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2021-02-13
Il ministero per la disabilità è un segno di civiltà
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Massimo Garavaglia, Erika Stefani e Giancarlo Giorgetti (Ansa)
Veneta ed in quota Lega, Erika Stefani è il neo ministro per la Disabilità del neo governo Draghi. Già ministro con delega agli Affari regionali nel Governo Conte I, va ora a ricoprire un incarico tanto delicato quanto importante con l'obiettivo implicito di ridare la dovuta attenzione ad un mondo, quello della disabilità, lasciato spesso solo ed in balia di sé stesso durante il lockdown dal precedente governo. Il premier uscente, Giuseppe Conte, si era, infatti, ripreso in capo le deleghe per la disabilità ma, anche a causa delle contingenze legate all'emergenza Covid, aveva di fatto messo da parte le istanze delle persone più fragili che con la pandemia Covid 19 hanno vissuto uno dei periodi più bui della storia della repubblica Italiana.
«Ringrazio il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a cui questa petizione era diretta. Ma ringrazio ancora di più il nuovo premier Mario Draghi per l'attenzione implicitamente data al mondo della disabilità. Un grande ringraziamento va anche naturalmente a Matteo Salvini che molto, e non solo a parole, si è battuto per la reintroduzione di questo importante ministero. Ringrazio anche tutti coloro che hanno sottoscritto la presente petizione ed i testimonial che la hanno supportata, credendoci e mettendoci la faccia. Fra tutti, i calciatori Toto' Schillaci, Stefano Tacconi, Christian Rigano' senza dimenticare gli attori Enio Drovandi, Jerry Potenza, Roberto Brunetti, Pietro Fornaciari ed il regista Igor Maltagliati. Non mi rimane che fare i migliori auguri al nuovo Governo e al nuovo Ministro per la Disabilità con la speranza che per il Paese in generale e per il mondo della disabilità in particolare si possa aprire una nuova pagina» spiega Andrea Buragina, papà di un ragazzo autistico che, durante il lockdown aveva lanciato su Change.org, la petizione "Ridateci il ministro della Disabilità", auspicando che questa figura avesse anche un portafoglio. Ma se per il portafoglio dovremo forse attendere un prossimo governo, rimane il fatto che questa apertura al mondo della disabilità da parte del governo Draghi è sicuramente qualcosa di rimarchevole. L'intento è evidentemente quello di avere una regia verso una problematica che tocca in maniera trasversale diversi aspetti della vita delle persone con disabilità e dei loro familiari (salute, lavoro, scuola, inclusione sociale) e conseguentemente diversi ministeri.
Si tratta di una figura che farà da referente al mondo della disabilità e che garantirà un collegamento ed un coordinamento fra i vari ministeri e le regioni, creando i presupposti per dare dignità ai diritti, spesso ignorati, delle persone con disabilità e delle loro famiglie. «Personalmente trovo anomalo che in tutte le amministrazioni locali ci siano delle figure di primo piano dedicate alla disabilità e che invece, se guardo al precedente governo, a livello centrale se ne sia dovuto «occupare» il primo ministro con i risultati che tutti conosciamo, anche perché affaccendato evidentemente in altre problematiche» spiega Andrea Buragina che auspica che questo ministero possa avere carattere strutturale con l'introduzione a tendere anche di un portafoglio dedicato. Intanto questo è un giorno importante per il mondo della disabilità. Assolutamente a favore di questa importante novità, Davide Soldani, di "Noi per l'Autismo", che sta lavorando con la Regione Lombardia all'introduzione del "Garante della Disabilità", una figura che vuole garantire tutela dei diritti ed inclusione alle persone con disabilità e relative famiglie.
L'associazione Blue Life Autismo e Diritti, che rappresenta famiglie di varie province lombarde, si schiera assolutamente a favore della decisione del governo Draghi di istituire un ministero dedicato alle disabilità. «Abbiamo sempre pensato che sia necessaria una figura dedicata a livello di Esecutivo e durante i periodi di lockdown, quando ci siamo ritrovati completamente soli, questa certezza si è rafforzata» - afferma il presidente Serena Mallai osservando anche come i supporti, gli interventi ed i sostegni per i disabili e per i loro famigliari siano estremamente eterogenei a livello territoriale, oltre che purtroppo quasi ovunque insufficienti. Fondamentale quindi a suo parere avere una cabina di regia che coordini le realtà locali e che riporti all'attenzione del governo su annose istanze quale ad esempio il riconoscimento fattivo e non solo teorico della figura del Caregiver.
