2023-05-26
Monti e la Ue chiedono più tasse. La Schlein esegue: «Alziamole»
Mentre l’ex premier bocconiano rimprovera il Pd di essere troppo poco di sinistra e Bruxelles torna sulla riforma del catasto, Elly batte su patrimoniale e imposta di successione. La trimurti del fisco si è rimessa in moto con l’obiettivo di impoverirci.Da sotto il sudario parlamentare con cui nel 2013 l’hanno ricoperto gli italiani con il loro voto, è risorto Mario Monti. Prima si è concesso alla trasmissione satirica Un giorno da pecora, poi al Corriere. Alla radio, l’ex presidente del Consiglio ha dispensato una delle sue ricette per far quadrare i conti, che può essere riassunta brevemente in due parole: più tasse per tutti. Sul giornale, con un articolo di suo pugno, il senatore a vita si è invece lanciato in una lezioncina di bon ton ben riassunta nel titolo dell’editoriale: «Un dovere elementare della convivenza europea». In che cosa consista questo «dovere elementare» raccomandato da Monti a Giorgia Meloni è presto detto: occorre chinare il capo e ratificare il Meccanismo europeo di stabilità, ossia il famigerato Mes. Perché? Per questioni di buona creanza e in quanto ci conviene. In che cosa consista la convenienza di votare un fondo che costerà miliardi agli italiani, ma a cui gli stessi italiani non potranno attingere in caso di bisogno, perché sprovvisti di requisiti, non è chiaro. Una cosa però appare evidente ed è che l’ex premier nell’animo è quello di sempre. Sono passati quasi 12 anni da quando ereditò il governo per mano di Giorgio Napolitano, ma il fu rettore della Bocconi resta il presidente del Consiglio che si recò al cospetto di Angela Merkel per dire di «aver fatto i compiti a casa». Non quelli che gli erano richiesti dagli elettori, ma i compiti voluti dall’Europa. Qualcuno potrebbe pensare che la riesumazione di Monti, con relativi interventi su tasse e Mes, sia casuale. In realtà, ha tutta l’aria di essere coordinato sulla base dell’armocromia cara a Elly Schlein e a Bruxelles. Infatti, in simultanea, mentre il senatore a vita rimproverava il Pd di essere troppo poco di sinistra per non aver introdotto tasse sulla successione e aver limitato quelle sui capitali, la segretaria del Partito democratico dal Festival dell’economia di Trento proponeva una patrimoniale e anche un’imposta sui morti. «Le tasse sulle rendite fiscali e immobiliari sono basse» ha sentenziato sprofondata nella poltroncina bianca, «e non possiamo negare che siamo in un Paese con la tassazione sulle successioni più iniqua e bassa. Il nostro faro», ha spiegato, «sono la progressività e la redistribuzione». Che la progressività già esista, tant’è che sopra i 50.000 euro di reddito Irpef si paga il 43%, dev’essere un dettaglio sfuggito alla compagna Schlein. Così come non dev’esserle chiaro che i beni lasciati in eredità i contribuenti onesti li hanno comprati con i soldi su cui hanno già pagato le imposte e spesso a prezzo di innumerevoli sacrifici. Una cosa di certo le sfugge ed è che a forza di aumentare la pressione fiscale, che in Italia ha raggiunto livelli intollerabili, le persone con un patrimonio se ne vanno altrove, trasferendo armi, bagagli e redditi dove è più conveniente, come fanno tutte le grandi holding e i grandi industriali (il caso Agnelli docet).Ma siccome non c’è due senza tre e soprattutto le offensive devono stringere a tenaglia l’obiettivo, senza lasciargli alcuna via di scampo, alla coppia Monti-Schlein (a proposito, ma da quando in qua l’uomo chiamato stangata - però in loden - si duole se la sinistra non fa la sinistra? Lui, l’uomo dei poteri forti e del consiglio di amministrazione Fiat quando l’industria automobilistica era sorretta dai contributi pubblici, che dà lezione alla compagna Elly? Mah...) infatti si è unita la Ue che ieri, tramite Corriere, si è fatta viva con la voce di Valdis Dombrovskis, commissario europeo per il commercio. In breve, la predica impartita è la stessa dell’ex premier e dell’attuale segretaria. Infatti, tra le raccomandazioni inviate a Meloni si ritrova l’armamentario tipico di Bruxelles, ovvero riforme, tasse e economia green. Le prime, guarda caso, includono l’Imu e l’adeguamento dei valori catastali, che altro non significano se non più tasse per tutti i proprietari di casa. Ci aveva già provato Draghi, ma alla fine era stato stoppato. Adesso l’Europa spera di riuscire dove altri hanno fallito. A questa prima stangata, l’Unione ne vorrebbe far seguire altre, che riassumendo somigliano a quelle invocate da Monti e Schlein, ovvero imposte più salate sui capitali e anche sui defunti, i quali non possono certo pensare di andarsene impunemente, trasferendo l’eredità ai propri figli senza che lo Stato e la Ue ci facciano la cresta. Quanto al green, come ormai dovrebbe essere chiaro a tutti, con la scusa di difendere l’ambiente intendono lasciare al verde il nostro portafogli. L’ultima idea avuta dalla burocrazia ecologista che impera in Europa, prevede la messa al bando del gas per caricare i condizionatori. In poche parole, significa che appena sarà necessario caricare gli impianti refrigeranti, dovremo sostituirli con quelli in grado di funzionare non con il freon ma con il propano. In pratica, una spesa in più che, con la scusa della difesa della natura, e mentre si raccomanda di togliere i contributi sulle bollette, altro non significa che una imposta aggiuntiva. La trimurti delle tasse si è insomma rimessa in movimento. Obiettivo: impoverirci un po’ di più. Ovviamente per il nostro bene.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.