2025-03-11
Perde e vola in Borsa. Il mistero di Eutelsat, la società anti-Musk spinta da Parigi e Ue
Il gruppo spaziale francese (con azionisti cinesi) è in rosso ma in Borsa fa +400%. E trasmette la tv russa sanzionata dall’Ue.Mistero Eutelsat. La società di telecomunicazioni satellitari a trazione franco-inglese (ci sono anche piccole quote cinesi) che nell’ultima settimana borsistica ha guadagnato il 400%, nonostante un paio di sedute di realizzi. Percentuali mostruose soprattutto se messe a confronto con i fondamentali. Le perdite dell’ultimo bilancio del gruppo spaziale europeo che dovrebbe fare concorrenza a Starlink sono in crescita e hanno raggiunto quota 873,2 milioni. La situazione è critica tant’è che nella prima metà dell’anno finanziario 2024-2025, si è dimesso il presidente Dominique D’Hinnin e con lui hanno lasciato l’incarico altri quattro membri del consiglio di amministrazione: Mia Brunell, Esther Gaide, Cynthia Gordon e Fleur Pellerin. E in effetti, oltre ai numeri anche sui contenuti c’è un gap quasi impossibile da colmare rispetto alla creatura (SpaceX) di Musk. Secondo gli esperti consultati dalla Verità, infatti, la rete OneWeb di Eutelsat può contare su 640 satelliti che sono in orbita a un’altezza superiore ai 1.000 chilometri, contro i 7.000 di Starlink fermi intorno ai 500 chilometri. E mentre Starlink continua con i suoi lanci (i dati ufficiosi dicono che avrebbe già superato quota 8.000 satelliti), Eutelsat è ferma. Più ripetitori ci sono a minore altezza e maggiore è la sicurezza e la resilienza della connettività. Ma come già evidenziato dalla Verità, la differenza tra i due sistemi non è solo numerica quanto di qualità tecnologica. I satelliti di Starlink trasferiscono via laser le comunicazioni (link intersatellitare) tra loro e poi le portano a terra. Questo gli permette di poggiare su ripetitori grandi quanto un foglio A4 che costano meno e accelerano le connessioni. Del resto sin dall’origine i progettisti di OneWeb avevano pensato ai loro satelliti in riferimento a un mercato stanziale, mentre Starlink è nato con il pensiero rivolto alla mobilità estrema: auto a guida autonoma, droni e aerei. Un gap enorme, tant’è che secondo gli esperti servirebbero non meno di 2 anni ad Eutelsat (che ha ceduto la fabbrica di produzione americana ad Airbus) per realizzare una nuova serie di satelliti. E allora perché da circa una settima il titolo corre in Borsa? Sicuramente hanno avuto un impatto positivo le dichiarazioni dell’ad, Eva Berneke. Il manager ha prima ammesso che i colloqui con l’Unione europea per sostituire Starlink di Elon Musk in Ucraina si stanno intensificando e poi ha confermato di essere in contatto con il governo italiano («colloqui molto positivi»). Parliamo della fornitura di una rete satellitare per la Difesa, la stessa per la quale è in corsa da tempo Starlink.Due buone notizie per gli affari del gruppo franco-inglese. Peccato che a strettissimo giro siano state entrambe sostanzialmente smentite. Prima ci ha pensato Roma: «Le recenti notizie circolate su presunte trattative tra il governo italiano ed Eutelsat», recitava la nota istituzionale, «non corrispondono al vero. Al momento, non sono in corso trattative con Eutelsat né con altre aziende del settore [...] Qualsiasi eventuale decisione in questo ambito verrà presa nel pieno rispetto delle procedure istituzionali e con la massima trasparenza». Poi gli Stati Uniti. Dopo un tira e molla durato l’intera giornata di domenica, infatti, Elon Musk (e il segretario di Stato Marco Rubio) ha precisato che le sue frasi sull’Ucraina («senza Starlink Kiev crollerebbe») non presupponevano nessun passo indietro, ma erano solo una precisazione rispetto a quello che Musk stava facendo per l’Ucraina. Insomma, quali spazi di azione avrebbero le tecnologie evidentemente inferiori di Eutelsat se Starlink resta in Ucraina? Ben poche. Eppure ieri il titolo ha continuato a guadagnare chiudendo la seduta con un rialzo del 27,93%. Abbastanza paradossale, anche perché le azioni hanno guadagnato il 386% in una settimana, arrivando a pochi centesimi da quota 7,5 euro. Eppure, almeno fino a pochi giorni fa, report di importantissime case d’affari come Goldman Sachs consigliavano agli investitori di vendere e davano come target price (prezzo obiettivo) 1 euro (salvo poi passare di recente a «neutrale» e un miglioramento del target price). Ma visto che a tutto c’è una spiegazione, pure il rally di Eutelsat ha una ragione che va ricercata nella politica. È chiaro che al di là di merito e contenuti, l’Europa, e Macron per primo, ha la necessità di smarcarsi dall’America. Lo sta facendo con il piano di riarmo ed è evidente che un Europa che punta sulla difesa deve dimostrare di poter far a meno dei satelliti dell’America di Musk. Peccato che manchino le alternative, ma questo ai mercati al momento interessa poco. Chissà se gli investitori hanno valutato anche un’altra notizia emersa nelle ultime ore. Sembra infatti che il nuovo baluardo delle orbite del Vecchio Continente, Eutelsat appunto, stia ancora garantendo il segnale di tv e radio russe sanzionate dall’Ue. Lo riporta Euractiv. «Eutelsat dovrebbe decidere se fare soldi con Putin o con l’Ue», evidenzia l’esperto di telecomunicazioni John Strand (ad di Strand Consulte). Come dargli torto.
Il fiume Nilo Azzurro nei pressi della Grande Diga Etiope della Rinascita (GERD) a Guba, in Etiopia (Getty Images)
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