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Giuseppe Conte in questi mesi ha messo da parte le istanze delle persone più fragili che con la pandemia Covid 19 hanno vissuto uno dei periodi più bui della storia della Repubblica Italiana. Andrea Buragina, papà di un ragazzo autistico, durante il lockdown aveva lanciato su Change.org una petizione «Ridateci il ministro della disabilità»Veneta ed in quota Lega, Erika Stefani è il neo ministro per la Disabilità del neo governo Draghi. Già ministro con delega agli Affari regionali nel Governo Conte I, va ora a ricoprire un incarico tanto delicato quanto importante con l'obiettivo implicito di ridare la dovuta attenzione ad un mondo, quello della disabilità, lasciato spesso solo ed in balia di sé stesso durante il lockdown dal precedente governo. Il premier uscente, Giuseppe Conte, si era, infatti, ripreso in capo le deleghe per la disabilità ma, anche a causa delle contingenze legate all'emergenza Covid, aveva di fatto messo da parte le istanze delle persone più fragili che con la pandemia Covid 19 hanno vissuto uno dei periodi più bui della storia della repubblica Italiana. «Ringrazio il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a cui questa petizione era diretta. Ma ringrazio ancora di più il nuovo premier Mario Draghi per l'attenzione implicitamente data al mondo della disabilità. Un grande ringraziamento va anche naturalmente a Matteo Salvini che molto, e non solo a parole, si è battuto per la reintroduzione di questo importante ministero. Ringrazio anche tutti coloro che hanno sottoscritto la presente petizione ed i testimonial che la hanno supportata, credendoci e mettendoci la faccia. Fra tutti, i calciatori Toto' Schillaci, Stefano Tacconi, Christian Rigano' senza dimenticare gli attori Enio Drovandi, Jerry Potenza, Roberto Brunetti, Pietro Fornaciari ed il regista Igor Maltagliati. Non mi rimane che fare i migliori auguri al nuovo Governo e al nuovo Ministro per la Disabilità con la speranza che per il Paese in generale e per il mondo della disabilità in particolare si possa aprire una nuova pagina» spiega Andrea Buragina, papà di un ragazzo autistico che, durante il lockdown aveva lanciato su Change.org, la petizione "Ridateci il ministro della Disabilità", auspicando che questa figura avesse anche un portafoglio. Ma se per il portafoglio dovremo forse attendere un prossimo governo, rimane il fatto che questa apertura al mondo della disabilità da parte del governo Draghi è sicuramente qualcosa di rimarchevole. L'intento è evidentemente quello di avere una regia verso una problematica che tocca in maniera trasversale diversi aspetti della vita delle persone con disabilità e dei loro familiari (salute, lavoro, scuola, inclusione sociale) e conseguentemente diversi ministeri. Si tratta di una figura che farà da referente al mondo della disabilità e che garantirà un collegamento ed un coordinamento fra i vari ministeri e le regioni, creando i presupposti per dare dignità ai diritti, spesso ignorati, delle persone con disabilità e delle loro famiglie. «Personalmente trovo anomalo che in tutte le amministrazioni locali ci siano delle figure di primo piano dedicate alla disabilità e che invece, se guardo al precedente governo, a livello centrale se ne sia dovuto «occupare» il primo ministro con i risultati che tutti conosciamo, anche perché affaccendato evidentemente in altre problematiche» spiega Andrea Buragina che auspica che questo ministero possa avere carattere strutturale con l'introduzione a tendere anche di un portafoglio dedicato. Intanto questo è un giorno importante per il mondo della disabilità. Assolutamente a favore di questa importante novità, Davide Soldani, di "Noi per l'Autismo", che sta lavorando con la Regione Lombardia all'introduzione del "Garante della Disabilità", una figura che vuole garantire tutela dei diritti ed inclusione alle persone con disabilità e relative famiglie. L'associazione Blue Life Autismo e Diritti, che rappresenta famiglie di varie province lombarde, si schiera assolutamente a favore della decisione del governo Draghi di istituire un ministero dedicato alle disabilità. «Abbiamo sempre pensato che sia necessaria una figura dedicata a livello di Esecutivo e durante i periodi di lockdown, quando ci siamo ritrovati completamente soli, questa certezza si è rafforzata» - afferma il presidente Serena Mallai osservando anche come i supporti, gli interventi ed i sostegni per i disabili e per i loro famigliari siano estremamente eterogenei a livello territoriale, oltre che purtroppo quasi ovunque insufficienti. Fondamentale quindi a suo parere avere una cabina di regia che coordini le realtà locali e che riporti all'attenzione del governo su annose istanze quale ad esempio il riconoscimento fattivo e non solo teorico della figura del Caregiver.
