2024-09-27
Maxi raid di Israele su Beirut. Ucciso il numero 2 di Hezbollah
Massiccio attacco in Libano sul quartier generale della milizia. Incerte le sorti di Hassan Nasrallah, il suo vice morto in un attentato. L’Iran: «Escalation che cambia le regole». Benjamin Netanyahu contro l’Onu: «Palude antisemita».Dopo quasi un anno dallo scoppio della guerra, e nel pieno del conflitto con Hezbollah, ieri il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha parlato all’Assemblea generale delle Nazioni unite. Nel suo durissimo discorso ha parlato di Hamas, della minaccia iraniana, la continuazione dei combattimenti in Libano e del ruolo delle Nazioni unite, definite «una palude antisemita e una società terrapiattista anti-israeliana e una sprezzante, sdegnosa farsa». Netanyahu ha iniziato il suo discorso ricordando il 7 ottobre 2023: «Le nazioni del mondo non devono ignorare gli orrori commessi il 7 ottobre. I terroristi di Hamas hanno invaso Israele e massacrato 1.200 persone, tra cui persone che ballavano a una festa, e hanno commesso stupri e violenze sessuali. Ho incontrato le famiglie degli ostaggi che stanno sopportando sofferenze inimmaginabili. I terroristi rubano il cibo che noi permettiamo a Gaza, poi gonfiano i prezzi, ed è così che restano al potere. Hamas deve andarsene. Questa guerra può finire ora: Hamas deve arrendersi, deporre le armi e liberare tutti gli ostaggi». Poi è andato dritto al punto, ovvero il ruolo dell’Iran: «Stiamo affrontando la maledizione dell’Iran o la benedizione di ebrei e arabi», ha affermato Netanyahu mentre mostrava mappe di due possibili futuri in Medio Oriente: uno che mostra la normalizzazione con i Paesi arabi; l’altro che mostra la guerra continua contro l’Iran e i suoi alleati. «Israele cerca la pace - ha detto Netanyahu - Israele farà di nuovo la pace. L’Iran finanzia reti terroristiche in cinque continenti. Per troppo tempo il mondo ha placato l’Iran. Questa pacificazione deve finire ora». Netanyahu ha poi posto l’attenzione sulla minaccia nucleare: «Chiedo al Consiglio di sicurezza di interrompere il sostegno all’Iran, dobbiamo garantire che Teheran non ottenga mai armi nucleari. Anche la milizia iraniana ci ha presi di mira. Anche gli abitanti della Giudea e della Samaria hanno attaccato Israele. Il mio messaggio a Teheran: Se ci colpite, vi colpiremo. Vi raggiungeremo in ogni parte del Medio Oriente non c’è angolo dell’Iran che non possiamo raggiungere, Israele sta vincendo. Israele non si fermerà, andremo avanti sino al ritorno degli ostaggi a casa. E i corpi di quelli morti dovranno essere restituiti ai familiari». Poi Netanyahu ha parlato di quanto sta accadendo in Libano: «Il giorno dopo il massacro, Hezbollah ha attaccato Israele, causando lo sfollamento di migliaia di israeliani. Questo va avanti da quasi un anno. Gli Stati Uniti non lo accetterebbero nemmeno per un giorno. Hezbollah ha lanciato razzi e missili da case private, scuole e ospedali. Israele non ha scelta e ha tutto il diritto di fermarlo. Ed è esattamente ciò che faremo». Il punto più interessante del discorso di Benjamin Netanyahu è stato quello nel quale ha parlato della pace con l’Arabia Saudita che «consentirebbe collaborazioni in moltissimi campi, un vero e proprio perno della Storia, una riconciliazione storica tra La Mecca e Gerusalemme. Uno dei modi migliori per sventare i piani dell’Iran è raggiungere questa pace, anche con gli Stati Uniti e altri che scelgono la pace. Credo che questo possa materializzarsi e molto prima di quanto crediamo. Questa è un’opportunità che noi e il mondo non possiamo lasciarci sfuggire. Quale scelta farebbe il mondo: schierarsi dalla parte della democrazia e della pace o di un Paese che sostiene il terrore?». Non appena Netanyahu è sceso dal palco il portavoce delle Forze di difesa israeliane, Daniel Hagari, ha dichiarato che l’Aeronautica israeliana ha colpito la sede principale di Hezbollah a Beirut, capitale del Libano. Secondo Hagari, il quartier generale era stato costruito sotto degli edifici civili nel quartiere di Dahiyeh, nota roccaforte di Hezbollah nella città di Beirut. Il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, si trovava sul posto, inseme ad alcuni suoi luogotenenti. Nel frattempo i media libanesi hanno diffuso filmati che mostrano gli attacchi su larga scala. L’agenzia di stampa iraniana Tasnim scrive che fonti di Hezbollah affermano che Nasrallah si trova in un luogo sicuro, mentre Sky News Arabia ha dichiarato: «Secondo il nostro corrispondente che ha parlato con una fonte israeliana, l’operazione dell’assassinio di Hassan Nasrallah ha avuto successo». In serata, anche il Jerusalem post dava notizia della morte del leader della milizia, ma mentre il giornale va in stampa non è pervenuta una conferma definitiva. Confermato invece che prima dell’attacco il capo del Consiglio esecutivo di Hezbollah, Hashim Safi al-Din è stato ucciso in un attentato a Beirut. Safi al-Din, un membro anziano di Hezbollah e noto narcotrafficante, cugino di Nasrallah e capo del Consiglio esecutivo di Hezbollah, è considerato il «numero 2» dell’organizzazione ed era la persona designata a succedere a Nasrallah in caso di morte. Di certo quello di ieri è l’attacco più pesante a Beirut in quasi un anno di conflitto tra Hezbollah. La televisione di Hezbollah, al-Manar, riferisce che almeno nove edifici sono stati distrutti e che ci sono state molte vittime nei molteplici attacchi. Secondo le prime informazioni, circa 20 missili e bombe perforanti sono stati lanciate dai jet da guerra israeliani. Una «escalation che cambia le regole del gioco» ha fatto sapere l’ambasciata iraniana in Libano. L’intera leadership della sicurezza israeliana si è poi riunita nel quartier generale di Kirya a Tel Aviv, dove sono stati aperti i rifugi sotterranei.