2023-06-02
Meloni dà la sveglia a Bruxelles e insiste sull’aiuto ai Paesi africani
Al vertice di 47 nazioni in Moldova trilaterale del premier con l’olandese Mark Rutte e Ursula Von der Leyen su migranti e crisi tunisina. Stoccata all’Ue («Non c’è l’Europa di serie A e una di B») e plauso ai conservatori spagnoli.«L’Europa non è un club o un insieme di regole o di interessi, è una civiltà fondata sull’idea che gli uomini sono liberi e uguali. Non c’è un’Europa di serie A e una di serie B, ma un’Europa che ha bisogno di respirare con due polmoni, orientale e occidentale». Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, cita Giovanni Paolo II, prima di partecipare al secondo summit della Comunità politica europea, organizzazione che raccoglie 47 Paesi del Vecchio continente, all’insegna di un multilateralismo capace di mettere sul tavolo l’idea di un’Europa solidale e inclusiva, e non elitaria come spesso invece viene percepita dai Paesi che non fanno riferimento a Bruxelles. La cornice è di quelle fortemente simboliche: pochi chilometri da Chisinau, capitale della Moldova (Moldavia), Paese tra quelli che il leader russo, Vladimir Putin, considera ancora facenti parti della sua sfera d’interesse, tanto da mantenere da diversi anni truppe di Mosca a sostegno della secessionista e filorussa Transnistria.Un messaggio chiaro, dunque, nel pieno del conflitto ucraino, amplificato dalla partecipazione al vertice di Volodymyr Zelensky, la cui presenza era stata lasciata intuire ma non annunciata ufficialmente dall’organizzazione, fino all’ultimo istante. Ed è su vari piani che la riunione paneuropea si è mossa, come ha illustrato il nostro premier nel punto stampa coi cronisti. Un piano globale, nel solco della politica di sostegno ai Sud del mondo invocata da Palazzo Chigi per porre un argine al fenomeno dei flussi migratori incontrollati. Un piano - come detto - di reale integrazione europea e infine l’ineludibile questione del sostegno a Kiev e dei possibili sbocchi della crisi bellica. Per quanto riguarda il primo punto, Meloni ha continuato a spronare i suoi omologhi europei a curare le relazioni coi «partner globali». «Penso, ad esempio, all’Africa», ha proseguito il premier riferendosi al contrasto dell’immigrazione clandestina. «Possiamo risolverla», ha sottolineato, «solo se aiutiamo quelle nazioni. C’e’ molto lavoro da fare», ha proseguito, «ma dobbiamo farlo se vogliamo un’Europa che, dopo essere stata protagonista del passato, sia protagonista anche del futuro». Secondo quanto filtrato, il tema dei migranti è stato affrontato anche dal trilaterale che Meloni ha avuto col premier olandese Mark Rutte e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. In particolare, i fari sarebbero stati puntati sulla situazione in Tunisia, riguardo alla quale il nostro governo ha già più volte sollecitato un intervento importante da parte dell’Unione europea, dato il rischio concreto di default del Paese nordafricano e di una conseguente tragedia umanitaria alle porte dell’Italia. Non è un caso che negli ultimi mesi il numero di immigrati clandestini provenienti dalla Tunisia si sia moltiplicato esponenzialmente e che anche altri Paesi comunitari (e tra questi i Paesi Bassi) abbiano iniziato a manifestare un certo allarme. In quest’ottica il trilaterale è servito ad impostare il confronto a fine mese al Consiglio Ue, che all’ordine del giorno - tra le altre cose - prevede proprio la questione tunisina e più in generale i flussi migratori illegali. Per quanto riguarda l’integrazione europea, Meloni ha spiegato che «il summit di oggi significa una vera apertura a quelle nazioni che europee sono ed europee vogliono essere a 360 gradi: Ucraina, Moldavia, Georgia, Balcani occidentali». Per questi paesi, secondo il nostro premier, non è opportuno parlare di ingresso nell’Ue ma di «ricongiungimento all’Ue». Una questione inscindibile da quella del conflitto, sul quale Meloni ha ribadito ancora una volta la linea di sostegno incondizionato a Kiev «a 360 gradi per tutto il tempo che sarà necessario». «Siamo qui per ricordare», ha sottolineato il presidente del Consiglio, «che non permetteremo di mettere in discussione i principi di libertà e uguaglianza su cui si fonda la civiltà europea, che chi vuole riportarci agli anni più difficili del secolo scorso ha pensato di distruggere». A questo proposito il premier ha ricordato la cornice non casuale del vertice, quando ha detto che la Moldova «è un’altra nazione a rischio aggressione: senza quello che stanno facendo gli ucraini, che difendono anche la nostra sicurezza e il diritto internazionale, nessuno un domani potrebbe essere al sicuro». Seppur in modo stringato, Meloni ha detto la sua, da leader dei conservatori europei e di un governo di centrodestra, su quanto accaduto in Spagna, con la sconfitta del partito socialista di Pedro Sanchez, le conseguenti dimissioni di quest’ultimo e l’indizione di elezioni politiche il prossimo luglio: «È molto interessante capire cosa accadrà», ha affermato il presidente del Consiglio, «non mi infilo nelle dinamiche di altre nazioni, ma sono presidente dei Conservatori europei e guardo chiaramente con molto interesse a quello che faranno i conservatori europei in Spagna», riferendosi al partito Vox.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.