La risposta alla scoppiettante Atreju è stata una grigia assemblea piddina
Il tema di quest’anno, Angeli e Demoni, ha guidato il percorso visivo e narrativo dell’evento. Il manifesto ufficiale, firmato dal torinese Antonio Lapone, omaggia la Torino magica ed esoterica e il fumetto franco-belga. Nel visual, una cosplayer attraversa il confine tra luce e oscurità, tra bene e male, tra simboli antichi e cultura pop moderna, sfogliando un fumetto da cui si sprigiona luce bianca: un ponte tra tradizione e innovazione, tra arte e narrazione.
Fumettisti e illustratori sono stati il cuore pulsante dell’Oval: oltre 40 autori, tra cui il cinese Liang Azha e Lorenzo Pastrovicchio della scuderia Disney, hanno accolto il pubblico tra sketch e disegni personalizzati, conferenze e presentazioni. Primo Nero, fenomeno virale del web con oltre 400.000 follower, ha presentato il suo debutto editoriale con L’Inkredibile Primo Nero Show, mentre Sbam! e altre case editrici hanno ospitato esposizioni, reading e performance di autori come Giorgio Sommacal, Claudio Taurisano e Vince Ricotta, che ha anche suonato dal vivo.
Il cosplay ha confermato la sua centralità: più di 120 partecipanti si sono sfidati nella tappa italiana del Nordic Cosplay Championship, con Carlo Visintini vincitore e qualificato per la finale in Svezia. Parallelamente, il propmaking ha permesso di scoprire il lavoro artigianale dietro armi, elmi e oggetti scenici, rivelando la complessità della costruzione dei personaggi.
La musica ha attraversato generazioni e stili. La Battle of the Bands ha offerto uno spazio alle band emergenti, mentre le icone delle sigle tv, Giorgio Vanni e Cristina D’Avena, hanno trasformato l’Oval in un grande palco popolare, richiamando migliaia di fan. Non è mancato il K-pop, con workshop, esibizioni e karaoke coreano, che ha coinvolto i più giovani in una dimensione interattiva e partecipativa. La manifestazione ha integrato anche dimensioni educative e culturali. Il Dipartimento di Matematica dell’Università di Torino ha esplorato il ruolo della matematica nei fumetti, mostrando come concetti scientifici possano dialogare con la narrazione visiva. Lo chef Carlo Mele, alias Ojisan, ha illustrato la relazione tra cibo e animazione giapponese, trasformando piatti iconici degli anime in esperienze reali. Il pubblico ha potuto immergersi nella magia del Villaggio di Natale, quest’anno allestito nella Casa del Grinch, tra laboratori creativi, truccabimbi e la Christmas Elf Dance, mentre l’area games e l’area videogames hanno offerto tornei, postazioni libere e spazi dedicati a giochi indipendenti, modellismo e miniature, garantendo una partecipazione attiva e immersiva a tutte le età.
Con 28.000 visitatori in due giorni, Xmas Comics & Games conferma la propria crescita come festival della cultura pop, capace di unire creatività, spettacolo e narrazione, senza dimenticare la componente sociale e educativa. Tra fumetti, cosplay, musica e gioco, Torino è diventata il punto d’incontro per chi vuole vivere in prima persona il racconto pop contemporaneo, dove ogni linguaggio si intreccia e dialoga con gli altri, trasformando la fiera in una grande esperienza culturale condivisa.
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i,Hamza Abdi Barre (Getty Images)
La Somalia è intrappolata in una spirale di instabilità sempre più profonda: un’insurrezione jihadista in crescita, un apparato di sicurezza inefficiente, una leadership politica divisa e la competizione tra potenze vicine che alimenta rivalità interne. Il controllo effettivo del governo federale si riduce ormai alla capitale e a poche località satelliti, una sorta di isola amministrativa circondata da gruppi armati e clan in competizione. L’esercito nazionale, logorato, frammentato e privo di una catena di comando solida, non è in grado di garantire la sicurezza nemmeno sulle principali rotte commerciali che costeggiano il Paese. In queste condizioni, il collasso dell’autorità centrale e la caduta di Mogadiscio nelle mani di gruppi ostili rappresentano scenari sempre meno remoti, con ripercussioni dirette sulla navigazione internazionale e sulla sicurezza regionale.
