2021-06-05
Mascherine farlocche alla Camera: «Ce le hanno vendute i cinesi»
Nonostante le promesse di Domenico Arcuri («Compreremo Dpi italiani»), Montecitorio ha acquistato dal Dragone Ffp2 con certificazioni fasulle. In seguito alla denuncia dei deputati Antonio Zennaro e Andrea Delmastro, indaga la Procura.Quasi come se non bastassero le inchieste di varie Procure sulle forniture di dispositivi di protezione acquistati dalla struttura commissariale per l'emergenza Covid e da alcune Regioni, tra cui il Lazio, un lotto di mascherine Ffp2 cinesi prive di certificazione sarebbe finito anche alla Camera dei deputati, destinato sia ai parlamentari sia al personale. E, a seguito di una denuncia presentata dal vicesegretario generale, Guglielmo Romano, la Procura di Roma avrebbe aperto un fascicolo. Secondo quanto riportato ieri dal quotidiano romano Il Messaggero, tra novembre e dicembre scorso, dagli uffici di Montecitorio sarebbero partiti tre ordini di mascherine, indirizzati allo stesso fornitore complessivamente per circa 20.000 dispositivi di protezione, che dovevano essere corredati di regolare certificazione. Il primo ordine risulta essere del 4 novembre, per 5.500 Ffp2, acquistate al prezzo di 0,92 euro, seguito subito dopo da una seconda richiesta per circa 12.000 dispositivi. A chiudere la commessa un'ultima tranche, ordinata ai primi di dicembre, per altre 4.000 mascherine. I pagamenti sarebbero stati fatti in anticipo rispetto alla consegna, tra dicembre e gennaio, ma a quanto pare le mascherine arrivano in Parlamento solo l'8 marzo. Sembra prive dei certificati promessi, che gli uffici richiedono, ottenendo dal fornitore (di cui ad oggi non si conosce il nome) documentazione relativa ad una validazione in deroga fatta da Inail, ma per un diverso modello di mascherina rispetto a quelle consegnate. Nel frattempo, a seguito dell'intervento bipartisan di un deputato di maggioranza, il leghista Antonio Zennaro e di uno di opposizione, Andrea Delmastro di Fratelli d'Italia, le Ffp2 made in China erano già state quasi immediatamente ritirate. Il 9 marzo Zennaro denuncia su Twitter l'acquisto fatto dalla Camera, mostrando una foto con una delle mascherine, che anche se prive della certificazione riportano il marchio Ce e la scritta Ffp2. Osservando attentamente la mascherina, accompagnata da un documento scritto in cinese con in fondo un timbro con la stella rossa, ci si accorge che il marchio della certificazione europea non è accompagnato dal riferimento all'organismo che dovrebbe averla emessa. Intervenendo in Aula il giorno successivo, anche lui con in mano una delle mascherine, Delmastro aveva chiesto conto dell'acquisto: «Ieri sono comparse delle Ffp2, mascherine cinesi, come riportato da questo simbolo, che oggi sono state prontamente rimosse e sono state occultate, come se qualcuno avesse avuto qualche cosa da nascondere. Purtroppo non vi è il presidente Fico, al quale chiediamo delle risposte e al quale avremmo chiesto delle risposte oggi stesso in Aula». Dieci giorni dopo, con un comunicato stampa il parlamentare di Fdi aveva di fatto anticipato gli sviluppi giudiziari: «Dopo la mia denuncia sulle mascherine cinesi e grazie alla sensibilità immediatamente dimostrata dal questore Cirielli (Edmondo Cirielli, deputato di Fdi e questore della Camera, ndr), è emerso che un lotto di mascherine cinesi acquistate dalla Camera dei deputati non era regolare. Abbiamo avuto rassicurazioni dal questore Cirielli che l'azienda non rimarrà impunita. L'auspicio è che, terminati i lotti acquistati, la Camera trovi il modo di acquistare prodotti italiani [...]». Una battaglia che La Verità ha condotto fin dai primi mesi della pandemia, tanto che, a maggio, Arcuri giurà: «Entro settembre, avremo solo mascherine italiane». E invece, a quanto pare, tra novembre e dicembre un ente pubblico come la Camera continuava ad acquistare dal Dragone. Con l'aggravante che, stavolta, non solo le Ffp2 erano cinesi, ma erano pure farlocche. Zennaro ricorda così la vicenda: «Qualche mese fa, lo stesso giorno io e il collega Delmastro ci siamo accorti che le mascherine erano made in China. Dopo i nostri interventi la Camera a quanto pare iniziò un'indagine interna. La notizia che ho letto conferma che sono state acquistate delle mascherine che non erano a norma, senza certificazione e quindi creando un potenziale danno, anche alle casse pubbliche». Zennaro rivela anche che quella arrivata a marzo era la prima fornitura di Ffp2 arrivata alla Camera per i deputati e il personale: «Ci hanno sempre dato le mascherine “normali", quelle chirurgiche. Dopodiché un giorno hanno cominciato a distribuire le Ffp2. Sia a noi, sia ai dipendenti della Camera. E ci siamo accorti il giorno stesso in cui sono state consegnate le mascherine che erano made in China, con il simbolo della stella rossa. Non so quali verifiche abbiano fatto in seguito gli uffici della Camera su questi acquisti, ma so che era stata avviata un'inchiesta interna». Adesso sarà compito dei pm romani stabilire se dietro all'ennesima partita di mascherine taroccate si cela un tentativo di truffa al Parlamento o se gli uffici della Camera, magari in virtù delle piccole quantità richieste, si sono rivolti a un fornitore inesperto, forse vittima a sua volta di un raggiro.
Charlie Kirk (Getty Images). Nel riquadro Tyler Robinson