B&B Italia torna in Fiera dopo vent'anni. In Statale un'installazione con tonnellate di tappi di plastica
- Non solo Fuorisalone. Per chi ama il design il vero appuntamento è a Rho dove come ogni anno prende vita il vero Salone con espositori e aziende provenienti da ogni parte del mondo. La nostra guida ai cinque stand da visitare per forza.
- L'opera «Help the planet, help the humans» è tra le più fotografate tra i chiostri dell'università Statale. A formare la gigantesca scritta sono oltre due tonnellate di tappini di plastica colorati racchiusi in sacchi di reti rosse. L'installazione è realizzata da Maria Cristina Finucci con il supporto di Officine Maccaferri.
- Parla Carlo Colombo, vincitore nel 2004 del premio Designer of the Year a Tokyo: «Sì alla modernità, ma senza dimenticare l'eleganza».
- I gatti invadono Milano. Per Chorustyle l'ispirazione è Leonardo Da Vinci. Mentre Seletti riempie di felini bianchi e neri la steakhouse Stk.
- Una statua che diventa un tavolo: Officina della Scala trasforma opere in marmo rendendole fruibili quotidianamente.
- Niccolò Spirito ha trasformato un bus anni Settanta in discoteca. E il mezzo, originale e immatricolato 420, diventa in una notte il simbolo del nuovo design meneghino.
Lo speciale contiene cinque articoli, video e gallery fotografiche.
Non solo Fuorisalone. Il vero Salone del Mobile è quello che ogni giorno si consuma negli ampi spazi della fiera di Rho. È qui che è racchiuso il cuore pulsante del mondo dell'architettura. Perché, come ribadito dal presidente del consiglio Giuseppe Conte il giorno dell'inaugurazione, più che una fiera espositiva, il Salone del Mobile è «espressione della cultura d'impresa italiana, che da sempre dimostra anche una vocazione internazionale».
Nato a Milano nel 1961 per promuovere le esportazioni italiane dell'industria dell'arredo, il Salone, giunto alla sua cinquantottesima edizione, l'esposizione oggi occupa quasi 210.000 metri quadrati e ospita oltre 2.300 aziende.
Per non perdervi nel labirinto di stand abbiamo selezionato per voi cinque tappe imperdibili.
1. B & B Italia. È il grande ritorno dell'azienda che, dopo 20 anni di Fuorisalone e installazioni nello showroom milanese sceglie di tornare a esporre le novità della stagione all'interno degli spazi della fiera. L'occasione è ghiotta: per la prima volta verrà presenta la nuova design holding di cui fanno parte B&B Italia, Flos e Louis Poulsen.
Dove: padiglione 24, stand C01, C21, E02 ed E20
2. Lualdi. La porta nella sua semplicità è uno degli elementi imprescindibili di ogni spazio abitabile. Le prime notizie certe sull'attività della famiglia risalgono al 1859, quando Carlo Lualdi crea a Marcallo, in provincia di Milano, una falegnameria artigianale per la produzione di arredi su misura. L'azienda è tra i vincitori del premio Design Competition Expo Dubai 2020 e sarà presente con un'area all'interno della prossima esposizione universale.
Dove: padiglione 05, stand G12
3. Hästens. L'azienda nota per i suoi letti artigianali presenta i nuovi prodotti nati dalla collaborazione con il fashion designer Lars Nilsson. Quattro diverse stampe che traggono ispirazioni dai viaggi di Nilsson attraverso la campagna inglese e che reinterpretano la stampa a quadri di Hästens.
Dove: padiglione 06, stand D53 e E46
4. C. Tacchini Edizioni. L'azienda si presenta al salone con una serie di nuovi prodotti. Pastille è una collezione di pouf, poltroncine e tavolini dalle forme morbidi e avvolgenti che rimandano ai club anni Settanta disegnata da Studiopepe. Al loro fianco c'è il tappeto Narciso di Umberto Riva, annodato a mano in Nepal, un'opera d'arte contemporanea ispirata al dipinto di Riva Specchio di Narciso.
Dove: padiglione 20, stand D08
5. Calia Italia. L'azienda, fondata a Matera nel 1965, è la più antica del territorio materano. In questa edizione del Salone sta conquistando i visitatori grazie alla collezione Art Nouveau. Composta da un divano tre posti, una dormause e una poltrona maxi sono una nuvola rosa all'interno degli spazi della fiera.
Dove: padiglione 14, stand A45
Carlo Colombo: «Sì alla modernità, ma senza dimenticare l'eleganza»
Designer of the Year a Tokyo già nel 2004 quando aveva solo 37 anni, Carlo Colombo si è affermato per il suo stile inconfondibile, rigoroso e sofisticato, pulito e raffinato. Ha realizzato lussuosi progetti di architettura tra Miami, Shanghai, Dubai, Abu Dhabi, New York tanto da trascorrere la sua vita sugli aerei passando da una cena nel cuore di Londra a una colazione a Pechino.
