2022-09-26
Ora speriamo che non ci siano scherzi da... Quirinale
Il Quirinale (muto sulle minacce di Ursula von der Leyen) non metta paletti ai vincitori.E adesso presidente? Che cosa dirà? Che cosa dirà di fronte a quel 44 %circa di italiani che (stando alle prime proiezioni) hanno scelto il centrodestra? Rispetterà la loro volontà? Rispetterà quello che ha deciso il popolo, anche se sicuramente non le piace? Difenderà la democrazia? O comincerà a remare contro? A mettersi di mezzo? A fare di tutto per dare attuazione non ai desideri dei suoi concittadini ma a quelli dei palazzi di Bruxelles o altrove? Ci perdoni, presidente, se rompiamo il galateo istituzionale. Ma questa notte elettorale, con l’alto tasso di astensione (oltre il 36%), ci segnala, ancora una volta, che la fiducia degli italiani nelle istituzioni sta diminuendo sempre più. Abbiamo celebrato nei giorni scorsi (fin troppo) la monarchia inglese, lei stesso è andato al funerale della regina. Ebbene: uno dei grandi meriti di sua maestà Elisabetta è stato proprio quello di tenere insieme il Paese, di rappresentare un momento di unità nazionale al di là delle inevitabili e sacrosante divisioni di parte. Lo stesso, purtroppo, non si può dire dei nostri capi di Stato. I suoi predecessori hanno spesso lasciato dietro di sé il dubbio di non agire da arbitri, ma da giocatori, di non essere al sopra ma dentro una delle parti. E lei, ci spiace dirlo, non è stato da meno. Per cui, caro Mattarella, è inevitabile che in questa notte che segna una svolta storica per il Paese, la maggioranza degli italiani che questa svolta storica l’ha voluta si chieda: e ora? Che succede? Il mio voto si tradurrà in atti di governo? O rimarrà un sogno di fine settembre perché ciò che gli elettori hanno scelto non piace alla gente che piace e dunque nemmeno al nostro capo dello Stato? Molti di quegli elettori, presidente, sono rimasti basiti per il suo silenzio di fronte alle minacciose parole del numero uno dell’Ue, Ursula von der Leyen. Alla vigilia del voto Ursula si è permessa di lanciare avvertimenti agli italiani («se scegliete male, sapremo come intervenire…»), salvo poi innestare una mezza e imbarazzata retromarcia. E davanti a questa clamorosa invasione di campo, davanti a questo attacco alla nostra democrazia, lei che la nostra democrazia dovrebbe tutelarla che cosa ha fatto? Niente. Ma proprio niente. Niente di niente. Non pervenuto. L’unico vero silenzio elettorale è stato il suo. Un silenzio inaccettabile, mi creda. Eppure tutti ricordiamo la veemenza con cui reagì nel settembre 2020 contro il premier inglese Boris Johnson che di fronte una domanda sul diverso modo di reagire al Covid fra Italia e Gran Bretagna, aveva detto: «Noi amiamo la libertà». Lei, allora, rispose piccato: «Anche noi amiamo la libertà e abbiamo a cuore la serietà». Allo stesso modo, pochi mesi prima, era insorto contro Christine Lagarde che tentennava sulle misure anti Covid: «Dall’Europa arrivi solidarietà, non ostacoli», tuonò lei con voce imperiosa. Ottimo. Ma di fronte alle parole di Ursula? Niente. Nemmeno un sussurro. Nemmeno un sospiro. E pensare che in questi anni l’abbiamo vista rispondere a chiunque. L’archivio del Quirinale è pieno dei suoi interventi: ha risposto a bambini, vescovi, ristoranti, produttori di vermouth, a una scuola di audiofonetica, persino ai Jalisse che lamentavano l’esclusione dal Festival di Sanremo («Aspetto il vostro disco», ha scritto loro). Possibile, presidente Mattarella, che lei ritenga degni di risposta i Jalisse e non la presidente Ue? Che ritenga l’esclusione dei cantanti dal Festival di Sanremo un problema meritevole della sua attenzione più che l’attacco diretto alle nostre libertà democratiche arrivato da Bruxelles? Possibile che trovi il tempo per fare selfie con i Ferragnez all’autodromo di Monza e non per difendere il nostro diritto di votare chi vogliamo senza che qualcuno ci dica se è bene o male? Ho controllato la sua agenda degli ultimi giorni. È stato molto impegnato a celebrare l’assemblea degli artigiani Cna, a ricevere gli ambasciatori di Honduras e Congo, oltre che il Gran maestro del Sovrano Ordine di Malta. Ma possibile che non le rimanesse nemmeno un minuto da dedicare al sacro diritto degli italiani di scegliere da soli, senza intromissioni, chi li governerà? Sono questi episodi che minano la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, caro presidente. E che fanno nascere sospetti che non dovrebbero esserci. Quel 44% circa di italiani che ha scelto il centrodestra (se le proiezioni verranno confermate) vorrebbe che ora il centrodestra scegliesse da solo cosa fare e che cosa non fare, senza l’intervento di qualche oscura longa manus, senza che arrivino portaordini da Bruxelles o da Washington a dettare regole, condizioni o liste di ministri. E vorrebbero che lei, caro presidente, si facesse garante di questo loro diritto di scegliere e di sbagliare, perché no?, ma di correggere gli errori da soli, con il loro voto, non con i veti di qualche palazzo cui magari Salvini all’Interno non piace e all’Economia vorrebbe un clone di Draghi. È un diritto che si chiama democrazia. È un diritto che lei dovrebbe difendere. Tutti ricordiamo quanto fu bravo, meno di un anno fa, a costruire l’immagine del presidente desideroso di lasciare il Quirinale, fra immagini di finti traslochi e farlocche ricerche di appartamenti in affitto. Era una bella narrazione tesa a preparare la sua permanenza sulla poltrona più potente. Speriamo di non dovercene pentire troppo.