2025-02-21
Muro dem contro i satelliti di Musk
Emendamenti del Pd al ddl Space Economy per ostacolare un accordo con Starlink e privilegiare società dell’Ue. Ma i programmi europei sono in ritardo e più costosi.Braccio di ferro tra maggioranza e opposizione su Elon Musk: inutile girarci (anzi orbitarci) intorno, quello che sta andando in scena in Commissione attività produttive alla Camera è un ostruzionismo «contra personam». La discussione sul ddl Space Economy si è incagliata ieri, come riferisce Public Policy, su alcuni emendamenti del Pd che hanno l’obiettivo di ostacolare l’ipotesi di un accordo del governo con SpaceX, la società di Musk che controlla la costellazione di satelliti Starlink. L’articolo 25 del ddl prevede la costituzione da parte del Ministero del made in Italy di una «riserva di capacità trasmissiva nazionale attraverso comunicazioni satellitari, utilizzando, al fine di garantire la massima diversificazione, sia satelliti sia costellazioni in orbita geostazionaria, media e bassa, gestiti esclusivamente da soggetti appartenenti all’Unione europea o all’Alleanza atlantica». Il deputato dem Andrea Casu, però, ha presentato alcuni emendamenti che prevedono di prediligere i «soggetti appartenenti all’Unione europea», e solo «in caso di comprovata impossibilità» quelli della Nato per quel che riguarda le comunicazioni satellitari. Il governo ha fornito parere contrario. Non c’è bisogno di interpretare il pensiero del Pd e degli altri partiti di opposizione, i cui esponenti hanno preso la parola in massa sull’argomento, poichè lo stesso Casu, il deputato Christian Di Sanzo e il capogruppo Pd in Commissione Vinicio Peluffo, dichiarano esplicitamente il loro obiettivo: «L’articolo 25, così come formulato dal governo», sottolineano i deputati dem, «rischia di aprire la porta a Starlink di Elon Musk, mettendo in secondo piano le imprese italiane ed europee del settore. L’Italia deve essere protagonista della crescita industriale nello spazio e non il primo Paese Ue a cedere il proprio futuro tecnologico a un operatore privato straniero». La questione è semplice: il Pd, con la proposta di prediligere «i soggetti appartenenti alla Ue», sembra proprio voler favorire la costellazione satellitare Iris2, progetto continentale concorrente a quello di Musk. Il che potrebbe anche essere comprensibile se non ci fosse un piccolo problema: Starlink è già operativo e ha oltre 6.000 satelliti in orbita, mentre Iris2, che ne prevede meno di 300, non sarà operativo prima del 2030. Inoltre, secondo Bloomberg, l’accordo con Starlink costerebbe all’Italia circa 1,5 miliardi di euro, mentre le due soluzioni alternative, ovvero l’accordo con Iris o la realizzazione di una costellazione satellitare tutta italiana, avrebbero entrambe un costo di 10 miliardi. Al di là di ogni valutazione, resta la bizzarria di un Pd che propone un emendamento anti-Nato, ma c’è da dire che tra maggioranza e opposizione il dialogo continua: un altro emendamento di Casu, che prevede «un adeguato ritorno industriale per il sistema paese», è stato infatti accantonato, segnale della possibilità che attraverso una riformulazione il governo possa dare parere favorevole. La discussione riprenderà martedì prossimo. «Il dato più importante è che c’è un dialogo», commenta al termine dei lavori della Commissione il viceministro al Mimit Valentino Valentini, di Forza Italia, «credo che da parte di alcuni ci sia un’interpretazione aprioristica di questa norma che non è nata per favorire né uno né l'altro. Si vedrà come dare soddisfazione senza però anticipare cose che non sono opportune in norma primaria». Anche su un ulteriore emendamento dei dem, quello che chiede «una partecipazione pubblica» nella costituzione della riserva di capacità trasmissiva nazionale «per garantire la sicurezza», il dibattito con il governo è aperto: «Si fa una riflessione», commenta Valentini, che confida in un atteggiamento di collaborazione tra i partiti per trovare «un punto politico comune al di là di chi legge la norma a priori». Parere contrario del governo ha all’emendamento di Azione, firmato dai deputati Elena Bonetti e Fabrizio Benzoni, con cui si chiede di «subordinare» la fornitura di servizi di comunicazione satellitare per fini governativi nei campi della Difesa e della sicurezza nazionale alla «proprietà e controllo esclusivo della crittografia e delle componenti software e hardware utilizzate da parte del committente del servizio».
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)