La pirateria somala, un tempo contenuta da pattugliamenti congiunti e operazioni navali multilaterali, è oggi alimentata anche dal radicamento di milizie jihadiste che controllano vaste aree dell’entroterra. Questi gruppi, dopo anni di scontri contro il governo federale e di brevi avanzate respinte con l’aiuto delle forze speciali straniere, hanno recuperato terreno e consolidato le proprie basi logistiche proprio lungo i corridoi costieri. Da qui hanno intensificato sequestri, assalti e sabotaggi, colpendo infrastrutture critiche e perfino centri governativi di intelligence. L’attacco del 2025 contro una sede dei servizi somali, che portò alla liberazione di decine di detenuti, diede il segnale dell’audacia crescente di questi movimenti.
Le debolezze dell’apparato statale restano uno dei fattori decisivi. Nonostante due decenni di aiuti, investimenti e programmi di addestramento militare, le forze somale non riescono a condurre operazioni continuative contro reti criminali e gruppi jihadisti. Il consumo interno di risorse, la corruzione diffusa, i legami di fedeltà clanici e la dipendenza dall’Agenzia dell’Unione africana per il supporto alla sicurezza hanno sgretolato ogni tentativo di riforma. Nel frattempo, l’interferenza politica nella gestione della missione internazionale ha sfiancato i donatori, ridotto il coordinamento e lasciato presagire un imminente disimpegno. A questo si aggiungono le tensioni istituzionali: modifiche costituzionali controverse, una mappa federale contestata e tentativi percepiti come manovre per prolungare la permanenza al potere della leadership attuale hanno spaccato la classe politica e paralizzato qualsiasi risposta comune alla minaccia emergente. Mentre i vertici si dividono, le bande armate osservano, consolidano il controllo del territorio e preparano nuovi colpi contro la navigazione e le città costiere. Sul piano internazionale cresce il numero di governi che, temendo un collasso definitivo del sistema federale, sondano discretamente la possibilità di una trattativa con i gruppi armati. Ma l’ipotesi di una Mogadiscio conquistata da milizie che già controllano ampie aree della costa solleva timori concreti: un ritorno alla pirateria sistemica, attacchi oltre confine e una spirale di conflitti locali che coinvolgerebbe l’intero Corno d’Africa.
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Il presidente eletto del Cile José Antonio Kast e sua moglie Maria Pia Adriasola (Ansa)
Un elemento significativo di queste elezioni presidenziali è stata l’elevata affluenza alle urne, che si è rivelata in aumento del 38% rispetto al 2021. Quelle di ieri sono infatti state le prime elezioni tenute dopo che, nel 2022, è stato introdotto il voto obbligatorio. La vittoria di Kast ha fatto da contraltare alla crisi della sinistra cilena. Il presidente uscente, Gabriel Boric, aveva vinto quattro anni fa, facendo leva soprattutto sull’impopolarità dell’amministrazione di centrodestra, guidata da Sebastián Piñera. Tuttavia, a partire dal 2023, gli indici di gradimento di Boric sono iniziati a crollare. E questo ha danneggiato senza dubbio la Jara, che è stata ministro del Lavoro fino allo scorso aprile. Certo, Kast si accinge a governare a fronte di un Congresso diviso: il che potrebbe rappresentare un problema per alcune delle sue proposte più incisive. Resta tuttavia il fatto che la sua vittoria ha avuto dei numeri assai significativi.
«La vittoria di Kast in Cile segue una serie di elezioni in America Latina che negli ultimi anni hanno spostato la regione verso destra, tra cui quelle in Argentina, Ecuador, Costa Rica ed El Salvador», ha riferito la Bbc. Lo spostamento a destra dell’America Latina è una buona notizia per la Casa Bianca. Ricordiamo che, alcuni giorni fa, Washington a pubblicato la sua nuova strategia di sicurezza nazionale: un documento alla cui base si registra il rilancio della Dottrina Monroe. Per Trump, l’obiettivo, da questo punto di vista, è duplice. Innanzitutto, punta a contrastare il fenomeno dell’immigrazione irregolare. In secondo luogo, mira ad arginare l’influenza geopolitica della Cina sull’Emisfero occidentale. Vale a tal proposito la pena di ricordare che Boric, negli ultimi anni, ha notevolmente avvicinato Santiago a Pechino. Una linea che, di certo, a Washington non è stata apprezzata.
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