Nelle chat della Wpath, svelate da Michael Shellenberger, emerge la noncuranza dei dottori-attivisti verso i ragazzini che chiedono la detransizione: «I pazienti sono responsabili». E, per qualcuno, saltare da un genere all’altro è normale: «È il loro viaggio».
Nelle chat della Wpath, svelate da Michael Shellenberger, emerge la noncuranza dei dottori-attivisti verso i ragazzini che chiedono la detransizione: «I pazienti sono responsabili». E, per qualcuno, saltare da un genere all’altro è normale: «È il loro viaggio».Minori manipolati e convinti, in nome dell’autodeterminazione di genere, a intraprendere il percorso di transizione? Ragazzini che, dopo bombardamenti ormonali o interventi chirurgici, si pentono? Secondo i dottori attivisti Lgbt, la colpa è la loro: dovevano pensarci prima. Dovevano «assumersi attivamente la responsabilità delle decisioni mediche».È questo il livello di cinismo che emerge dalle chat interne alla World professional association for transgender health (Wpath). Le conversazioni, diffuse dall’Ong di Michael Shellenberger, Environmental progress, hanno sollevato il velo sulle agghiaccianti pratiche che caratterizzano il cosiddetto «approccio affermativo» al cambio di sesso. Terapie farmacologiche somministrate sottovalutandone i gravi effetti collaterali (anche casi di tumore nei minorenni); procedure alquanto carenti di raccolta del consenso informato, specie nei giovanissimi; operazioni altamente invasive, fino all’estremo della «nullificazione», il procedimento con cui si rimuovono i genitali e il soggetto viene trasformato in una sorta di bambola. Addirittura, uno strafottente menefreghismo nei confronti di chi, a un certo punto, si rende conto di aver commesso un errore. Ecco cosa scrive uno dei presunti professionisti della salute dei trans, a proposito di una diciassettenne la quale, nonostante abbia cambiato nome all’anagrafe e si sia sciroppata due anni di testosterone per diventare maschio, subito dopo il diploma «ha deciso di intraprendere la detransizione». Il medico le dà ancora del «lui»: «Lui», racconta, «è molto scioccato e arrabbiato. Riferisce di sentirsi come se gli fosse stato fatto il lavaggio del cervello ed è infastidito dai cambiamenti permanenti al suo corpo». Strano, eh? Eppure, le pesanti accuse non scalfiscono le certezze del luminare. Se quella ragazzina, all’improvviso e «in un periodo di transizione della vita (la fine del liceo)», ha mollato gli ormoni, «è probabile ci siano in ballo altre questioni». Sarà stata raggirata? Certo, da «gruppi di destra e Matt Walsh», un opinionista del Daily Wire noto per un documentario contro l’ideologia gender. Se credete non sia abbastanza scandaloso, date un’occhiata alle repliche dei colleghi. Ricordiamocelo: il confronto verte su un’adolescente che non ha nemmeno compiuto 18 anni. Tuttavia, precisa qualcuno, non è opportuno usare il termine «detransizione». È meglio interpretare il pentimento della ragazza come «una svolta nel suo viaggio di genere». Capito? La sessualità umana è una vacanza permanente, durante la quale si può soggiornare un po’ in un luogo e un po’ in un altro. Anche se l’organismo appare pensarla diversamente: assumere ormoni può provocare danni seri; farsi operare non somiglia certo allo stabilirsi in un albergo.Altri sedicenti esperti minimizzano: «Non ho mai assistito a qualcuno che lamentasse di aver subito il lavaggio del cervello». Ricompare, allora, la prospettiva della trama politica: «Nella mia esperienza, queste storie arrivavano da gente che promuove attivamente un’agenda contro i diritti delle persone trans e da un numero davvero insignificante di individui che hanno compiuto la detransizione e credono che la loro esperienza specifica sia parte di una grande cospirazione per “rendere i bimbi gay/trans”». È un ritratto sconfortante della scientificità del metodo adottato dai sanitari arcobaleno: anziché preoccuparsi del dramma esistenziale dei loro pazienti, cercano un capro espiatorio nella destra omofoba e nel complottismo.Ma c’è persino di peggio. In un messaggio del 10 novembre 2021, la leader della Wpath, Marci L. Bowers, liquida in questa maniera la questione: «Tutti gli interventi e tutti i trattamenti medici hanno tassi di pentimento che di solito sono ben più elevati di ciò che vediamo nella transizione di genere». E poi, «i pazienti devono possedere e assumersi attivamente la responsabilità delle decisioni mediche, specialmente di quelle che hanno potenzialmente effetti permanenti». È davvero un peccato che gli stessi membri dell’associazione, nei loro scambi telematici, si mostrino scettici sulla possibilità di ottenere un autentico consenso informato, quando si rapportano ai minori. E che, al contempo, dichiarino di lavorare con persone affette da disturbi mentali. Nessuna riserva sulla capacità di intendere e volere di chi ha patito dei traumi, o manifesta disordini della personalità? Nei Wpath files, le prove di tale superficialità abbondando. A un camice bianco che chiede come comportarsi con una quattordicenne che ha iniziato la transizione a 4 anni (4 anni!), arrivano pareri allucinanti. La chirurga Christine N. McGinn rassicura: «Ho praticato 20 vaginoplastiche in pazienti under 18 negli scorsi 17 anni. […] Nessuno mi ha mai fatto causa. Nessuno di loro si è mai pentito, che io sappia». Che lei sappia: i bravi scienziati mica eseguono il follow up... Dianne Berg, psicologa infantile che ha contribuito a redigere le linee guida sulla disforia, ammette che bimbi e adolescenti non comprendono appieno gli effetti dei trattamenti, perché ciò è «fuori dalla portata del loro grado di maturità». L’endocrinologo Daniel Metzger ci mette il carico da novanta: se si discute con uno di 14 anni l’impatto sulla fertilità delle terapie ormonali, si ha la sensazione di rivolgersi a «un muro bianco».Quanto ai disabili psichici, la filosofia dei medici-attivisti è chiara: «Indipendentemente dalle facoltà mentali dei pazienti, nessuno è in una posizione migliore per compiere scelte mediche […] dei pazienti stessi». Anzi, escluderli dalla transizione per i limiti cognitivi sarebbe «iniquo, discriminatorio e sbagliato». Tanto, se cambiano idea, sono fatti loro.
Leone XIV (Ansa)
Nella sua prima intervista, il Papa si conferma non etichettabile: parla di disuguaglianze e cita l’esempio di Musk, ma per rimarcare come la perdita del senso della vita porti all’idolatria del denaro. E chiarisce: il sinodo non deve diventare il parlamento del clero.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.
Ansa
Dopo il doppio disastro nella corsa alle rinnovabili e lo stop al gas russo, la Commissione avvia consultazioni sulle regole per garantire l’approvvigionamento. È una mossa tardiva che non contempla nessuna autocritica.