2024-01-25
Meloni bastona ancora gli Agnelli «Hanno fatto scelte anti italiane»
Il premier in Aula: «Un patrimonio come la Fiat si difende anche criticando chi l’ha consegnata ai francesi» Scintille con Elly Schlein sui tagli alla sanità. A Giuseppe Conte dice: «Il deficit da Superbonus ci indebolisce in sede Ue».Look da combattimento, camicia bianca e giacca (finalmente) avvitata, Giorgia Meloni si presenta al question time alla Camera con la disinvoltura di chi sa di giocare sul terreno preferito, quello dello scontro dialettico aspro, e per di più in diretta tv. Alla interrogazione del capogruppo di Azione Matteo Richetti sulle iniziative per garantire la continuità produttiva e occupazionale presso gli stabilimenti italiani di Stellantis e di Magneti Marelli, la Meloni risponde con una stoccata: «Il gruppo Fiat e i marchi italiani collegati rappresentano una parte molto importante della storia industriale nazionale, in termini occupazionali e di ricchezza prodotta, un patrimonio economico che merita la massima attenzione, e questo significa anche avere il coraggio di criticare alcune scelte del management e del gruppo quando sono state distanti dall’interesse italiano, come mi è capitato di fare, spesso nell’indifferenza generale. Penso allo spostamento della sede legale e fiscale fuori dall’Italia», aggiunge il presidente del Consiglio, «o alla fusione che celava un’acquisizione francese dello storico gruppo italiano: tanto che oggi nel cda di Fca siede un membro del governo francese, non è un caso se le scelte industriali del gruppo tengono maggiormente in considerazione le istanze francesi rispetto a quelle italiane». Notizia del giorno: Elly Schlein sembra la gemella vivace della leader delle supercazzole che siamo abituati ad ascoltare. La segretaria dem interroga sulle liste di attesa nella sanità, la Meloni risponde buttando la palla nella metà campo avversaria: «Il tetto alla spesa del personale sanitario», sottolinea il premier, «fu introdotto nel 2009: ha portato al crescente ricorso ai contratti a termine e al devastante fenomeno dei medici gettonisti. Facciamo i conti con una situazione stratificata in 14 anni. Le dirò che è un’implicita attestazione di stima che chiedete a noi di risolvere i problemi che non avete risolto in dieci anni al governo». Qui avviene il miracolo: la Schlein replica dimostrando una insospettabile verve: «Signora presidente», risponde Elly, «mi spieghi una cosa: lei è andata al governo per risolvere i problemi degli italiani o per scaricare le responsabilità su altri? Il tetto alle assunzioni è stato introdotto nel 2009, al governo c’era lei». Il M5s interroga la Meloni sul Patto di stabilità europeo, il capo del governo risponde con un classico del suo repertorio, tirando in ballo il Superbonus: «È l’intesa migliore possibile alle condizioni date», argomenta la Meloni, «quando ti presenti al tavolo delle trattative con un deficit al 5,3% causato soprattutto dalla ristrutturazione gratuita delle seconde e terze case e chiedi maggiore flessibilità è possibile che qualcuno ti guardi con diffidenza». Replica al vetriolo di Giuseppe Conte: «Presidente», dice il leader del M5s, «è tornata da Bruxelles con un pacco di stabilità che si scaricherà sulla testa degli italiani. Lei è un re Mida al contrario, lui tutto quello che toccava lo faceva diventare oro, lei tutto quello che tocca distrugge. Ci faccia una cortesia, faccia anche meno, può essere che farà meno danni e italiani le saranno grati». Sul conflitto a Gaza la Meloni fa sua la posizione dell’amministrazione Usa, criticando il «no» del premier israeliano Benjamin Netanyahu alla prospettiva di uno Stato palestinese: «L’Italia», sostiene la Meloni, rispondendo all’interrogazione del leader di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, «ha sempre ribadito che il popolo palestinese ha diritto a uno Stato indipendente, sicuro ed economicamente prospero: è una posizione che questo governo ha ribadito banalmente perché è una soluzione giusta, necessaria e nell’interesse dei palestinesi ma, a nostro avviso, anche nell’interesse di Israele. È la ragione per la quale posso dire che non condivido la posizione recentemente espressa dal primo ministro israeliano sulla materia». Alla interrogazione del capogruppo di Forza Italia, Paolo Barelli, in merito alle privatizzazioni, la Meloni risponde dati alla mano: «Non si tratta di privatizzare per privatizzare, di dismettere o di svendere. Noi vogliamo una razionalizzazione delle partecipazioni dello Stato, secondo un approccio di ridurre la presenza dello Stato laddove non è necessaria e affermare la sua presenza dove invece è necessaria, come ad esempio negli asset strategici. Questo significa la possibilità di ridurre quote di partecipazione statale, che però non compromettono il controllo pubblico. Il governo», aggiunge la Meloni, «ha avviato questo percorso con la vendita delle quote del Monte dei Paschi di Siena: dopo l’annuncio della procedura di vendita accelerata del 20% delle azioni rivolte ai grandi investitori, nel giro di poche ore abbiamo ricevuto una domanda oltre 5 volte superiore rispetto all’ammontare iniziale e rivisto l’offerta dal 20% al 25%». Infine, sull’autonomia: «Vi sono tante bizzarre ricostruzioni strumentali», sottolinea la Meloni,«fra queste anche una secondo la quale questo governo avrebbe tradito il Sud. Fortunatamente i fatti e i numeri sono sempre più forti delle polemiche».
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