2020-02-29
Mentre Parigi scopre la sua Codogno l’America trema per San Francisco
A scoppio ritardato la Francia ammette di avere un focolaio nell'Oise e vola a 57 casi. Nell'epidemia finiscono anche gli Stati Uniti, con 33 malati in California. E l'Oms annuncia cinque nuove nazione contagiate dall'Italia.L'epidemia di coronavirus non si ferma. Vari Paesi, fino a ieri privi di persone contagiate, si sono aggiunti alla lunga lista delle nazioni colpite. A casi certificati, se ne sono aggiunti anche numerosi altri in Paesi in cui il virus era già stato riscontrato da varie settimane. Le autorità francesi, per esempio, hanno aggiornato il computo dei malati passando da 18 casi a 57. L'annuncio è stato fatto dal ministro della Salute, Olivier Veran. La Francia ha così scoperto di avere la sua Codogno nell'Oise, a Nord dell'Ile-de-France. Nelle città di Amiens, Creil e Compiègne. È da qui che veniva anche la seconda vittima transalpina: il professore delle scuole medie, deceduto nella notte tra martedì e mercoledì nell'ospedale parigino della Pitié-Salpétrière. Secondo le autorità sanitarie, è probabile che nei primi giorni dell'epidemia i nosocomi dell'Oise non abbiano rispettato l'isolamento di pazienti e medici. Così il numero di contagi è cresciuto in maniera esponenziale. Tra l'altro, sempre ieri, è stato segnalato un caso a Nantes. Si tratta di una dottoressa originaria dell'Oise che è entrata in contatto con un paziente colpito dal virus e, successivamente, ricoverato in rianimazione ad Amiens. La città natale di Emmanuel Macron. La donna era arrivata vicino a Nantes, nella cittadina balneare di La Baule, per trascorrere qualche giorno di ferie. Dall'Oise si è risaliti a lei, ma il suo stato di salute non desta fortunatamente preoccupazione. Nel frattempo si è scoperto che tre dei quattro nuovi pazienti affetti da coronavirus, ricoverati a Digione, avevano incrociato uno dei malati dell'Oise. Si è anche appreso che altri casi segnalati, rispettivamente, a Rouen, Brest e ancora Digione, non hanno nulla a che fare con l'Italia. Queste persone sono tornate recentemente dalla Germania e dall'Egitto. Un altro focolaio dell'infezione è stato individuato in Alta Savoia. Ma anche a Strasburgo è stato segnalato un malato, passato dall'Italia. Nel Sud della Francia sono state contagiate due persone, a Montpellier e Nizza, come annunciato dal sindaco della città alle porte dell'Italia, Christian Estrosi. L'Eliseo ha comunicato all'agenzia France Presse, che oggi si riuniranno in via «eccezionale» il Consiglio della difesa e il Consiglio dei ministri per fare il punto sul coronavirus. Quello che stupisce è il modo in cui è stata comunicata l'impennata di contagi al di là delle Alpi. Nel giro di poche ore, le autorità di Parigi avrebbero scoperto un numero ingente di nuovi ammalati. A differenza della sgangherata strategia di comunicazione adottata dal governo di Giuseppe Conte, l'esecutivo guidato da Edouard Philippe ha cercato di evitare, almeno per un po', il diffondersi della psicosi. Il tutto mentre l'opinione pubblica guardava con apprensione all'evoluzione del virus in Italia. Tra l'altro, così facendo si sono svolte regolarmente delle manifestazioni importanti per l'economia di varie regioni. Basti pensare alla partita di Champions league tra Lione e Juventus, ma anche alle sfilate del carnevale di Nizza. Quest'ultimo è stato chiuso solo qualche ora prima di apprendere la presenza di un contagiato in città. Nel resto del mondo le cose non sono andate meglio. La Corea del Sud resta il Paese con più malati, dopo la Cina. Secondo i Centri di controllo delle malattie di Seoul, i contagiati sarebbero ormai 2.337.In Iran, i morti sarebbero 34 e i contagiati 388. Ma la situazione in questo Paese continua a destare preoccupazione crescente. Innanzitutto perché non è ben chiara la reale portata del contagio. Il portavoce del Parlamento di Teheran, Asadullah Abbashi, citato dalla tv ufficiale Irib, ha dichiarato che «a causa della diffusione del coronavirus si è deciso che il Parlamento non si riunirà fino a nuovo avviso». Negli Stati Uniti, la California risulta essere lo Stato con il maggior numero di casi. Secondo la dottoressa Sonia Angell, direttrice del Dipartimento della sanità pubblica dello Stato, citata dal New York Times, «Trentatré persone sono risultate positive». Tra queste, «ventiquattro provenivano da voli di rientro, sette erano collegate ai viaggi di altri pazienti e uno ha contratto il virus dal coniuge infetto». La responsabile californiana ha espresso preoccupazione per un contagio scoperto nella contea di Solano, a metà strada tra San Francisco e Sacramento. Questo perché il paziente non avrebbe avuto contatti con malati, né sarebbe stato recentemente nelle zone interessate dall'epidemia. Sempre in California, Facebook ha annullato l'annuale conferenza F8, prevista per maggio. Un altro evento, la Game developers conference di San Francisco, potrebbe saltare sempre a causa del morbo.Nel frattempo, l'Oms ha reso noto, attraverso il direttore generale, Tedros Adhanom Ghebreyesus, che dal 27 febbraio «Danimarca, Estonia, Lituania, Paesi Bassi e Nigeria hanno registrato i primi casi di Covid-19: tutti avevano legami con l'Italia; 24 casi sono stati esportati dall'Italia in 14 Paesi, 97 casi dall'Iran a 11 nazioni». Il capo dell'Oms ha anche detto che «il numero di Paesi interessati in questi ultimi giorni è chiaramente preoccupante» e ha dichiarato che l'Organizzazione ha alzato «la valutazione del rischio di propagazione e del rischio di impatto del Covid-19 a un livello molto elevato su scala mondiale». Nonostante questo l'Oms ha continuato a utilizzare il termine «epidemia», senza mai pronunciare la parola «pandemia». Tra l'altro, alle nazioni colpite dal coronavirus, citate dal numero uno dell'organizzazione facente parte dell'Onu, si sono aggiunte anche Nuova Zelanda, Messico, San Marino e Islanda.
Ursula von der Leyen (Ansa)
Antonio Filosa, ad Stellantis (Ansa)
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