2023-03-24
«Le multe ai no vax sono annullate». Ma sui tempi dei rimborsi è mistero
Ernesto Maria Ruffini (Imagoeconomica)
Il ministero sta inviando le lettere con cui si comunica che le sanzioni non avranno corso. Però alle Entrate non ci sanno dire quando verranno restituiti i soldi a chi nel frattempo li ha versati: «Che differenza fa?».Qualche utente l’ha messo sui social: «Ricevuta più di un mese fa, senza aver fatto nessuna opposizione». Stiamo parlando della comunicazione dell’annullamento d’ufficio «in autotutela», dell’avviso di addebito della sanzione di 100 euro per gli over 50 che al 15 giugno 2022 non risultavano in regola con gli obblighi vaccinali. Dall’entrata in vigore della legge n. 199/2022, ovvero dal 31 dicembre dello scorso anno, i termini di pagamento sono stati sospesi fino al prossimo 30 giugno ma, come La Verità ha più volte riportato, le cartelle continuano ad arrivare creando non poca agitazione. Adesso, sembra che il ministero della Salute abbia deciso di «correggere» il proprio operato, segnalando che il procedimento sanzionatorio «non avrà ulteriore seguito e non sarà necessario, da parte dell’interessato, effettuare alcun pagamento». Questo è quello che si legge nei documenti già recapitati, e che portano la firma di Giuseppe Viggiano, direttore generale della digitalizzazione, del sistema informativo sanitario e della statistica del ministero che oggi fa capo a Orazio Schillaci. L’annullamento d’ufficio, per ragioni di interesse pubblico così da «evitare un contenzioso e il conseguente dispendio di risorse umane e finanziarie», era stato previsto dalla legge 241 del 7 agosto 1990, articolo 21-nonies. Riguardava i provvedimenti amministrativi illegittimi, che secondo l’Agenzia delle entrate - Riscossione possono essere dovuti a errore di calcolo o di persona, a errore sul presupposto dell’imposta, a «sussistenza dei requisiti per fruire di deduzioni, detrazioni o regimi agevolativi, precedentemente negati», per citare alcuni dei casi più frequenti di illegittimità che giustificano l’autotutela. Nelle comunicazioni che stanno arrivando, si fa riferimento all’acquisizione «di ulteriori informazioni, da cui risulta l’insussistenza dell’inadempienza dell’obbligo vaccinale», forse perché il destinatario della sanzione era invece vaccinato o era esentato, o come conseguenza del congelamento del pagamento fino al prossimo 30 giugno. Abbiamo chiesto al ministero della Salute lumi in proposito, ma la questione deve essere apparsa irrilevante e non abbiamo ottenuto risposta. Stessa domanda posta anche all’Agenzia delle entrate - Riscossione, già al corrente del provvedimento di annullamento come informa il direttore generale Viggiano, è caduta nel vuoto. Anzi, eravamo curiosi di sapere se sono state avviate le procedure di rimborso, indicate qualora «l’avviso di addebito sia già stato pagato». L’Agenzia di Ernesto Maria Ruffini non lo sa, «le stiamo elaborando», rispondono. «Ma che differenza fa», aggiungono, «se così ha scritto il ministero della Sanità vorrà dire che faremo i rimborsi».Magari qualche brava persona, ingiustamente punita solo perché non vaccinata o in quanto non poteva inocularsi un farmaco anti Covid per motivi di salute, vorrebbe sapere se quei «soldini», se quella cifra che ci viene detta «di poco conto», verrà accreditata in tempi non vergognosamente lunghi. Dovrà attendere, ignorando le modalità con cui verranno restituiti i 100 euro di ammenda non dovuta. E che continua ad arrivare, nelle case di molti italiani over 50, sotto forma di cartella di pagamento che però non doveva più essere notificata a partire dal primo gennaio 2023. Prima, infatti, erano state inviate le comunicazioni dell’avvio del procedimento amministrativo (Caps), ma quando partono le cartelle di pagamento significa che il procedimento è concluso. «La notifica è uno degli atti facenti parte della irrogazione delle sanzioni. Non è difficile immaginare che l’intento, sia proprio quello di “mandare fuori termine” da un punto di vista processuale la difesa giudiziaria dei destinatari, per obbligarli poi al pagamento dopo il 30 giugno», osserva l’avvocato Mauro Franchi. Aggiunge: «È scorretto da un punto di vista legale e sostanziale, perché degrada le persone da cittadini a sudditi, in aperta violazione della Costituzione».Ricordiamo infatti, che proprio il ministero della Salute ha confermato che non c’è congelamento del procedimento di opposizione davanti al giudice di pace. Quindi, indipendentemente dalla data di spedizione delle cartelle, bisogna opporsi entro 30 giorni dalla notifica dell’avviso di addebito. La legge non è stata chiara a riguardo, l’interpretazione data dal ministero potrebbe essere messa in discussione proprio da un giudice di pace ma anche questo atteggiamento di non chiarezza conferma il disinteresse, se non il perdurare dell’ostilità per i cittadini che non hanno voluto il vaccino anti Covid.
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