2019-11-09
Mincione ha bruciato 11 milioni dei Ragionieri investendoli in Carige
Il finanziere è pure indagato con funzionari Enasarco per l'operazione con il Vaticano.Guai per il finanziere Raffaele Mincione: la Procura di Roma lo ha indagato per l'affare del palazzo di Londra venduto al Vaticano, come ha rivelato Il Corriere della Sera. E all'orizzonte si affaccia un nuovo scoglio per una vicenda in cui sarebbero coinvolte Carige e la Cassa dei ragionieri. Mincione, con l'amministrazione precedente a quella di Luigi Pagliuca (l'attuale presidente della Cassa), avrebbe infatti investito i fondi dei Ragionieri (secondo fonti della Verità, 11 milioni di euro) in Carige, finendo per bruciarli.Il finanziarie avrebbe fatto l'investimento nonostante l'opposizione della Cassa, che gli avrebbe detto di non investire nell'istituto di credito ligure. Mincione avrebbe però ignorato il no. La nuova gestione di Luigi Pagliuca ha bloccato un secondo investimento che si sarebbe dovuto fare sempre in Carige, ma ha eredito il primo. La Cassa ora vuole capire se Mincione abbia agito rispettando tutti i vincoli contrattuali o se, ignorando l'opposizione della Cassa, abbia violato il contratto. «Stiamo vedendo come tutelarci», spiega Pagliuca. La questione è aperta e gli accertamenti sono ancora in corso. I soldi investiti si possono considerare bruciati: Carige ha una quotazione intorno a 0 euro e il governo è dovuto anche intervenire con un decreto ad hoc per mettere una pezza ed evitare il fallimento. Bisogna poi ricordare che Mincione non solo ha investito in Carige i soldi della Cassa dei ragionieri, ma nel 2018 ha anche tentato, non riuscendoci, la scalata verso la vetta della banca. Un nuovo capitolo dunque rischia di aggiungersi ai guai del finanziere. Secondo quanto riportato dal Corriere, Mincione è indagato dalla Procura di Roma per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e alla truffa con alcuni funzionari di Enasarco (l'Ente nazionale di assistenza per gli agenti e i rappresentanti di commercio). Il tutto è legato all'acquisto, tramite il fondo Athena global opportunities, del palazzo londinese di Sloane avenue venduto successivamente al Vaticano a un prezzo triplicato. Gli accertamenti fatti dai carabinieri del Ros avrebbero evidenziato che per comprare l'immobile furono usati dei soldi che la fondazione Enasarco aveva destinato ad altri affari (nel 2013 Andrea Pozzi, vicepresidente della fondazione, si dimise denunciando una gestione irregolare dei soldi e criticità legate ad Athena). Mincione dovrà rendere conto dell'operazione, dato che l'indagine avviata dalla Procura ha come obiettivo quello di individuare tutti i soggetti che hanno beneficato dalle plusvalenze derivanti da investimenti non autorizzati. Nella questione entra anche il Vaticano, che ha comprato a un prezzo più che raddoppiato il palazzo londinese. A investire 200 milioni di dollari furono la prima sezione Affari generali della Segreteria di Stato del Vaticano, Credit suisse (che gestisce i fondi riservati della Curia) e le due società di Mincione con sede in Lussemburgo (la holding Wrm e la Athena). Nel dettaglio, Mincione ha comprato il 55% e il fondo vaticano il 45%. La Procura di Roma ipotizza che dietro questo affare possano esserci ancora delle realtà da svelare. E dunque vuole capire il vero ruolo che hanno giocato i funzionari di Enasarco nella questione. Si sta cercando di capire se questi hanno favorito Mincione nell'operare, ma si indaga anche su eventuali legami con alti prelati che potrebbero essere stati coinvolti in altri investimenti di Athena.Anche la Santa sede sta indagando: il promotore di giustizia del Vaticano ha svolto verifiche sul palazzo londinese. E si è concentrato sulla destinazione dei fondi messi a disposizione dallo Ior. Il passo successivo potrebbe vedere le due indagini intrecciarsi. Anche perché si sta cercando di capire quali siano stati i criteri di valutazione dell'immobile, il cui prezzo sarebbe lievitato nel giro di poco tempo provocando un danno alle casse del Vaticano.