2024-11-28
Mattarella snobba ancora la Scala per correre alla corte di Macron
Emmanuel Macron e Sergio Mattarella (Ansa)
Il presidente sarà alla cerimonia di riapertura di Notre Dame. Assente invece il Papa.E anche quest’anno Sergio Mattarella diserterà la Prima della Scala di Milano, sabato 7 dicembre. Il capo dello Stato ha preferito accettare l’invito di Emmanuel Macron e partecipare alla cerimonia di riapertura di Notre Dame, prevista per la mattina di domenica 8. Onorare il doppio invito, pur con i potenti mezzi del Quirinale, sarebbe stato assai impegnativo per un signore di 82 anni. E dovendo scegliere, Mattarella ha preferito la Francia all’Italia per un appuntamento della cattolicità europea al quale invece non parteciperà papa Francesco, che preferisce andare in Corsica la settimana seguente. Del resto, se il Trattato di cooperazione bilaterale rafforzata tra Italia e Francia si chiama «Trattato del Quirinale», ci sarà un perché. Mattarella e il Pd tutto amano Parigi e ne sono ricambiati, anche se più che altro in un’ottica di protettorato francese. Tra i 12 articoli che compongono il Trattato del Quirinale, di cui proprio ieri l’Ambasciata di Francia a Parigi ha celebrato con un ricevimento il terzo anniversario, ce n’è uno particolarmente singolare, una specie di mini Erasmus per ministri. Si tratta dello scambio concordato di ministri tra Italia e Francia, alla pari. Il trattato stabilisce che «un membro di governo di uno dei due Paesi prende parte, almeno una volta per trimestre e in alternanza, al consiglio dei ministri dell’altro Paese». In due anni, non risulta che sia stato attuato, ma va anche detto che con l’instabilità dei governi francesi ci mancavano solo le visite di cortesia. Ben più importante ed emblematica dell’amicizia italiana per la Francia questa partecipazione di Mattarella alla cerimonia a Notre Dame, dopo cinque anni e mezzo di lavori in seguito al clamoroso incendio del 15 aprile 2019. La cerimonia ideata da Macron prevede la simbolica consegna della cattedrale da parte dello Stato (che ne sarebbe proprietario) alla Chiesa cattolica di Francia, con riaccensione dell’organo, celebrazione liturgica con benedizione, Magnificat, Te Deum e Vespri. Il giorno dopo, domenica, ecco la messa inaugurale con la consacrazione dell’altare, celebrata dall’arcivescovo di Parigi, Laurent Urlich. Speriamo che sia bel tempo e non nevichi, perché dopo aver visto Mattarella lasciato senza pietà sotto il diluvio all’inaugurazione delle Olimpiadi di Parigi, un remake invernale sarebbe imbarazzante. A Milano, invece, andrà in scena La forza del destino, di Giuseppe Verdi. A meno che ci vada il premier Giorgia Meloni (anche lei disertò l’anno scorso), il palco reale di casa Savoia sarà nel pieno possesso del presidente del Senato Ignazio La Russa e tutti gli applausi che non potranno essere tributati a Mattarella andranno probabilmente a Liliana Segre, senatrice a vita. Tre anni fa, il 7 dicembre del 2021, la notizia politica della Prima della Scala era stato quel coro salito dalla platea all’indirizzo del presidente della Repubblica, con il quale gli si chiedeva di accettare un settennato bis. Il Quirinale sa che alla Scala ingioiellata si raccoglie sempre affetto, specie se al governo c’è il centrodestra, e così l’anno scorso Mattarella aveva fatto sapere (come scriveva il 28 novembre 2023 l’Ansa) che l’assenza non si sarebbe riproposta. «Ci sono stati problemi di agenda», spiegò il sovrintendente Dominique Meyer, aggiungendo che «il presidente ci ha assicurato che tornerà l’anno prossimo». Nel frattempo, Meyer è stato sostituito da Fortunato Ortombina e Macron ha preso il posto di Giuseppe Verdi. Sempre nello spirito del Trattato del Quirinale. Chi invece non correrà da Roi Macron è papa Francesco. Tre giorni fa, il pontefice ha reso noto che non andrà a Notre Dame, ma che la domenica seguente atterrerà in Corsica per la giornata di chiusura del congresso «La religiosità popolare nel Mediterraneo». Il cardinale Francois Xavier Bustillo, vescovo di Ajaccio, ha dovuto garantire ai giornali francesi che il Papa «non disprezza Parigi, non disprezza le autorità francesi», e soprattutto «non disprezza Notre Dame per favorire la Corsica». Proprio a Notre Dame, il 2 dicembre 1804, alla presenza di un riluttante papa Pio VII, Napoleone s’incoronò imperatore. Il luogo, in effetti, ispira.
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