2021-08-25
Muro contro muro sui tamponi gratis ai prof
L'incontro fra il ministro dell'Istruzione e i sindacati finisce senza un accordo. Oggi un nuovo tavolo. Intanto il Tar boccia la richiesta di una sospensiva urgente sul lasciapassare: il green pass resta obbligatorio per i docenti e per tutto il personale.Nulla da fare, ieri il Tar del Lazio ha spazzato via ogni ipotesi di sospensione cautelare urgente del decreto legge con il quale il 6 agosto scorso è stato previsto che tutto il personale scolastico e universitario dovrà possedere, e sarà tenuto a esibire, la certificazione verde Covid-19. È stata ipotizzata anche una «palese inammissibilità» del ricorso presentato dai sindacati. Dopo il respingimento il prossimo passaggio ci sarà il 6 ottobre, data fissata per la trattazione collegiale della controversia nella camera di consiglio. Secondo i sindacati, tra cui l'Anief, la certificazione non può essere obbligatoria per entrare a scuola o all'università ma per il tribunale non si può mettere in discussione il decreto legge. Il giudice ha ricordato che il Tar può riesaminare solo atti amministrativi mentre «forma oggetto di impugnazione un atto normativo con valore e forza di legge adottato dal governo» e che dello stesso è prevista «l'entrata in vigore a decorrere dal prossimo 1° settembre 2021 e fino al 31 dicembre 2021». Per questo, «la palese inammissibilità del ricorso» contro il decreto «determina l'assenza dei presupposti di procedibilità dell'istanza volta alla concessione di misure cautelari monocratiche». Il tribunale ha chiarito anche che, in caso di mancato rispetto di tale obbligo, l'assenza del docente sarà considerata ingiustificata. No del Tar, dunque, e muro contro muro dopo la videoconferenza tra il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi e i sindacati che avevano chiesto l'incontro per discutere, tra le altre cose, della possibilità di tamponi gratis per i docenti non vaccinati. In poco meno di un'ora Patrizio Bianchi ha ribadito che resta l'obbligo del green pass per il personale scolastico, l'obbligo del tampone da fare ogni 48 ore se non si è vaccinati e che sarà gratuito solo per le categorie fragili impossibilitate a vaccinarsi. Confermata la sospensione dello stipendio se il docente non si adegua a tali disposizioni e si assenta in modo ingiustificato per cinque giorni. E sarà da 400 a 1.000 euro la sanzione per il personale scolastico sprovvisto di green pass. I circa 185.000, tra docenti e non docenti non ancora vaccinati, se non faranno il tampone perché la spesa è inaccettabile, non potranno entrare a scuola e saranno considerati assenti ingiustificati dopo il quarto giorno, costretti a casa senza stipendio. In quell'arco di tempo, prima della sospensione, le scuole devono aspettare a chiamare un supplente e intanto le classi resterebbero scoperte. «Come faranno a fare lezione?», ha chiesto Maddalena Gissi della Cisl scuola. Le rivendicazioni dei sindacati in tema di tampone gratuito non sono state ascoltate. «Ho provato anche una mediazione. Ma il ministro tira dritto per la sua strada. Bianchi ha intenzione di applicare quanto previsto dalla legge», ha commentato con OrizzonteScuola.it il segretario generale della Uil scuola, Pino Turi. Ha poi aggiunto: «Abbiamo proposto una moratoria di 45 giorni in attesa che la legge sia riconvertita ma il ministro ha ribadito il vigore della nota che garantisce i tamponi gratuiti solo ai fragili, che dal nostro punto di vista con la legge non c'entra nulla, snaturando il protocollo che abbiamo firmato». Turi ha poi concluso: «Noi siamo per vaccinare ma la sicurezza dei luoghi di lavoro non può essere a carico dei lavoratori. C'è un presupposto: che si possono fare le leggi e che le leggi si rispettano. È l'assenza di una legge che impone l'obbligatorietà generale, non a una sola categoria, che genera lo scontro». Oggi ci sarà un nuovo incontro per continuare la discussione sul protocollo di sicurezza in vista della riapertura delle scuole. E si dovrà risolvere pure la questione dei controlli del green pass, stabilendo se spetterà ai presidi o ai loro delegati, con problemi non di poco conto relativi alla privacy perché il dirigente scolastico non ha modo di vedere la scadenza del green pass, quindi si vorrebbero acquisire i dati dei vaccinati e guariti. La segretaria nazionale della Flc Cgil, Graziamaria Pistorino, ha così commentato: «Il ministro ha dichiarato la piena applicazione del protocollo sottoscritto il 14 agosto e ha ribadito l'immediata apertura dei tavoli di confronto con le organizzazioni sindacali. In quella sede potranno essere affrontate tutte le principali problematiche ancora aperte in vista della riapertura dell'anno scolastico come il tema del distanziamento nelle classi, l'organizzazione degli spazi». La discussione, infatti, non può essere limitata solo a green pass e tamponi malgrado rappresentino questioni fondamentali per i docenti e il personale Ata. Ci sono da verificare l'effettiva messa in sicurezza delle aule, la mancanza di spazi in ancora troppe scuole, le normative sul distanziamento, l'organico Covid che però potrebbe essere confermato per l'intero anno scolastico. E c'è sempre la puntuale mancanza di docenti che rende stringenti le nomine dei supplenti. Nel pomeriggio di ieri, dopo la riunione con il ministro della Salute, Bianchi ha annunciato: «Stiamo per inviare agli uffici scolastici regionali la ripartizione dei 422 milioni di euro per l'organico aggiuntivo per l'emergenza e per il recupero degli apprendimenti». L'incontro con tutti i presidi, per affrontare le varie tematiche relative all'apertura, sarà solo la prossima settimana.
