2021-03-04
Mascherine e camici con licenze false: tre arresti. C’è un finanziatore di Renzi
Domiciliari per Vittorio Farina, sostenitore di Open e amico di Alberto Bianchi: parlava con Mr Invitalia (e forse lo incontrò). I prodotti venduti alla Regione Lazio.Ancora arresti per l'emergenza Covid e le mascherine. Stavolta però non si tratta di quelle destinate dalla struttura commissariale, ma di una fornitura acquistata nel marzo scorso dalla Protezione civile della Regione Lazio. Ma anche in questo caso emerge il nome dell'ex commissario per l'emergenza Covid, Domenico Arcuri. Che anche si difende dicendo di non saperne nulla e di essere stato messo in mezzo. A finire ai domiciliari su ordine del gip Francesca Ciranna sono stati Andelko Aleksic, Vittorio Farina e Domenico Romeo (Piergiorgio Sposato è il quarto indagato). Ai quali, a vario titolo, vengono contestati i reati di frode in pubbliche forniture e truffa aggravata. Il presunto sodalizio ha intascato 21.350.000 di euro per 5 milioni di mascherine e altri 5.246.000 euro in cambio di 430.000 camici. Il materiale era stato ordinato alla European network tlc srl dalla Protezione civile del Lazio con due determine. E la fornitura, in virtù dell'avvenuta consegna, era stata anche citata come un esempio positivo nella documentazione illustrata dal vice presidente della giunta regionale del Lazio Daniele Leodori durante la seduta congiunta delle commissioni Bilancio e Protezione civile, originata da un'altra commessa, quella della Ecotech. Peccato che i Dpi forniti dalla European network «non potevano essere destinati a fornitura pubblica in quanto privi delle certificazioni richieste ed invece dal venditore garantite». Per essere più precisi sui diversi modelli «emerge che nessuna delle mascherine visionate riporta lo stesso codice di prodotto o marcatura dell'ente. Ciò significa che il certificato della Sgs (documento di conformità ndr) prodotto non si riferisce ai Dpi […] consegnati». Discorso parzialmente diverso, invece, per quanto riguarda i camici. Gli indagati, non avendo ricevuto la validazione del prodotto dall'Inail, «per ottenere il saldo del pagamento» ne producono «uno completamente falso». Circostanze che emergono anche nelle intercettazioni, come quella dello scorso 28 settembre. Romeo prende il cellulare e chiama Aleksic: «[…] Il certificato è a posto! È fatto! Devo solo portare io il tessuto che ovviamente non è quello». Ma Aleksic risponde «Che segua tutto l'iter […] non voglio che ci sia qualcosa di diverso […] a me serve l'originale». Pochi giorni dopo, quest'ultimo chiede al suo interlocutore se «può usare il certificato». Romeo gli consiglia «di aspettare qualche ora», dato che sta «andando a portargli dell'altro tessuto» e da «lunedì» lo potrà «usare tranquillamente». Nell'ambito dell'affare, emerge una similitudine con un'altra fornitura, parzialmente consegnata, destinata alla Regione Lazio, quella della Ecotech. In quel caso era stata presentata una garanzia della Seguros dhi-atlas ltd poi rivelatasi falsa. Nel caso della European network, secondo gli inquirenti è stata presentata una polizza «fidejussoria proveniente da una società (la Royal Mutua) non abilitata all'esercizio dell'intermediazione finanziaria». Dalle carte, inoltre, emerge che Farina avrebbe parlato con l'ex commissario all'emergenza Domenico Arcuri. I due si sarebbero accordati per «inserire la European network tlc srl quale fornitore sussidiario a Fiat e Luxottica per l'approvvigionamento di mascherine destinate alla riapertura delle scuole». «Tu che sei grande amico di Arcuri, lanciati nel business delle scrivanie, hai sentito questa storia delle scrivanie?», domanda un uomo a Farina. Il quale replica: «Si ma come faccio, troppo». «Tre milioni di scrivanie, a prezzo medio 50 euro», specifica l'interlocutore. «È un macello quello che sta succedendo, ti rendi conto?… trenta milioni di mascherine al giorno…per le scuole [...]», specifica Farina. L'amico si fa esplicito: «Non riesce non riesce ad inserirti in questo business qua con Arcuri?». «Quello delle mascherine, stiamo, quello che non fornisce Luxottica e Fiat, […]. Se non ce la fanno, subentriamo noi, adesso sappiamo tra qualche giorno… sono stato ieri giuro», conclude Farina. Il quale, secondo chi indaga, avrebbe incontrato Arcuri lo scorso 3 settembre. «Domenico mi ha promesso che se gli arriva la lettera, autorizza quell'acquisto […] la dovrebbe fare oggi, oggi la deve fare e oggi pomeriggio ci deve fare l'ordine», comunica quello stesso giorno Farina ad Aleksic. E prima di chiudere la conversazione afferma: «C'ho anche un settanta possibilità che ti faccio pure il Lazio […] sto sopra ste cose […] sto facendo un buon lavoro […] avanti indietro avanti indietro avanti indietro». Per il gip Ciranna sussistono sia il rischio di reiterazione del reato e il pericolo di inquinamento probatorio. «Le condotte tenute sono gravi a maggior ragione se contestualizzate nel momento di emergenza sanitaria in cui sono avvenute. Sfruttando le opportunità fornite dalla legislazione emergenziale adottata, approfittando del momento di difficoltà in cui versava il paese che stava affrontando una epidemia incontrollata, gli indagati […]», scrive Ciranna, «non hanno esitato a cercare di lucrare, acquisire facili guadagni favoriti dalla sostanziale impossibilità di controllo da parte del committente sulla qualità della merce che veniva fornita come dispositivo di protezione». E ancora: «Gli indagati hanno agito con grande spregiudicatezza. Romeo ha fornito (e sembrerebbe tuttora fornire) certificati di conformità falsi, Aleksic ha dimostrato di essere consapevole della falsità dei certificati; Farina è il “faccendiere" colui che ha tenuto i contatti con soggetti vicini alla struttura commissariale». «Le indagini hanno dimostrato come Farina sia tuttora alla ricerca di rapporti privilegiati con pubblici ufficiali […], avendo compreso come tali rapporti, per l'allentamento dei presidi di evidenza pubblica imposti dall'emergenza sanitaria, siano mezzo per ottenere guadagni enormi». Infine su Farina il gip ricorda il precedente di bancarotta che influisce sull'ipotesi (al momento scartata) di sospensione condizionale della pena. L'imprenditore, come detto, è stato tra i principali finanziatori della fondazione renziana Open. Tra 2013 e il 2017 contribuisce con 250.000 euro. I finanzieri, oltre alla partecipazione e inviti a eventi conviviali con il giglio magico, annotano che intrattiene un rapporto confidenziale con l'avvocato Alberto Bianchi. Il quale avrebbe cercato di fissare un incontro a tu per tu tra lo stesso Farina e Matteo Renzi.