2021-07-21
Dopo i medici spinto l’obbligo per i docenti
Il ddl Ronzulli (Fi) prevede la sospensione degli inadempienti. Ma la stretta non dovrebbe passare in cdm.«Mi auguro che, così come è successo per il disegno di legge per l'obbligo di vaccino ai sanitari, il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, e tutto il governo accelerino l'iter per il ddl che ho presentato sull'obbligo di vaccino al personale docente e non. Il documento prevede la sospensione dalla mansione in caso di inadempienza e il docente sarebbe sostituito dai tanti insegnanti non di ruolo che fanno supplenze». A parlare non è un deputato del Pd, o di un presidente di Regione che non vede l'ora di scaricare sulle famiglie la responsabilità di far tornare i ragazzi a scuola in sicurezza invece di investire sui trasporti pubblici. No. A invocare l'obbligo vaccinale per i docenti ieri è stata la senatrice di Forza Italia Licia Ronzulli, presidente della commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza. Se passasse il disegno di legge presentato dalla forzista, però, l'obbligo diventerebbe effettivo dopo almeno tre mesi tra accertamenti, instaurazione dell'iter di verifica con la persona, tentativo di convincimento, comunicazione alle istituzioni, eccetera (come era successo per i medici).La mossa della Ronzulli è comunque il segno che le pressioni per arrivare al punto di caduta finale - dopo i medici l'obbligo anche per gli insegnanti - sono ormai diventate trasversali. Anche il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, ieri ha detto che «non possiamo pensare di non ripartire con l'anno scolastico in presenza e per fare questo il personale docente deve essere vaccinato. Ci auguriamo di poterlo fare attraverso un'opera di sensibilizzazione. Qualora il problema dovesse persistere, credo che dovremo assolutamente prendere in considerazione l'ipotesi dell'obbligo vaccinale per questa categoria». La stretta comunque non dovrebbe passare nel cdm di questa sera. Ad ogni modo, tutti collegano l'obbligo all'unica chance di far tornare i ragazzi sui banchi in presenza, arrivando a immaginare la didattica a distanza per chi non si è vaccinato. La proposta messa sul tavolo dalle Regioni è invece quella di mandare i ragazzi a scuola solo con il green pass se c'è un focolaio, con vaccino raccomandato (non obbligatorio).Eppure, secondo l'ultimo rapporto della struttura commissariale, il 78,2% del personale scolastico ha già ricevuto la doppia dose (o la monodose J&J). E i circa 221.000 ancora in attesa della prima dose o della dose unica sono concentrati in 5 o 6 Regioni con in testa la Sicilia. Così come non pare compatibile agitare la minaccia delle varianti con il personale vaccinato perché così si delegittima l'efficacia dei vaccini disponibili. Senza sottovalutare il ruolo dei sindacati, che di fronte all'obbligo potrebbero aprire una complicata e lunga trattativa (magari chiedendo una contropartita economica).Nel frattempo, gli effetti della Dad sono emersi in parte dall'ultimo rapporto Invalsi. E in alcune Regioni sono ancor più devastanti. Prendiamo il caso estremo, quello della Puglia. Dove gli studenti sono a casa dal 30 ottobre del 2020, quando l'attività didattica è stata sospesa in presenza nelle scuole di ogni ordine e grado con un'ordinanza firmata dal presidente Michele Emiliano, «di fronte all'evidenza dei dati rilevati dai Dipartimenti di prevenzione» e «tenendo conto anche dell'appello dei pediatri pugliesi presi d'assalto dalle centinaia di genitori che avevano bisogno dei certificati per la riammissione a scuola». Emiliano, da solo in tutta Italia, ha lasciato libertà di scelta alle famiglie fra Dad e lezioni in presenza, nell'anno scolastico appena terminato. E a settembre il copione rischia di ripetersi drammaticamente. Scaricando, questa volta, la responsabilità su varianti e No vax. Nonché alimentando il conflitto sociale tra genitori nelle chat, tra insegnanti, e le disuguaglianze tra studenti. Oltre all'ignoranza: quasi il 70% dei ragazzi pugliesi è stato infatti bocciato alle prove Invalsi, con oltre il 40% gravemente insufficiente nella prova di matematica in quinta superiore. La Regione si dichiara «assolutamente pronta per cominciare la scuola in presenza», assicura l'assessore regionale all'Istruzione, Sebastiano Leo, che ribadisce, «le sessioni scolastiche per gli studenti a partire dal 23 agosto». Il problema è che in Puglia ci sono 244.000 ragazzi e ragazze tra i 12 e i 19 anni che non hanno ancora ricevuto neanche una dose di vaccino. Cioè il 76,16% della popolazione di riferimento. Difficile immaginare il ritorno sui banchi in presenza, considerando che occorre somministrare due dosi e l'immunità si ha dopo 20 giorni dalla seconda. Ps. Alcuni ragazzini di Lecce ad aprile hanno postato sui social una videochiamata con Emiliano. La conversazione, tra sghignazzi e battute in dialetto, è la seguente: «Ragazzi, mi raccomando, che gli insegnanti vi vogliono interrogare a tutti i costi eh», dice il presidente. «Eh lu sacciu, facci rimanere a casa Emiliano!», risponde il ragazzino. «Ma quelli vi interrogano lo stesso anche in Dad!», ribatte il governatore pugliese ridendo. «Ma a me non funzionano né microfono né telecamera», e giù altre risate. Emiliano ride. I ragazzini ridono. La scuola (dell'obbligo) piange.