2022-09-21
Meloni: «La sinistra si dissoci dai comunisti»
Giorgia Meloni e Enrico Letta (Imagoeconomica)
La leader di Fdi sottoposta all’ennesimo processo politico e mediatico per aver augurato la vittoria agli spagnoli di Vox. Tanto è bastato per riattizzare il refrain sui fascisti alle porte. La replica: «Sono loro a non aver condannato i regimi rossi».Scontata come il meccanismo stimolo-reazione del cane di Pavlov, ossessiva come la più classica delle coazioni a ripetere, pure ieri si è manifestata a sinistra la consueta sindrome della tentata fascistizzazione di Giorgia Meloni.Se l’altro ieri il destro era stato offerto dalle dichiarazioni della Spd tedesca che aveva usato contro Fdi l’espressione «postfascisti» (determinando il giubilo di Repubblica, che si è chiesta come mai in Italia non si usi abbastanza quell’«aggettivo impronunciabile»), ieri i pretesti sono stati altri due.Per un verso, la leader di Fratelli d’Italia ha pronunciato frasi talmente ovvie da risultare di fatto irrilevanti, laddove ha ricordato di aver percorso gran parte della sua traiettoria politica dentro An. Per altro verso, c’è stata poi la seconda miccia della giornata, in qualche misura ancora più surreale. Giova ricordare che la Meloni presiede i conservatori europei, e che in quella famiglia politica ci sono anche gli spagnoli di Vox. Da questo punto di vista, cosa ci si aspetta che dica la presidente di una formazione politica europea riferendosi a un partito membro della medesima organizzazione? È perfino ovvio che vengano pronunciate parole di amicizia e incoraggiamento. E infatti la Meloni ha dichiarato: «Mi auguro che il centrodestra italiano guidato da Fratelli d’Italia vinca le elezioni e che questo possa fare da apripista per qualcosa di simile anche in Spagna tra qualche mese». E ancora: «In tempi difficili come quelli che stiamo vivendo, la concretezza e il pragmatismo dei conservatori sono molto più efficaci delle ricette ideologiche della sinistra». Conclusione: «Con Vox siamo legati da stima, amicizia e lealtà reciproca. Abbiamo sorriso del fatto che in Italia la sinistra usi Vox per attaccare Fdi e in Spagna usi Fdi per attaccare Vox».Tutto qui: e verrebbe da dire che si tratta di banali frasi di reciproco sostegno, peraltro assai più misurate (e senza insulti verso gli avversari) rispetto a quelle consegnate a Enrico Letta dai socialdemocratici tedeschi. Eppure è partita la batteria delle dichiarazioni della sinistra.Ecco Laura Boldrini: «Meloni, auspicando la vittoria di Vox, l’ultradestra spagnola erede del dittatore Franco, getta la maschera di moderata». La banalità della maschera gettata è stata rilanciata pure dal socialista Enzo Maraio, intruppato nelle liste del Pd, che già vede nientemeno che la distruzione dell’Europa per mano di Fdi: «La Meloni ha finalmente gettato la maschera: vuole distruggere l’Europa e svenderla a Orbán e alla destra nera di Vox. Le impediremo di esporre l’Italia all’isolamento e portare gli italiani al disastro economico». E poi, ancora, ecco un’altra raffica. Enzo Amendola: «La rassicurante campagna elettorale di Meloni è finita. Attacca l’Europa, tifa per l’estrema destra di Vox, ritorna ai vecchi cari temi sovranisti». Sempre dal Pd, Simona Malpezzi: «Meloni perde ogni freno inibitorio e smette i panni della finta moderata, auspicando che la sua vittoria apra la strada a Vox. Dai filorussi ungheresi all’estrema destra spagnola, la leader di Fdi lavora per distruggere l’Europa». A ruota, Anna Ascani: «Si torna sempre dove si è stati felici, vero Giorgia Meloni? Non erano “eccessi” come li ha definiti nei giorni in cui cercava di darsi un tono. È questa la sua natura. Questo è quello che è e rappresenta». E ancora, stessa musica da Piero De Luca: «Finisce la finta moderazione di Meloni, che torna alle origini sostenendo Vox, i nostalgici franchisti, nemici dell’Ue. Il tutto mentre Salvini riceve gli auguri da Le Pen. Ecco i veri rischi per l’Italia: un Paese isolato, che guarda al passato, sulla scia del modello Orbán».A tutti la Meloni ha risposto laconicamente: «La sinistra non si è mai dissociata dall’Urss e dai regimi comunisti». Resta da capire come spiegare questa levata di scudi del Pd e delle sue propaggini mediatiche, francamente degna di miglior causa, così come i toni che sono parsi davvero fuori misura. Si può ipotizzare che ci sia il solito riflesso condizionato della sinistra (si vota, e qualunque leader del centrodestra viene regolarmente presentato come un’ombra nera). Oppure si può ritenere che una coalizione disperata e senza idee vada sul sicuro, scegliendo la polemica più banale. E naturalmente c’è del vero nell’una e nell’altra spiegazione. Ma c’è una terza ipotesi, che non promette nulla di buono: la volontà, anche dopo il voto, di incendiare il clima, e di creare un cordone sanitario contro l’Italia a livello internazionale, agitando un’inesistente emergenza fascista. Davvero c’è chi è disposto a giocare questa carta sulla pelle del Paese, alla vigilia di un autunno e di un inverno che già si annunciano economicamente drammatici?
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