2022-06-18
La missione del Copasir negli Usa avvicina Roma al club dei Five eyes
Adolfo Urso (Imagoeconomica)
Il presidente Adolfo Urso: «Il nostro ruolo viene riconosciuto. Il vero avversario resta la Cina».Rafforzare le relazioni transatlantiche in risposta all’invasione russa dell’Ucraina. È forse questo il senso più profondo del viaggio appena effettuato dal Copasir negli Stati Uniti. «Le priorità americane sono le nostre, per affrontare i problemi che minacciano le democrazie occidentali», ha dichiarato il presidente del Comitato, il senatore di Fratelli d’Italia Adolfo Urso. «All’Italia», ha anche detto, «è stato riconosciuto un ruolo importante nel tenere insieme l’Europa, contribuendo alla difesa dei Paesi Nato e delle democrazie occidentali». In particolare, il Copasir ha avuto modo di confrontarsi innanzitutto con i comitati per il controllo parlamentare sull’intelligence del Senato e della Camera. In questo quadro, il viaggio è stato tra l’altro un’occasione per sollecitare l’inclusione dell’Italia nei Five eyes; l’alleanza tra Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada, Australia e Nuova Zelanda in materia di intelligence. «Nella nostra visita negli Usa abbiamo sollecitato una maggiore integrazione tra servizi di intelligence, anche in riferimento a un dibattito che si era già aperto nel Congresso Usa lo scorso anno sulla possibilità di allargare l’alleanza Five eyes ad altre nazioni», ha detto Urso. «Abbiamo fatto capire quanto importante sia l’Italia proprio perché terra di frontiera e di cerniera rispetto alla proiezione russa e cinese, ma anche alla minaccia islamica e alle questioni della sopravvivenza dell’Africa», ha aggiunto. In tutto questo, il Copasir ha avuto modo di incontrare al Pentagono il sottosegretario alla Difesa per l’intelligence e la sicurezza, Ronald Moultrie, e il vicesegretario alla Difesa per la sicurezza internazionale, Ilan Goldenberg. Nel corso di questi meeting, si è parlato della crisi ucraina e del ruolo dell’Italia nel Mediterraneo allargato. Alla Casa Bianca, i componenti del Copasir hanno poi incontrato il direttore nazionale per il cyberspazio, John Christopher Inglis, con cui è stata discussa la questione delle minacce cibernetiche dirette contro le democrazie occidentali. Tutto questo, mentre al Dipartimento di Stato si sono tenuti degli incontri con il nuovo incaricato d’affari presso l’ambasciata americana a Roma, Shawn Crowley, e con il Global engagement center: nell’occasione, si è parlato di disinformazione e minacce ibride. Altre tappe del viaggio hanno avuto luogo presso il Dipartimento del Tesoro e il Dipartimento dell’Energia. Infine, il Copasir ha avuto anche la possibilità di incontrare i rappresentanti di alcuni importanti think tank americani, come il German Marshall Fund, l’American Enterprise Institute, l’International Republican Institute e il Center for American Progress. Nel viaggio non sono mancati i riferimenti alla minaccia cinese. «Quando la Cina aderì all’Organizzazione mondiale del commercio, nel 2001, si pensava che sui binari della tecnologia e della globalizzazione potesse passare il treno della libertà che da Occidente giungeva a Oriente, e per 20 anni questo è accaduto: poi, improvvisamente, il treno si è fermato ed è tornato indietro», ha detto Urso. «Per gli americani la Russia è l’urgenza del momento», ha specificato il presidente alla Verità, «ma l’avversario strategico da cui non bisogna farsi distogliere è la Cina». Urso ha anche affrontato il tema delle sanzioni occidentali alla Russia. «L’Italia ha recepito appieno tutte le misure sanzionatorie approvate nei confronti della Russia», ha detto. «In aggiunta», ha proseguito, «abbiamo programmato l’uscita dalla dipendenza dal gas russo entro i prossimi 18 mesi. Tuttavia sarebbe opportuno che gli Stati Uniti si rendessero conto della necessità di ripartire in maniera equa i costi delle sanzioni. Se ciò non dovesse accadere, se l’opinione pubblica italiana si rendesse conto che il Paese paga costi di gran lunga più elevati rispetto ad altri, sarebbe difficile mantenere il fronte interno».
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