finita. Appena entro nel riquadro indicato dal vecchio registro scorgo subito la cappelletta della famiglia Anello. Prima di tutto, proteso verso chi arriva in visita, è il busto di un bambino, «di Piero», con la lapide. È qui il bambino di Via Rasella. Piero come veniva chiamato in famiglia, e come è giusto che continuiamo a chiamarlo. Per prima cosa mi siedo sulla tomba di fronte. «Finalmente. Ciao Piero» mi viene solo da dire, e poi: «Scusa i mancati giorni, come direbbe uno che conosco[...]». Guardo il busto «di Piero». O meglio. Del suo gemello. «È come se da mezzo secolo ci fosse il mio busto al Verano, perché posai io per lo scultore che doveva realizzarlo, eravamo come due gocce d’acqua» mi aveva raccontato Giovanni. Non compare mai il cognome Zuccheretti dopo Piero, da nessuna parte. L’unico riferimento, pesantissimo, ai fatti del 23 marzo ’44 è nella lapide, fermamente voluta comunque dai famigliari, così come i necrologi pubblicati allora sul Messaggero: «Piero l’odio degli uomini ti uccise vittima innocente di un odioso conflitto perdesti la tua giovane vita nell’eccidio di via Rasella lasciando in straziante dolore la mamma il papa’ gli zii il nonno qui ad eterno ricordo pose».Ma non potresti mai leggerla, non arriveresti mai qui se non fossi a conoscenza di un particolare che pochi, sempre meno, possono sapere. Che il nonno faceva Anello di cognome. [...] Avrebbe compiuto 13 anni il 4 maggio 1944, un mese esatto prima dell’arrivo degli Alleati. Nell’angolo in basso c’è un piccolo ovale con la foto di Piero, occhi svegli e sprizzanti l’energia di chi ha davanti un’intera vita, bellissimo bambino. È facile vederli correre, azzuffarsi, e volersi bene come solo due gocce possono. «Eravamo due pesti», aveva sorriso Giovanni. Talmente vivaci che li misero in collegio, poi lui, Giovanni, era tornato a casa dei genitori e Piero dal nonno materno. Perché Piero era il suo cocco. Il nonno gli aveva trovato quel lavoretto da apprendista nel negozio di ottica di un amico a Via degli Avignonesi, nei pressi di Via Rasella. E per gli sconosciuti tiri del destino il giorno della bomba Piero si era trovato sulla scia del battaglione Bozen in marcia e sulla traiettoria del carretto esplosivo dei Gap. Dietro il busto si vedono anche il loculo e la foto del fratello Giovanni, con gli occhi buoni e il mezzo sorriso che abbiamo quasi sempre sulle lapidi come ad assicurare chi resta «adesso qui sto in pace». È morto nel 2013. [...]Mi viene in mente ora. Per anni, per decenni ogni 23 marzo qualcuno ha continuato ad appendere all’inizio di Via Rasella, su nella parte alta, un cartello di cartone «in memoria di Piero Anello», puntualmente staccato. Una delle ultime volte sono anche riuscito a fotografarlo. «Siamo noi a toglierlo perché se deve essere ricordato così meglio non ricordarlo» mi avevano spiegato Giovanni e la moglie [...]. Eppure anche l’ignoto autore del ricordo di «Piero Anello» ha voluto lasciare un’indicazione tutt’altro che insignificante. www.pierangelomaurizio.it
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.