2024-06-09
La Meloni si «gioca» il G7 in casa: l’occasione per scavalcare Parigi
Giorgia Meloni (Getty Images)
Nel forum pugliese l’Italia può stringere alleanze forti con Usa, Giappone e Regno Unito. Un modo per avere alternative alla morsa di Francia e Germania e non restare isolata negli investimenti soprattutto tecnologici.L’Italia, in quanto potenza medio-piccola, ha bisogno di alleanze per moltiplicare la propria influenza con lo scopo primario di difendere/aumentare la ricchezza nazionale, in particolare via export, e la sicurezza sia in senso militare sia di rifornimenti in quanto economia trasformativa nonché di accordi che favoriscano l’export stesso. In questo periodo storico le alleanze rilevanti per tale finalità strategica possono essere rappresentate da tre «geocerchi»: Ue, Mediterraneo allargato e globo. La strategia di ricchezza nazionale richiede una postura di Roma sia attiva sia rafforzata da alleanze in tutti i tre «geocerchi», cercando una posizione che armonizzi i diversi geolivelli di impegno.Unione europea. Dopo le elezioni resterà meno di un’unione, ma più di un’alleanza tra nazioni. Per inciso rilevante va ricordato che esistono due Europe. Quella «comunitaria», rappresentata dalla Commissione e dal Parlamento europeo, e quella intergovernativa, rappresentata dal Consiglio. Pur leggermente crescente il potere dell’Europa comunitaria, il vero organo decisionale dell’Ue resta il Consiglio intergovernativo, cioè il tavolo dei governi nazionali che possiedono diritto di veto. E va annotato che i membri della Commissione sono decisi dai governi nazionali, pur avendo il Parlamento europeo un potere di approvazione. Il voto per il Parlamento non modificherà questa architettura europea, ma sarà molto importante per dare una direzione ai compromessi intergovernativi. Quali saranno i nuovi compromessi utili all’Italia, ricordando che ha una posizione non del tutto comoda entro l’Ue e parecchio scomoda entro l’Eurozona (questo per colpa maggiore della politica italiana del passato che non ha ridotto il debito) sarà oggetto di analisi dopo il voto. Ma già ora si può prevedere che Francia, Germania ed altri - siano governi di sinistra o di destra - si rendono conto che l’Ue è troppo vulnerabile sul piano militare, molto arretrata su quello dell’industria tecnologica e troppo frammentata per rendere fluido e abbondante il mercato finanziario. Pertanto è prevedibile un accordo intergovernativo per ridurre tali gap. Inoltre appare possibile che l’Ue riveda il passo della politica ambientale perché quello tenuto nella legislatura precedente era troppo astratto ed ha provocato un conflitto tra sostenibilità economica ed ecopolitica. L’Italia ha un interesse oggettivo a partecipare a tutti questi 4 programmi, ma bisogna ricordarsi che l’Ue, dal 1963, è comandata dalla diarchia franco-tedesca: la Francia, ormai depotenziato il suo ruolo dopo la seconda Guerra mondiale, decise - Charles De Gaulle - di prendere il comando dell’area europea invitando la Germania come partner. Oggi la relazione diarchica è molto degradata, ma la diarchia comunque resta. Pertanto l’Italia dovrà trovare una leva molto forte per non restare secondaria nei futuri programmi di riqualificazione europea. G7. Un modo per farlo, oltre alla dimostrazione di rigore interno e di forte presenza italiana nelle relazioni intraeuropee, è approfondire l’alleanza bilaterale con gli Stati Uniti e prendere una posizione di «Italia globale» (C. Pelanda, Rubbettino 2023) diventando più forza motrice nel G7 per espandere la propria influenza nel mondo, creando relazioni privilegiate con Giappone, Regno Unito ed America, come per altro sta facendo: caccia di sesta generazione (Tempest) con Tokyo e Londra, partecipazione di alta qualità nel programma lunare Nasa Artemis, ecc. L’impostazione che il governo italiano ha dato al summit G7 in Puglia, tra pochi giorni, mostra un orientamento attivo in linea con quanto qui detto. Applaudo, soprattutto, all’invito all’Australia, precursore di una sua inclusione in un G7 + dove ci starebbe bene anche la Corea del Sud. Ovviamente la presidenza italiana ha privilegiato gli inviti ad africani e mediterranei più che a nazioni del Pacifico. Ma Roma è attiva sulla linea di connettere il Pacifico (India) con il Mediterraneo via Arabia, Emirati e Giordania, nonché Israele. Il punto: se Francia e Germania secondarizzassero l’Italia sui programmi tecnologici, Roma si è già collocata per farli con America, Regno Unito e Giappone. Ma sarebbe meglio un mix di programmi extraeuropei ed europei dove l’Italia abbia posizione tecnologica elevata trasferibile alla futurizzazione industriale. Non facile, ma nemmeno impossibile visto che Germania e Francia non sono più così forti e potrebbero avere più bisogno dell’Italia.Africa e Mediterraneo. Una posizione migliore dell’Italia sia nel G7 sia nell’Ue è la chiave per ottenere un maggiore sostegno degli alleati per la penetrazione italiana in Africa che si basa su un metodo collaborativo e non neocoloniale. L’Africa è il nuovo sbocco economico per l’Italia, considerando che le diverse nazioni africane apprezzano il fatto che Roma, diversamente da Pechino, Mosca e (ormai espulsa) Parigi, le valuta correttamente: non sono bonghi da «sfruttare», ma nazioni (alcune) diventate consapevoli, orgogliose e con crescente potenziale di capacità e di ricchezza. Semplificando, nel caso africano l’Italia può agire come pilota per la convergenza di America, G7 ed Ue. Ma oggi si vota per le elezioni del Parlamento europeo. Come scritto sopra, non coprono il quadro completo dell’interesse nazionale italiano (combinato con quello degli alleati), ma hanno una grande rilevanza. Quindi bisogna andare a votare. Io voterò un partito del centrodestra perché quello che ho scritto sopra è una linea di sicuro vantaggio per l’Italia, compatibile con le sue alleanze, che l’attuale governo ha già impostato pur tra tante difficoltà. Tale voto è anche un atto di sfiducia verso le sinistre perché mostrano di non voler capire quali siano le cose da fare nel mondo di oggi e di domani per dare più ricchezza alla democrazia italiana. Ed alle altre democrazie. www.carlopelanda.com
Alessandro Benetton (Imagoeconomica)