2025-01-28
Dalle discoteche al narcotraffico. L’ultimo colpo di testa del «Ninja»
Radja Nainggolan (Getty Images)
Appena tornato in campo nella serie B belga, Nainggolan viene accusato di far parte di un giro di coca dal Sud America. È l’ultimo capitolo del libro nero di un talento a metà, vero fuoriclasse nel farsi del male da solo.«Il suo declino sembrava inarrestabile, almeno fino a quando non è stato arrestato». L’aforisma di Ennio Flaiano calza a pennello a Radja Nainggolan, che invece di presentarsi all’allenamento con il Lokeren (serie B belga), ieri ha dovuto presentarsi - accompagnato dai poliziotti - davanti a un magistrato che lo accusa di traffico internazionale di stupefacenti. L’ex centrocampista del Cagliari, della Roma e dell’Inter sarebbe coinvolto in una storia legata all’importazione di cocaina dal Sudamerica attraverso il porto di Anversa. L’accusa è arrivata dopo una trentina di perquisizioni fra Anversa e Bruxelles, al termine delle quali la procura federale ha fatto scattare le manette. L’arresto del Ninja fa parte di un’ampia indagine sulla criminalità organizzata, «incentrata sulla distribuzione di droga in Belgio» come hanno fatto sapere gli investigatori, che non hanno fornito altri dettagli «nel rispetto della presunzione d’innocenza». Durante il blitz, la squadra speciale antidroga di Bruxelles ha fermato altre 14 persone, ha sequestrato 2,7 kg di cocaina, due giubbotti antiproiettile, armi da fuoco, più 370.000 euro in contanti, monete d’oro per un valore di 116.500 euro, orologi di lusso e 14 automobili. L’avvocato difensore Omar Souidi ha fatto sapere: «Il mio cliente è un calciatore, non un criminale. Ha negato qualsiasi coinvolgimento e mi aspetto che torni in campo prima possibile». Non è la prima volta che il turbolento centrocampista (36 anni suonati) finisce a un passo dal carcere: due anni fa ad Anversa venne arrestato con manette ai polsi per guida senza patente e in stato di ebbrezza da far scoppiare il palloncino. Una vena di autodistruzione ha sempre accompagnato un giocatore formidabile e incline agli eccessi. Anche in quest’ultima occasione, 24 ore prima dello scandalo, tutti i media avevano celebrato il suo ritorno in campo con un gol direttamente da calcio d’angolo, gesto nelle corde di un formidabile e istintivo «irregolare» della vita con due specialità: il micidiale tiro da fuori area (incubo dei portieri) e l’inclinazione a buttarsi via fra litigi, alcol, fumo, patenti ritirate, notti brave, eccessi da George Best fuori dal tempo. Nainggolan è una contraddizione vivente. Nel 2018, al culmine di una stagione straordinaria, portò la Roma fino alla semifinale di Champions; un anno dopo faceva la felicità dei paparazzi alle 4 di mattina fuori dalla discoteca Hollywood di Milano. E quando non c’erano, postava lui stesso sui social i selfie (poco rassicuranti per i dirigenti dell’Inter) con spumeggianti boccali di birra fra le mani. Nato nel 1988 da madre fiamminga e padre indonesiano, è stato il rimpianto di tutti gli allenatori; un guerriero possente e invincibile quando era in piena forma (da qui il soprannome di Tartaruga Ninja), un ragazzo ingestibile quando la testa si faceva comandare dall’istinto. I pochi allenatori che sono riusciti a farlo rigare dritto sono Roberto Donadoni (Cagliari) e Luciano Spalletti più Eusebio Di Francesco (Roma). Di lui l’ex direttore sportivo giallorosso Walter Sabatini dice: «È veramente incontrollabile, è un grande giocatore ma anche un delinquente. È uno che se gli metti davanti 7-8 shottini se li scola tutti».Così si è scolato una carriera che avrebbe potuto portarlo ben più in alto. Le prime avvisaglie riguardano un episodio di violenza domestica: nel 2014 litiga con la moglie Claudia e alle parole avrebbe aggiunto un paio di schiaffi che costringono la donna a farsi medicare in ospedale (con i carabinieri): 20 giorni di prognosi. Radja, che gioca con la maglia della Roma, commenta così lo scandalo su Twitter: «Dovete farvi i c… vostri. Problemi in famiglia esistono, ma mani addosso no». La moglie lo scagiona («chi non litiga con il proprio marito?») ma alla fine lo lascia. Anche il rapporto con i tifosi è conflittuale, soprattutto con quelli dell’Inter che lo trovano mentre vaga fra locali della Bergamasca con Fabrizio Corona e gli urlano: «Domani devi giocare, vai a dormire». Per tutta risposta mostra il dito medio.Sono indimenticabili le sue polemiche social con i sostenitori della Juventus, club che non fa mistero di detestare. Posta la frase: «Meglio uno scudetto con la Roma che dieci con la Juve». Shitstorm. Lui ricuce con saggezza? No, rincara la dose in un video. «Odiavo la Juve prima di arrivare a Cagliari, ha sempre vinto su rigore o punizione. Sono venuto alla Roma perché volevo vincere contro la Juve che aveva sempre avuto aiuti». Shitstorm atto secondo. Il Ninja non si nega nulla. Da uomo della notte, beve e subisce un certo numero di ritiri patenti anche in Belgio, durante le convocazioni con la Nazionale. Poteva esserne il leader, è una presenza sempre più imbarazzante. Nel 2018 finisce dentro una canzone del gruppo «Il Pagante» per l’exploit nella notte di Capodanno: beve, fuma, gioca a paddle con gli amici, urla, bestemmia. E alla fine posta tutto sui social. Diventa un meme, la Roma pensa di cederlo e l’Inter abbocca. A Milano «dura minga». Anche per via di una truffa subìta con la clonazione dei codici bancari (buco di 150.000 euro) che porta alla luce un altro vizietto del Ninja, il gioco d’azzardo, con centinaia di migliaia di euro persi nelle notti storte a Montecarlo. Eccentricità da atleta perduto, che nel suo ultimo tentativo di risalire la china è stato tradito dal fumo. Mentre era in panchina con l’Anversa ha estratto lo svapo da una tasca e si è messo a fumare. Il tecnico Mark Van Bommel lo ha sospeso a tempo indeterminato. Lui si è difeso con la frase usata per ogni fesseria: «L’ho fatto senza pensarci».
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)