2025-05-17
Meloni: «Dall’Italia niente truppe»
Giorgia Meloni al suo arrivo a Tirana (Ansa)
Al summit della Cpe a Tirana, il premier loda la resistenza ma boccia l’idea dei militari al fronte. Crosetto con gli omologhi nella Capitale: «Costruire un’Europa della Difesa».Il sesto vertice della Comunità politica europea (Cpe), format nato nel 2022 con il summit di Versailles, si è tenuto ieri in Albania. Oltre ai 27 Stati membri e alle istituzioni dell’Ue, hanno partecipato altri 20 Paesi europei in senso geografico o comunque nell’orbita del Vecchio continente. Presenti anche il segretario generale del Consiglio d’Europa, Alain Berset, e il segretario generale della Nato, Mark Rutte.Al suo arrivo a Tirana, Giorgia Meloni ha ricevuto un’accoglienza speciale dal primo ministro albanese, Edi Rama, il quale si è addirittura inginocchiato davanti a lei. «Lo fa solo per sembrare alto quanto me», ha reagito ironicamente il premier. Un evento dedicato alla sicurezza, alla competitività, all’economia e all’immigrazione, che però è stato l’occasione per discutere degli ultimi sviluppi sull’Ucraina. «Credo che non ci sia nulla di più europeo», ha affermato Meloni nel suo intervento, «di un popolo disposto a rischiare tutto per difendere la propria libertà e indipendenza. Ogni giorno l’eroismo e la tenacia del popolo ucraino ci ricordano cos’è l’Europa e qual è l’aspetto più profondo della nostra identità comune: la libertà». «Continueremo a stare al fianco dell’Ucraina e a batterci affinché questa guerra abbia immediatamente fine», ha aggiunto. Il premier ha insistito sull’identità del Vecchio continente, sottolineando come l’interesse per «rafforzare qualunque forma di unione tra Stati europei» non possa che derivare dalla volontà di difendere «ciò che siamo e ciò che vogliamo continuare a essere». «Se a volte l’Europa si dimostra incapace di affrontare le grandi sfide», ha richiamato gli astanti, «non è colpa di altri. È una nostra responsabilità. Ed è compito nostro scegliere se rassegnarci al declino oppure combatterlo». Giorgia Meloni ha parlato anche di «riunificazione europea» e di «popoli che si sono combattuti nel corso dei secoli, ma che in realtà sono anche un unico popolo», aprendo senza indugi all’allargamento verso i Balcani occidentali, che «si trovano nel cuore del nostro continente». «L’Italia è impegnata a Bruxelles per affermare un approccio strategico ai Balcani occidentali che tenga in debito conto la necessità di fornire a questi Paesi una chiara prospettiva di integrazione nell’Ue», ha spiegato. Allargamento che, pur comportando «nuove sfide», sarebbe «un investimento strategico per la sicurezza dell’Europa», anche «alla luce di quanto sta accadendo ai nostri confini». Meloni non era presente all’incontro, tenuto a margine del vertice, tra Emmanuel Macron, Friedrich Merz, Keir Starmer, Donald Tusk e Volodymyr Zelensky, durante il quale i «volenterosi» hanno avuto un colloquio telefonico con Donald Trump. Un formato da cui si è tenuta prudentemente a distanza, come ha rispiegato ai giornalisti dopo le polemiche: «L’Italia ha da tempo dichiarato di non essere disponibile a mandare truppe in Ucraina. Non avrebbe senso per noi partecipare a dei formati che hanno obiettivi sui quali non abbiamo dato la nostra disponibilità». Intanto il ministro della Difesa britannico, John Healey, a Roma da Guido Crosetto per una riunione con gli omologhi di Francia, Germania e Polonia, ha ribadito la disponibilità a inviare truppe a Kiev. «Cinque ministri diversi, con cinque coalizioni diverse, cinque storie politiche diverse», ha affermato Crosetto nel suo intervento. «Abbiamo tutti la stessa idea della necessità di un’Europa della Difesa da costruire, abbiamo tutti la stessa visione. Pensiamo che vogliamo costruire in modo concreto un’Europa della Difesa».