2024-11-23
Juve e Milan si danno una certezza. Lo scudetto non è roba per loro
A San Siro 0-0 e noia infinita, con due squadre che mettono a nudo grandissimi limiti: Napoli, Atalanta e Inter (straripante 5-0 con l’Hellas) fanno un campionato diverso. Il Meazza al 90° si mette a fischiare.Zero gol, nessuna emozione in grado di far scaldare gli oltre 75.000 tifosi presenti a San Siro e un punticino a testa per il più classico dei pareggi che non serve a nessuno. Nel sabato in cui all’Inter basta un tempo per archiviare con estrema semplicità la pratica Hellas Verona, vincendo 5-0 al Bentegodi, e volare in testa alla classifica in attesa del Napoli impegnato oggi pomeriggio contro la prima versione della Roma targata Claudio Ranieri, Milan e Juventus si annullano a vicenda.Lo 0-0 visto al Meazza è il prodotto naturale, quasi scontato, di una partita in cui nessuna delle due squadre ha voluto farsi male e che alla fine le allontana entrambe dal quel treno scudetto che dopo il primo terzo di stagione rischia sparire all’orizzonte. L’andamento incostante registrato fin qui da entrambe lascia presupporre che la vittoria del campionato non sia qualcosa che a oggi riguarda i due club e che l’obiettivo più concreto, e forse anche più importante in termini economici, è la qualificazione alla prossima Champions league. Soprattutto per il Milan, che si trova già con un ritardo di 10 punti dalla vetta e sei dal quarto posto. Venerdì il direttore tecnico del club di via Aldo Rossi, Geoffrey Moncada, in un’intervista rilasciata a MilanNews.it, aveva dichiarato che il Milan può lottare per lo scudetto già quest’anno. La realtà, però, dice che mai come in questa stagione l’accesso alla ricchissima coppa continentale può diventare più complicato del previsto se squadre come Atalanta, Lazio e Fiorentina saranno in grado di mantenere lungo tutto l’arco del campionato un livello così alto. Un discorso che vale anche per la Juve che, più del Milan, sarà costretta a intervenire a gennaio sul mercato per colmare i buchi nella rosa di Thiago Motta, falcidiata sì dagli infortuni ma con degli evidenti problemi lasciati in eredità dall’ultima sessione estiva di trasferimenti, quando si è deciso di non acquistare un vice Vlahovic, sperando forse in un recupero meno travagliato di Milik.L’assenza del centravanti serbo ha obbligato Thiago Motta a presentarsi a San Siro con Koopmeiners nell’insolito ruolo di riferimento offensivo. Il trequartista olandese ha fatto quel che ha potuto uscendo più volte dalla morsa dei centrali rossoneri Gabbia-Thiaw e spostandosi sulla corsia destra per appoggiare le fiammate, a dire il vero quasi mai viste ieri, di Conceicao. In linea teorica ciò avrebbe dovuto favorire gli inserimenti centrali di McKennie, ma lo sviluppo della partita ha suggerito che la presenza dell’americano fosse più necessaria a centrocampo per sostenere Khéphren Thuram. I bianconeri hanno mostrato un buon movimento di palla in fase di costruzione ma di fatto, alla fine dei novanta minuti, le occasioni prodotte sono state quasi inesistenti eccetto un tentativo di Yildiz nel primo tempo finito di poco a lato e un diagonale di Cambiaso nella ripresa deviato in calcio d’angolo da un recupero in scivolata di Thiaw. Il Milan, dal canto suo, a differenza di quanto fatto vedere nei precedenti big match della stagione (le vittorie nel derby con l’Inter e il successo in Champions al Bernabeu contro il Real Madrid) ha scelto di non sbilanciarsi e fare una partita di contenimento. Considerando che la Juve si trovava praticamente priva di soluzioni offensive, osare qualcosa in più per Paulo Fonseca, in un confronto che avrebbe permesso ai rossoneri di accorciare in classifica su chi sta davanti, avrebbe dovuto quasi essere necessario. Invece il tecnico portoghese ha optato per un 4-2-3-1 orfano di Pulisic (in panchina per 70 minuti) e non ha concesso nemmeno uno spicciolo di gara ad Abraham, mossa che nel recente passato si era rivelata vincente per fornire a Morata una spalla con cui dialogare. L’attaccante spagnolo, come al solito, si è dato tanto da fare in fase di ripiego, prova ne è il fatto che si è visto più nella metà campo del Milan che in quella della Juve. Anche la scelta di puntare per quasi tutta la partita su Musah e Loftus-Cheek sulla linea dei trequartisti, è stato un chiaro segnale di rinuncia. Così come i bianconeri, anche la squadra di Fonseca si è dimostrata del tutto sterile negli ultimi 16 metri: fatta eccezione per un colpo di testa debole di Theo Hernandez in pieno recupero facilmente controllato da Di Gregorio, i rossoneri non hanno praticamente mai calciato verso lo specchio della porta juventina. È mancato il coraggio e l’intraprendenza che appartiene a chi punta al vertice e sia il Milan che la Juve hanno dimostrato evidenti limiti in tal senso. Inoltre, classifica a parte, a mancare è stato anche il minimo sindacabile di spettacolo che una partita di calcio di questo livello dovrebbe produrre. Chi aveva ancora negli occhi lo spumeggiante 4-4 di un mese fa, proprio a San Siro, tra Inter e Juve, non può che essere rimasto deluso. Una delusione ben manifestata da quegli oltre 75.000 presenti ieri a San Siro che al triplice fischio di Chiffi hanno accompagnato l’uscita dei giocatori dal campo con una bordata di fischi.
Kim Jong-un (Getty Images)
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È stato pubblicato sul portale governativo InPA il quarto Maxi Avviso ASMEL, aperto da oggi fino al 30 settembre. L’iniziativa, promossa dall’Associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione degli Enti Locali (ASMEL), punta a creare e aggiornare le liste di 37 profili professionali, rivolti a laureati, diplomati e operai specializzati. Potranno candidarsi tutti gli interessati accedendo al sito www.asmelab.it.
I 4.678 Comuni soci ASMEL potranno attingere a queste graduatorie per le proprie assunzioni. La procedura, introdotta nel 2021 con il Decreto Reclutamento e subito adottata dagli enti ASMEL, ha già permesso l’assunzione di 1.000 figure professionali, con altre 500 selezioni attualmente in corso. I candidati affrontano una selezione nazionale online: chi supera le prove viene inserito negli Elenchi Idonei, da cui i Comuni possono attingere in qualsiasi momento attraverso procedure snelle, i cosiddetti interpelli.
Un aspetto centrale è la territorialità. Gli iscritti possono scegliere di lavorare nei Comuni del proprio territorio, coniugando esigenze professionali e familiari. Per gli enti locali questo significa personale radicato, motivato e capace di rafforzare il rapporto tra amministrazione e comunità.
Il segretario generale di ASMEL, Francesco Pinto, sottolinea i vantaggi della procedura: «L’esperienza maturata dimostra che questa modalità assicura ai Comuni soci un processo selettivo della durata di sole quattro settimane, grazie a una digitalizzazione sempre più spinta. Inoltre, consente ai funzionari comunali di lavorare vicino alle proprie comunità, garantendo continuità, fidelizzazione e servizi migliori. I dati confermano che chi viene assunto tramite ASMEL ha un tasso di dimissioni significativamente più basso rispetto ai concorsi tradizionali, a dimostrazione di una maggiore stabilità e soddisfazione».
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Roberto Occhiuto (Imagoeconomica)