2022-12-11
Morte sospetta di un reporter Usa
Grant Wahl con la maglietta arcobaleno (Getty Images)
Grant Wahl è crollato a terra durante Argentina-Olanda ed è deceduto. Qualche giorno fa fu fermato per una maglietta arcobaleno. Il fratello: «Lo hanno ucciso, aiutatemi». Stava seguendo Argentina-Olanda, d’improvviso si è accasciato. Inutili i soccorsi, dopo qualche ora Grant Wahl, giornalista americano di 48 anni, è morto. Considerato in patria tra i veterani dei cronisti sportivi, era stato inviato in Qatar per raccontare i Mondiali. Lunga la sua militanza nei ranghi di redazione della rivista Sports illustrated come commentatore di calcio prima di entrare a far parte di Cbs Sports nel 2021. La radio americana Npr riferisce che il giornalista avrebbe sofferto di un mancamento mentre si trovava in sala stampa e la sfida tra tulipani e argentini giungeva alle battute finali. Inutile l’intervento di medici e infermieri. Si è tentato un massaggio cardiaco insieme con diverse pratiche di rianimazione durate una ventina di minuti in tutto, dopodiché è avvenuta la corsa all’Hamad General Hospital. Ma la morte ormai era sopraggiunta. Il quotidiano d’oltreoceano Wall Street Journal parla di attacco cardiaco, sebbene le circostanze dell’evento non siano ancora state appurate fino in fondo. Nei giorni scorsi Wahl aveva ammesso sui suoi canali social di non sentirsi granché bene, di avvertire un forte senso di oppressione al petto e di essersi recato in una clinica nei pressi del media center della Coppa del Mondo. Il personale sanitario gli avrebbe prescritto uno sciroppo per la tosse e un antinfiammatorio, facendogli intendere di essere incappato in una ostinata forma di bronchite. «Questo non è il mio primo Mondiale», aveva dichiarato il giornalista qualche giorno prima, «ne ho vissuti già otto e mi sono ammalato più o meno a ogni torneo. Si tratta solo di trovare un modo per portare a termine il mio incarico, nonostante lo stress, il poco sonno e i carichi di lavoro pesanti», aveva aggiunto, rimarcando di essere risultato negativo a un test per il Covid-19. Sua moglie, Celine Gounder, è peraltro una dottoressa esperta in malattie infettive. Ma c’è un ulteriore episodio che rende la vicenda un po’ più nebulosa di quanto appaia. Lo scorso 21 novembre, Wahl era stato fermato dalle autorità del Qatar per aver indossato una maglietta coi colori arcobaleno, simbolo di riferimento della comunità omosessuale globale. Su Instagram aveva raccontato di essere stato trattenuto per circa 25 minuti dal personale dello stadio, che gli aveva intimato di cambiare abbigliamento perché quei colori non sarebbero stati ammessi. Dopo essere stato rilasciato con le scuse della Fifa, Wahl dichiarò che avrebbe probabilmente indossato ancora la maglietta. E qui entra in gioco Eric Wahl, fratello del deceduto, che dai suoi social commenta: «Mi chiamo Eric, sono il fratello di Grant e sono gay. Sono la ragione per cui ha indossato la maglietta con la bandiera arcobaleno durante i Mondiali. Mio fratello era sano, mi ha detto nei giorni scorsi che aveva ricevuto minacce di morte. Non credo sia morto per caso. Credo che sia stato ucciso e vi prego di aiutarmi». Dichiarazioni che, se non altro, contribuiscono a rendere l’atmosfera di questo Mondiale non proprio serena. Nel frattempo, il presidente della Fifa Gianni Infantino si dice addolorato per la scomparsa: «L’ amore di Grant per il calcio era immenso e la sua capacità di racconto mancherà a tutti gli appassionati di questo sport». Gli fa eco il cestista LeBron James: «Grazie a Wahl ho ottenuto la mia prima copertina su una rivista quando giocavo nell’high school. Non posso che fare le condoglianze alla famiglia. Fino a quando non si conosceranno a fondo i dettagli di quanto successo, non commenterò in alcun modo le cause della sua morte».
Il primo ministro del Pakistan Shehbaz Sharif e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman (Getty Images)
Riyadh e Islamabad hanno firmato un patto di difesa reciproca, che include anche la deterrenza nucleare pakistana. L’intesa rafforza la cooperazione militare e ridefinisce gli equilibri regionali dopo l’attacco israeliano a Doha.
Emanuele Orsini e Dario Scannapieco