Un lavoro incessante che ha portato Carlo Colombo, architetto e designer tra i più apprezzati del Made in Italy, a disegnare super oggetti ormai da 25 anni e proprio per il Salone del Mobile. «Con altri colleghi ci contendiamo quello che è il mercato nazionale e internazionale del panorama del design italiano», racconta. Flexform, Poliform, Giorgetti, Cappellini, Antoniolupi, Flou, Penta Light, Bentley Home, Bugatti Home, Trussardi Casa, Olivari, Faber, sono alcuni dei prestigiosi brand per i quali Carlo Colombo ha realizzato elementi innovativi presentati al Salone del Mobile.
Ha disegnato prodotti per ogni marchio?
«Certo, ho realizzato circa 250 pezzi nuovi, come tutti gli anni, per i miei 12/15 clienti storici con i quali collaboro e quindi anche per questa edizione del Salone mi sono dato da fare per cercare di creare nuove collezioni che fanno parte del nostro bagaglio culturale ma soprattutto della strategia legata ai brand che ogni anno al Salone del Mobile propongono le varie novità ai circa 500 mila clienti che arrivano da tutto il mondo per ammirare il design italiano».
Collezioni che cambiano come nella moda.
«Esatto. E noi, come gli stilisti, siamo tenuti a dare gli input più contemporanei. Verrebbe spontaneo dire che ormai c'è tutto ma c'è ma anche tantissimo da scoprire la creatività non ha confini. Tecnologia, innovazione, ricerca di materiali nuovi, il corso legato alla sostenibilità , oggetti di design che rispondono alle nuove esigenze socioculturali. Basta pensare a come sono cambiati i nostri comportamenti all'interno della casa rispetto a dieci anni fa e se non avessimo disegnato cose nuove oggi saremmo in grave disagio».
Un esempio?
«Disegno per Poliform da oltre vent'anni e mi sono sempre occupato dei sistemi giorno. Quindici anni fa l'oggetto televisore era collocato in una gigantesca libreria con contenitore profondo in modo che il televisore, con profondità di oltre 50 cm, potesse trovare collocazione. Oggi i televisori sono dei quadri e quindi se le aziende avessero ancora in produzione quei mobili sarebbero invendibili. Quindi il design se non trasforma le proprie idee al servizio delle persone è inutile se non dannoso. Oggi viviamo in un periodo di nomadismo. Prima la casa era uno status, oggi si cambia città, case e arredi in un mondo senza confini. E il design si adegua».
Quali novità per il 2019?
«Sono legato alla modernità, all'eleganza e alla raffinatezza. Tre parole che utilizzo per tutti i miei clienti anche se sono molto variegati con esigenze molto differenti tra loro. Dal mondo del lusso, dall'automotive al fashion, si tratta di pensare a come interpretare le nuove collezioni tenendo ben presente il dna di ognuno. Un lavoro camaleontico per trasformare formalmente gli oggetti e creare proposte completamente diverse collegate ai brand. Bentley Home Bugatti Home si rispecchiano nei loro rispettivi canoni estetici inconfondibili. Si deve rappresentare la coerenza di segno dove la mia mano si vede ma è fusa nella storia del marchio. Per Bentley, tra divani sedie e tavoli, avrò disegnato più di 500 pezzi. Collezione vastissima partita cinque anni fa da zero e che fattura 30 milioni di euro, un successo strepitoso».
È stata anche la grande passione per le auto a portarla a disegnare pezzi di arredamento per le prestigiose case automobilistiche?
«Una parte del mio tempo la passo sui circuiti di Formula 1, dove corro con le mie Ferrari d'epoca. È un vero e proprio amore per le belle auto e da lì sono arrivato a ideare le linee home di Bentley e Bugatti per Luxury Living Group. Disegno anche la collezione Trussardi Casa. Proprio all'iconica Lovy Bag di cui è testimonial Michelle Hunziker è ispirata la nuova collezione di imbottiti studiati per il brand del levriero».
La parola ecosostenibilità è ormai un mantra...
«Cerchiamo di utilizzare materiali sempre riciclabili. Le vernici sono all'acqua che inquinano molto meno e i materiali plastici possono essere reinventati in altri prodotti perché sono totalmente riciclabili. Nulla viene buttato ma tutto si trasforma. Con la raccolta differenziata e con lo smaltimento delle fabbriche di diversi materiali c'è la grande possibilità di recuperare».
I gatti invadono Milano grazie a Chorustyle e Seletti
I gatti invadono il Salone del Mobile. Sarà che i felini sono amatissimi dal web, sarà che nelle nostre case se ne contano oltre sette milioni e mezzo (numericamente più dei cani), ora sono diventati anche pezzi di arredamento per chi non può tenerne di veri. Chorustyle li ha trasformati in preziosi oggetti di piccolo, medio e grande formato; quest'ultimo affascinante come un'antica divinità, realizzati con sapienza artigianale e tecnologie d'avanguardia. La cromia dell'oro e il candore dell'avorio maculato multicolore che li caratterizzano nelle loro declinazioni originali, vengono completati dalle versioni silver, bronze e blue/green.