Gli abissi del Mar dei Caraibi lo hanno cullato per più di tre secoli, da quell’8 giugno del 1708, quando il galeone spagnolo «San José» sparì tra i flutti in pochi minuti.
Il suo relitto racchiude -secondo la storia e la cronaca- il più prezioso dei tesori in fondo al mare, tanto che negli anni il galeone si è meritato l’appellativo di «Sacro Graal dei relitti». Nel 2015, dopo decenni di ipotesi, leggende e tentativi di localizzazione partiti nel 1981, è stato individuato a circa 16 miglia nautiche (circa 30 km.) dalle coste colombiane di Cartagena ad una profondità di circa 600 metri. Nella sua stiva, oro argento e smeraldi che tre secoli fa il veliero da guerra e da trasporto avrebbe dovuto portare in Patria. Il tesoro, che ha generato una contesa tra Colombia e Spagna, ammonterebbe a svariati miliardi di dollari.
La fine del «San José» si inquadra storicamente durante la guerra di Successione spagnola, che vide fronteggiarsi Francia e Spagna da una parte e Inghilterra, Olanda e Austria dall’altra. Un conflitto per il predominio sul mondo, compreso il Nuovo continente da cui proveniva la ricchezza che aveva fatto della Spagna la più grande delle potenze. Il «San José» faceva parte di quell’Invencible Armada che dominò i mari per secoli, armato con 64 bocche da fuoco per una lunghezza dello scafo di circa 50 metri. Varato nel 1696, nel giugno del 1708 si trovava inquadrato nella «Flotta spagnola del tesoro» a Portobelo, odierna Panama. Dopo il carico di beni preziosi, avrebbe dovuto raggiungere Cuba dove una scorta francese l’attendeva per il viaggio di ritorno in Spagna, passando per Cartagena. Nello stesso periodo la flotta britannica preparò un’incursione nei Caraibi, con 4 navi da guerra al comando dell’ammiraglio Charles Wager. Si appostò alle isole Rosario, un piccolo arcipelago poco distanti dalle coste di Cartagena, coperte dalla penisola di Barù. Gli spagnoli durante le ricognizioni si accorsero della presenza del nemico, tuttavia avevano necessità di salpare dal porto di Cartagena per raggiungere rapidamente L’Avana a causa dell’avvicinarsi della stagione degli uragani. Così il comandante del «San José» José Fernandez de Santillàn decise di levare le ancore la mattina dell’8 giugno. Poco dopo la partenza le navi spagnole furono intercettate dai galeoni della Royal Navy a poca distanza da Barù, dove iniziò l’inseguimento. Il «San José» fu raggiunto dalla «Expedition», la nave ammiraglia dove si trovava il comandante della spedizione Wager. Seguì un cannoneggiamento ravvicinato dove gli inglesi ebbero la meglio sul galeone colmo di merce preziosa. Una cannonata colpì in pieno la santabarbara, la polveriera del galeone spagnolo che si incendiò venendo inghiottito dai flutti in pochi minuti. Solo una dozzina di marinai si salvarono, su un equipaggio di 600 uomini. L’ammiraglio britannico, la cui azione sarà ricordata come l’«Azione di Wager» non fu tuttavia in grado di recuperare il tesoro della nave nemica, che per tre secoli dormirà sul fondo del Mare dei Caraibi .
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