2024-07-29
Meloni rilancia la cooperazione con la Cina
Giorgia Meloni e Li Qiang (Ansa)
Il presidente a Pechino incontra l’omologo cinese e firma un memorandum su auto elettriche e rinnovabili. Al centro della missione la necessità di equilibrare l’interscambio commerciale dei due Paesi. Li Qiang: «Inizia un nuovo capitolo». Oggi il vertice con Xi.Un piano d’azione triennale per rilanciare i rapporti con la Cina. Questa la strategia del presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Pechino da sabato per una quattro giorni di incontri con i più alti vertici cinesi. Il premier ieri ha incontrato il primo ministro del Consiglio di Stato della Repubblica Popolare Cinese, Li Qiang. Con lui ha discusso principalmente di commercio. In occasione dell’incontro è stato adottato un Piano d’Azione per il rafforzamento del Partenariato strategico globale (2024-2027) e sono state sottoscritte sei intese, relative alla collaborazione industriale, alla tutela delle indicazioni geografiche, alla sicurezza alimentare, all’ambiente e all’istruzione. Firmato inoltre un memorandum su rinnovabili e auto elettriche. Un dossier quest’ultimo bollente, per tutti i rischi che potrà comportare per l’industria italiana. Nello stesso giorno due leader hanno, inoltre, inaugurato la 7° edizione del Business forum Italia-Cina, alla presenza di oltre 100 aziende e associazioni di categoria italiane e cinesi. «La vostra partecipazione testimonia l’interesse a rafforzare il partenariato tra Italia e Cina - dice Meloni - Per riuscirci dobbiamo ragionare sui punti di forza e di debolezza, su ciò che funziona e su quello che non va, e credo che questa sia l’occasione per farlo, con l’obiettivo di rendere le nostre relazioni commerciali sempre più eque e vantaggiose. La nostra nazione resta desiderosa di cooperare - aggiunge- ma è fondamentale che i nostri partner si dimostrino genuinamente cooperativi giocando secondo le regole, per assicurare che tutte le aziende possano operare sui mercati internazionali in condizioni di parità. Perché se vogliamo un mercato libero, quel mercato deve essere anche equo». Oggi sarà la volta del faccia a faccia con il presidente Xi Jinping, nel quadro di una visita che intende impostare un nuovo tipo di rapporto con Pechino, che al contrario della via della Seta non si basi sulle infrastrutture ma decisamente più concentrato sul commercio. Una nuova via dei mercanti. «Se è vero che l’economia mondiale molto ha beneficiato dalla liberalizzazione dei commerci, è vero anche che i dividendi di questo processo non si sono sempre distribuiti in maniera equilibrata, sia tra le nazioni sia tra i diversi fattori di produzione all’interno di ciascuna di esse». Una cesura netta con la via della Seta che aveva concesso al dragone di mettere le mani su moltissimi asset strategici. I residui di quell’accordo restano un’eredità difficile da smaltire. Come per il 5g quasi tutta l’infrastruttura è in mano a fornitori cinesi. Questo nuovo accordo pone le basi per un percorso nuovo, ricuce il dialogo dopo lo strappo inevitabile causato dalla rottura del memorandum. Tra i problemi evidenziati da Meloni nei rapporti con la Cina, c’è il «forte squilibrio» nella bilancia dei pagamenti, con un «importante deficit per l’Italia», che deve vedere un «progressivo bilanciamento». Un riequilibrio che deve riguardare anche gli investimenti, dato che quelli cinesi in Italia sono oggi circa un terzo di quelli italiani in Cina. Il premier ha sottolineato la piena disponibilità dell’Italia ad accogliere investimenti, a patto che siano «buoni», cioè quelli da cui «possiamo trarre beneficio in termini di incremento della produttività e del valore aggiunto» e che creino «occupazione e ricchezza». Sul tema tecnologia Meloni ha approfondito quello dell’Intelligenza artificiale con il suo omologo: «L’Intelligenza artificiale generativa che è destinata a incidere profondamente sui nostri tessuti sociali, economici e a cambiare radicalmente interi segmenti produttivi. So che anche in Cina è in corso un vivace dibattito su quelle che sono state definite «nuove forze produttive», alludendo, immagino, proprio all’impatto che I’intelligenza artificiale può avere sulla produttività, così come, aggiungo, sulla creazione e sulla distruzione di posti di lavoro. Ognuno di noi sta sviluppando un diverso approccio, ma io credo che al di là delle diverse sensibilità sia fondamentale sviluppare un ragionamento comune, proprio alla luce delle ricadute che l’Ia avrà sul mondo del lavoro, anche per quelle professioni a più elevata specializzazione».Aprendo il business forum Meloni ha sottolineato l’importanza di «coltivare» i rapporti, in particolare nell’attuale «complessa situazione internazionale», con la guerra in Ucraina, il conflitto in Medio Oriente, le tensioni nel Mar Rosso e l’instabilità in Africa. Tutte «crisi che si ripercuotono sulla sicurezza e l’integrazione economica globale, rimettendo in discussione l’ordine internazionale basato sulle regole» e creando un «rischio oggettivo» per la sicurezza economica. In questo contesto si inserisce anche l’impatto di «tecnologie dirompenti» come l’Intelligenza artificiale, con «rischi di polarizzazione e di ulteriore verticalizzazione della ricchezza» che non devono essere «ignorati».
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)