
Nessuna traccia della discussione in cdm sul sì del comitato del golden power: il dossier potrebbe non essere neanche arrivato sul tavolo o essere stato secretato.Il decreto Agosto è stato approvato «salvo intese» nelle notte tra venerdì e sabato. Non esistono al momento i testi del Dl né la lista esatta di quanto la lunga riunione abbia approvato. L'unica traccia disponibile è il comunicato stampa che fa seguito alla conferenza tenuta da Giuseppe Conte. In questo non c'è alcun cenno al tema del 5G. La Verità nell'edizione di venerdì aveva anticipato il parere del comitato del golden power all'uso della tecnologia Huawei nella rete di alcuni operatori tra cui Tim. Nello specifico il ruolo dell'hardware e del software cinese toccherebbe nove regioni, gran parte al Sud, fatta esclusione per il Trentino Alto Adige e il Veneto. Il Nord Est è un'area estremamente sensibile agli interessi americani, basti pensare al gran numero di installazioni e basi con informazioni riservate. Il parere del golden power di fatto consentirebbe di far entrare dalla finestra i fornitori che la Casa Bianca ha bannato e che vorrebbe venissero estromessi anche in Europa. Ad esempio la Gran Bretagna ha ufficialmente vietato l'uso di tecnologia Huawei in tutte le future gare sul 5G e previsto che entro il 2030 i vecchi contratti con controparte cinese vengano sostituiti. Lo schema del golden power al contrario prevede un ok con prescrizioni generiche che potrebbe in futuro subire modifiche anche con forti restrizioni. Il problema è che avviare ora investimenti impegnativi sul 5G renderà sempre più difficile un'inversione di rotta. Per questo il cdm della scorsa notte è così importante. Almeno dovrebbe esserlo. La notizia riportata dalla Verità non è mai stata smentita e ha sollevato anche le reazioni dell'opposizione. La Lega è insorta e ha annunciato un'interpellanza urgente. Lo stesso Matteo Salvini ha chiesto al governo di fare marcia indietro. La realtà è che a oggi sulla questione vige il maggiore riserbo. Non è dato sapere se il parere del golden power sia approdato in cdm, se sia stato trattato tra le varie ed eventuali oppure, eventualità da non escludere, sia stato inserito tra gli atti da secretare. Eppure il tema è così geopolitico che meriterebbe non solo una discussione parlamentare ma anche una disamina in totale trasparenza. Come ha fatto Boris Johnson, schierandosi apertamente con gli Usa. Il governo sembra insistere con il tenere aperto il doppio binario di relazioni. Ma la politica americana ha fatto capire che non sarà più possibile. Mike Pompeo ha detto senzxa mezzi termini che verrà tracciata una linea di demarcazione netta. La scorsa settimana il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha incontrato a Roma l'ambasciatore Usa, Lewis Eisenberg, con il quale non escludiamo abbia discusso anche dell'azienda guidata da Ren Zhengfei. Non sappiamo se abbia dato assicurazioni di sorta. Ma se così fosse e se il cdm avesse deciso di cristallizzare il parere del comitato del golden power, si aprirebbe una rottura diplomatica. Tre settimane fa il consigliere per la sicurezza della Casa Bianca, Robert O'Brien , nel corso del tour europeo ha incontrato il consigliere di Palazzo Chigi Piero Benassi, con un lungo bilaterale che ha fatto seguito ad altrettanti incontri con gli omologhi di Germania, Francia e Gran Bretagna. O'Brien su Twitter si è detto soddisfatto dell'incontro con Benassi. Chissà cosa penserà adesso. La nostra è una situazione liquida dentro un perimetro, quello Ue, che stenta per via di Angela Merkel a prendere decisioni univoche e definitive.
Zohran Mamdani (Ansa)
Dalle politiche sociali ai limiti dell’esproprio alla città come «santuario» per i gay Mamdani rappresenta la radicalizzazione dei dem. Ma anche una bella grana
Da più parti, la vittoria di Zohran Mamdani alle elezioni municipali di New York City è stata descritta (se non addirittura salutata) come uno «schiaffo» a Donald Trump. Ora, a prima vista, le cose sembrerebbero stare effettivamente così: il prossimo primo cittadino della Grande Mela, che entrerà in carica a gennaio, sembra quanto di più lontano possa esserci dal presidente americano. Tanto che, alla vigilia del voto, lo stesso Trump aveva dato il proprio endorsement al suo principale sfidante: il candidato indipendente, nonché ex governatore dem dello Stato di New York, Andrew Cuomo.
Rifugiati attraversano il confine dal Darfur, in Sudan, verso il Ciad (Getty Images)
Dopo 18 mesi d’assedio, i paramilitari di Hemeti hanno conquistato al Fasher, ultima roccaforte governativa del Darfur. Migliaia i civili uccisi e stupri di massa. L’Onu parla della peggior catastrofe umanitaria del pianeta.






