2022-08-11
Musumeci sbatte la porta e se ne va. Azzurri e Fdi litigano sulla Sicilia
Nello Musumeci (Imagoeconomica)
Il governatore uscente rinuncia al secondo mandato. Fi spinge per Stefania Prestigiacomo, ma Giorgia Meloni mette il veto: «Non posso sostenere chi era sulla Sea watch con la sinistra». Scintille fra Ignazio La Russa e Gianfranco Miccichè.Il centrodestra ritrova Silvio Berlusconi (candidato), perde Nello Musumeci (non ricandidato) e cerca una intesa sulla flat tax. Partiamo dalla Sicilia: un Musumeci addolorato, afflitto, deluso, affida a Facebook l’annuncio del suo ritiro dalla corsa a candidato alla presidenza della Regione. Musumeci, governatore uscente, vicino a Fratelli d’Italia anche se esponente di un suo movimento civico, attacca: «Basta con questo interminabile mercato nero dei nomi. Cercatevi un candidato che risponda alle vostre esigenze. Mi rendo conto di essere un presidente scomodo. Ringrazio di vero cuore Giorgia Meloni e Ignazio La Russa», aggiunge Musumeci, «per il convinto e tenace sostegno datomi. Torno a fare il militante». Il prossimo 25 settembre, dunque, il candidato alla presidenza della Sicilia sarà un altro. Il nome è ancora da individuare, ma si va verso una designazione da parte di Forza Italia, con l’ok della Lega. In pole position c’è la deputata Stefania Prestigiacomo, sulla quale però c’è lo scetticismo di Lega e Fdi, a causa di un episodio che nessuno ha dimenticato. Il 27 gennaio 2019, con Matteo Salvini al Viminale, Stefania Prestigiacomo, insieme con i colleghi parlamentari Nicola Fratoianni di Sinistra italiana e Riccardo Magi di Più Europa salì a bordo della Sea watch 3, nave ong con 47 migranti a bordo che era bloccata al largo di Siracusa. «Non ci si può chiedere», dice Giorgia Meloni, «di sostenere un candidato che saliva sulla Sea watch con il Pd». «Ancora adesso», scrive su Facebook Ignazio La Russa, plenipotenziario di Fdi, «continuo a non capire questo ostracismo verso il miglior candidato possibile per il centrodestra. Credo che Fratelli d’Italia debba ringraziare Nello Musumeci per quello che ha fatto e anche per questo gesto di signorilità. La coalizione dovrà ora scegliere un candidato che abbia la fiducia di tutti i partiti del centrodestra», aggiunge La Russa, «compresi autonomisti e centristi. Evidentemente in tutta questa situazione si è più badato a... meglio non dir nulla». «Legittimo», chiosa il coordinatore regionale di Forza Italia in Sicilia, Gianfranco Miccichè, avversario numero uno di Musumeci, «che Fratelli d’Italia, di fronte a una candidatura sostenuta dalle altre forze della coalizione di centrodestra, possa riflettere e discuterne, anche al proprio interno. Attendiamo fiduciosi che maturino certi convincimenti», aggiunge minaccioso Miccichè, «anche perché l’alternativa sarebbe solo la rottura dell’unità del centrodestra. La Lega si è dimostrata un partito sensibile nei confronti dell’intera coalizione. Un grazie a Matteo Salvini e a Silvio Berlusconi che si sono adoperati per trovare la soluzione. Speriamo che anche gli altri alleati della coalizione dimostrino lo stesso spirito di collaborazione. La nostra candidata Stefania Prestigiacomo è la persona migliore per sfidare i mille problemi atavici di questa Regione», argomenta Miccichè, «e per gestire con intelligenza ed equilibrio i rapporti con tutti i partiti dell’alleanza». «Se si vuole lavorare per la Sicilia e il centrodestra», replica infuriato La Russa, «si torni a un percorso di concordia almeno con scelte condivise. In mancanza, la farneticante minaccia di Miccichè potrebbe diventare realtà». Dalla Sicilia ad Arcore: Silvio Berlusconi è pronto a scendere in campo candidandosi al Senato, dal quale fu fatto decadere il 27 novembre 2013 dopo la condanna definitiva per frode fiscale. «Ci sto pensando», dice il Cav a Rai Radio 1, «perché ho avuto pressioni da parte di tantissimi. Penso che alla fine mi candiderò al Senato così tutti quelli che me lo chiedono saranno finalmente contenti». La coalizione dei moderati discute al suo interno sulla flat tax, entrata a far parte del programma del centrodestra, ma la cui declinazione è diversa a seconda dei partiti. «Noi», argomenta Salvini a Radio Libertà, «vogliamo alzare il tetto della flat tax da 65.000 a 100.000 euro per le partite Iva, che significa creare ancora più lavoro e incassare di più per lo Stato. Poi nella fase 2 vogliamo estendere questa tassazione anche ai lavoratori dipendenti e alle famiglie fino a 50.000 euro di dichiarazione annua per i monoredditi o 70.000 per chi ha due redditi». «Noi abbiamo un approccio pragmatico», sottolinea la deputata di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli a Radio 24, «l’ha già detto anche il nostro leader Meloni: non promettiamo cose che non sappiamo se si potranno mantenere. Sicuramente l’aspetto che unisce tutti e che sarà nel programma, che in questo momento è al vaglio dei leader, è un sistema di diminuzione delle tasse: su questo ci troviamo ovviamente tutti d’accordo, è la nostra priorità. Sul come ognuno ovviamente ha la propria proposta, la nostra», precisa la Montaruli, «è quella di una flat tax al 15% sugli incrementi di reddito fin da subito perché è l’unico sistema che permette di non cercare ulteriori coperture di bilancio, è quello che si può fare subito. Poi nel corso della legislatura certamente vogliamo arrivare a un’ulteriore diminuzione di tutto il regime di tassazione».
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)