L'ispirazione di Chorustyle arriva dallo "studio di gatti", la serie di disegni di Leonardo da Vinci che li riteneva speciali, addirittura «geniali», come molti artisti del Rinascimento. Laki e Niko sono perfetti per chi è caccia di un portafortuna, di un oggetto di design, di una luce delicata. Trasformare uno degli animali più amati al mondo in un oggetto di alto design è la sfida che ha raccolto Chorustyle, il progetto creato dall'imprenditore Domenico Bosatelli che esalta il patrimonio artigianale e creativo italiano, che ha fatto come proprio il simbolo del gatto. Il risultato sono Laki e Nikko, due gatti, due oggetti di design d'atelier nati da tradizione artigiana e tecnologia innovativa creati nel più autentico stile di Chorustyle. Ogni pezzo è ottenuto da precise lavorazioni su sottili strati di metallo realizzati attraverso nanotecnologie che ne garantiscono sia la trasparenza, che la colorazione lucida ed uniforme.
Un esercito di gatti invade gli spazi della celebre steak house di lusso Stk che ospiterà un'installazione dell'italianissimo ed iconico brand con l'anima pop Seletti. Jobby the cat è il nome della lampada a foggia di felino della collezione Blow By Job and Seletti, design by Studio Job, che in maniera massiva prenderà il sopravvento sulla sala, invadendone ogni angolo e "colonizzandola".
A celebrazione della settimana più frenetica dell'anno, venerdì 12 Aprile, la serata di Stk verrà così dedicata all'Italia e per una sera Stk parlerà italo-americano, complici Seletti con il suo esercito di gatti e il dj Sergio Tavelli, patron del Plastic e genio della musica, italiana e trasversale.
Una statua che diventa un tavolo: Officina della Scala trasforma opere in marmo rendendole fruibili quotidianamente
Officina della Scala presenta al Salone Internazionale del Mobile tre nuovi prodotti in cui storia, futuro e unicità dialogano sinergicamente con il "bello". Una selezione il cui fil-rouge risiede nella valorizzazione dello straordinario patrimonio di eccellenze artistiche e artigianali italiane che fonde l'innovazione con la migliore tradizione del design. Un percorso raccontato attraverso il razionalismo poetico di due prodotti disegnati dall'architetto Franco Albini e l'unicità del tavolo scultura "Meteorite Portoro 2018".
Un piano unico nel suo genere che nasce dall'idea di Giorgio Pozzi, Ceo e anima di Officina della Scala, di creare un'esperienza artistica fruibile da tutti, trasformando una raffinata ricerca scultorea in un oggetto di uso comune come un tavolo. Un'opera non convenzionale, ricca di intensità, che si allontana dai canoni tradizionali della produzione industriale e diventa pezzo unico, ottenuta con tecniche che valorizzano materiali eccellenti e sapienza artigianale.
Un piano realizzato nel raffinato marmo portoro poggia su un'originale base scultorea, creata con una tecnica unica di lavorazione dell'acciaio, piegato ed elettrosaldato manualmente. Ogni "base" è differente dall'altra, un'opera d'arte pezzo unico, disponibile anche in materiali preziosi come oro e argento. Per la realizzazione di questo modello Giorgio Pozzi si è affidato a un team di eccellenze nel settore: per la parte scultorea all'abile sensibilità e mano dell'artista Matteo Berra e per il piano ad Antolini, una della aziende leader mondiali nel settore dei marmi che sostiene da sempre lo sviluppo della lavorazione delle pietre naturali.
Un bus anni Settanta viene trasformato in discoteca e diventa simbolo del nuovo design

Ballare a bordo di un vecchio bus degli anni Settanta girando per la città, fino a piazza Affari, sotto il dito medio di Cattelan. L'ambizioso progetto dell'artista Niccolò Spirito ha attirato ieri centinaia di persone che, al ritmo di hit del passato, hanno ballato tutta la notte nel cuore del quartiere degli affari di Milano.
Studio 420, questo il nome dell'istallazione itinerante del Fuorisalone, è stato parte del Seletti design pride, la sfilata che ogni anno colora le strade del capoluogo lombardo durante la settimana del Salone. Spirito ha scelto per quest'anno un originale pullman anni Settana modello Fiat 418 - n. immatricolazione 420 - trasformato per l'occasione in un Club Seventies. Partendo dal titolo, ispirato al noto locale newyorkese, l'artista ha rielaborato la cultura degli anni Settanta e il radical design, snaturando l'arredamento originale del mezzo e manipolando gli interni in chiave personale. L'anacronistica sala da ballo su ruote ha sfilato da Piazza Castello a Piazza Affari, dimostrando la multiforme capacità creativa dell'autore che, anche in questo caso, spazia tra il Concept, il Design e l'Alta Manifattura.





















































